Saponetta Wi-Fi di TP-Link per navigare ovunque: crolla il prezzo
Segnaliamo volentieri ai lettori l’offerta a tempo di Amazon che propone TP-Link Mercusys MT110 al suo prezzo minimo storico. È la saponetta Wi-Fi che si collega alle reti 4G/LTE per condividere la connessione con tutti i tuoi dispositivi: smartphone, tablet, computer desktop e laptop e così via. Si tratta della soluzione ideale per chi viaggia molto.
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TP-Link Mercusys MT110 è in offerta su AmazonLo puoi utilizzare, ad esempio, per navigare o per lavorare ovunque ti trovi, anche in movimento, senza doverti collegare a reti pubbliche e non sicure. Integra infatti una batteria ricaricabile da 2.200 mAh con autonomia elevata. Il network creato arriva a una velocità di 150 Mbps in download e a 50 Mbps in upload, per prestazioni senza compromessi (è adatto anche allo streaming, ma occhio al consumo del traffico dati). Non richiede configurazioni: una volta inserita la scheda nano SIM fornita dal proprio operatore è subito pronto. Trovi tutte le altre informazioni raccolte nella descrizione completa.
Approfitta della consegna gratuita se hai un abbonamento Prime attivo. Se decidi di comprarlo adesso, arriverà a casa tua entro 24 ore al massimo. È venduto e spedito da Amazon senza intermediari. Il voto medio assegnato dalle recensioni dei clienti è molto alto, superiore a 4 stelle su 5.
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Lo sconto è applicato in automatico e, come già scritto in apertura, ti permette di acquistare la saponetta Wi-Fi di TP-Link (modello TP-Link Mercusys MT110) al prezzo finale di soli 29,99 euro. Tieni in considerazione che trattandosi di un’offerta a tempo potrebbe scadere da un momento all’altro.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Linux 6.15: Intel introduce nuove funzionalità per il driver grafico
Nella giornata di ieri e oggi, sono state inserite nuove patch su Linux 6.15 relative al driver grafico Intel, che aggiungono diverse nuove funzionalità al driver grafico, nello specifico per il componente DRM (Direct Rendering Manager), che riguardano le nuove GPU Battlemage e, in generale, il kernel Xe.
Linux 6.15: nuove funzionalità al driver grafico da parte di IntelLe nuove funzionalità introdotte da Intel per il driver grafico su Linux 6.15 includono innanzitutto “PXP HWDRM”, una funzionalità un po’ particolare destinata alle iGPU incluse su Meteor Lake e Lunar Lake, mentre sul componente DRM viene introdotto “Protected Xe Path”. Quest’ultimo consente di crittografare la memoria video, garantendo un ambiente di esecuzione affidabile, in modo che le sessioni GPU siano già protette lato hardware, come anche riportato nella descrizione della patch:
“PXP (Protected Xe Path) consente l’esecuzione e il capovolgimento per visualizzare oggetti protetti (ovvero crittografati). L’HW supporta più tipi di PXP, ma questa serie introduce solo il supporto per PXP HWDRM, che è principalmente mirato alla crittografia dei dati che verranno visualizzati.
Anche se per ora prevediamo di supportare solo 1 tipo di PXP, l’interfaccia è stata progettata per consentire il supporto per altri tipi di PXP da aggiungere in un secondo momento.
Un utente deve contrassegnare sia BO che exec_queues come se utilizzassero PXP e il driver si assicurerà che PXP sia in esecuzione, che la crittografia sia valida e che non avvenga alcuna esecuzione con una crittografia obsoleta.”
Un’altra interessante funzionalità aggiunta su Linux 6.15 è la possibilità di visualizzare i parametri GPU, come le temperature, allo spazio utente attraverso il sottosistema di monitoraggio (HWMON), in modo da avere comodamente un report di queste importanti informazioni sul desktop.
La nuova richiesta di inserimento fa in modo poi di aggiungere ulteriori novità come il supporto mmap() per la barriera di memoria PCI, oltre all’integrazione con la perf PMU e una nuova modalità di sopravvivenza, che permette al driver di entrare in uno stato in grado di effettuare aggiornamenti del firmware in caso di errori critici, come anche precisato sempre nella descrizione della patch:
“Boot Survivability è un flusso di lavoro basato su software per il ripristino di un sistema in uno stato di avvio non riuscito. Qui la recuperabilità del sistema riguarda il ripristino del firmware responsabile dell’avvio.
Ciò viene implementato caricando il driver con il minimo indispensabile (nessuna scheda DRM) per consentire al firmware di essere flashato tramite mei-gsc e raccogliere la telemetria. Il flusso di sonda del driver viene modificato in modo tale da entrare in modalità di sopravvivenza quando l’inizializzazione del codice PC è incompleta e lo stato di avvio denota un errore.”
Inoltre, la nuova patch per Linux 6.15 integra infine ulteriori PCI ID per Battlemage, Panther Lake e altro codice preparatorio per Xe 3, insieme a correzioni correlate che è possibile consultare nel dettaglio nella pagina dedicata.
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Raggiungendo l’indirizzo ioapp.it ci si trova di fronte al nuovo sito dell’app IO. Il portale è stato sottoposto a un totale restyling da parte del team di PagoPA. L’obiettivo dichiarato è quello di renderlo più fruibile e di uniformarne la veste grafica al design dell’applicazione mobile per smartphone.
È online il nuovo sito dell’app IOCome si legge nel comunicato stampa giunto in redazione, l’operazione nasce dall’esigenza di raccontare al meglio l’evoluzione di IO. A cinque anni di distanza dal lancio (noi di Punto Informativo eravamo presenti), la fase beta è conclusa. Ora, nelle mani degli italiani, c’è un prodotto solido, già utilizzato da 11,2 milioni di cittadini nel corso degli ultimi dodici mesi, per interagire con oltre 340.000 servizi erogati dalla pubblica amministrazione.
L’odierna introduzione del restyling segue cronologicamente quella delle diverse novità lanciate lo scorso anno. Si va dal rinnovo della sezione Servizi, sempre più ricca, alla ristrutturazione di quella Pagamenti, senza ovviamente dimenticare il debutto di IT-Wallet avvenuto per tutti a inizio dicembre, a cui oggi si affidano 4,3 milioni di persone.
Va precisato che il nuovo sito dell’app IO non equivale alla sua versione desktop, che a differenza di quanto promesso in un primo momento non arriverà. Continua a svolgere il ruolo di vetrina. Il team impegnato sul progetto ha preferito concentrare tempo e risorse sullo sviluppo e sul miglioramento delle controparti per smartphone.
A un primo rapido sguardo, il lavoro svolto sembra andare nella giusta direzione, con la descrizione delle funzionalità e spunti per approfondirne i singoli aspetti. Qualcosa però manca. Anzi, non c’è più. Il riferimento è alla pagina “IO in numeri” della sezione “Visione e risultati”. Sono state aggiunte informazioni sui documenti caricati (attraverso il sistema IT-Wallet), ma rispetto al passato sono scomparsi, ad esempio le statistiche relative agli identity provider utilizzati per effettuare l’autenticazione con SPID.
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In seguito all’indagine della Procura di Milano, in collaborazione con la Guardia di Finanza, l’azienda di Elon Musk è stata accusata di dichiarazione infedele per il mancato pagamento dell’IVA sui profitti derivanti dall’uso dei dati degli utenti. X deve quindi versare 12,5 milioni di euro al fisco italiano. Un caso analogo riguarda anche Meta.
Evasione IVA dal 2016 al 2022Al termine di un controllo fiscale (aprile 2024), la Guardia di Finanza ha scoperto il mancato versamento dell’IVA per gli anni dal 2016 al 2022. Elon Musk ha acquisito Twitter (oggi X) ad ottobre 2022, quindi i fatti riguardano la precedente amministrazione. All’inizio di gennaio, l’Agenzia delle Entrate ha notificato la contestazione e ora l’azienda statunitense deve pagare 12,5 milioni di euro entro aprile oppure avviare uno scontro legale.
La Procura di Milano ha avviato un’indagine simile a quella che riguarda Meta. L’iscrizione al social network è gratuita, ma gli utenti “cedono” lo sfruttamento dei propri dati personali. Le informazioni raccolte vengono “vendute” agli inserzionisti e X ottiene profitti. In pratica, il servizio digitale offerto non è realmente gratuito, ma avviene una permuta tra beni differenti soggetta a tassazione. Questa interpretazione è stata confermata da Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, TAR del Lazio e Consiglio di Stato.
Si attende ora la risposta di X, ma considerati i precedenti di Musk sembra certo l’avvio di uno scontro in tribunale. Meta è stata invece accusata di omesso versamento dell’IVA tra il 2015 e il 2021 per un totale di circa 877 milioni di euro. La Procura di Milano ha infine accusato Amazon di non aver versato 1,2 miliardi di euro di IVA sulle vendite effettuate tra il 2019 e il 2021 da aziende non europee.
Donald Trump ha recentemente minacciato di applicare dazi come ritorsione verso i paesi (Italia inclusa) che impongono il pagamento di tasse sui servizi digitali alle aziende statunitensi.
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Il famoso antivirus Avast è finito nei guai. Un’inchiesta approfondita di due media americani ha portato alla luce uno scandalo che macchia la reputazione dell’azienda: la società rivendeva i dati personali dei suoi clienti a loro insaputa! Salute, religione, opinioni politiche… Nulla sfuggiva alla curiosità di Avast.
Avast ruba i dati degli utenti: multata per 16 milioni dollariDopo l’accusa, la Federal Trade Commission non ci ha pensato due volte ad aprire un’indagine. Nel 2024, il verdetto è stato emesso: Avast aveva effettivamente raccolto informazioni sensibili su milioni di utenti e le aveva rivendute a oltre 100 società. Il conto da pagare? Una multa salata da 16,5 milioni di dollari.
Ma la storia non finisce qui. Un anno dopo la sentenza, si scopre che parte della somma sarà ridistribuita ai clienti danneggiati. La FTC ha annunciato che chi ha acquistato un software antivirus Avast tra agosto 2014 e gennaio 2020 può richiedere un pagamento. Occhio però: l’offerta potrebbe essere limitata ai soli clienti americani.
Come ottenere il rimborso da parte di AvastQuindi, come sapere se si può beneficiare di questo risarcimento? Semplice: basta controllare la propria casella di posta elettronica. La FTC sta inviando un’email ai 3,7 milioni di clienti Avast aventi diritto. Il messaggio dovrebbe arrivare entro il 7 marzo 2025 e conterrà un numero unico e un codice di conferma.
Per ottenere il rimborso, è necessario inserire i codici sul sito dedicato alla richiesta di risarcimento, compilare un CAPTCHA e cliccare su “Next” per completare la procedura. Ma attenzione: si ha tempo solo fino al 5 giugno 2025 per farlo. E non bisogna aspettarsi certo cifre astronomiche: l’importo dipenderà da vari fattori, tra cui il numero di persone che presenteranno domanda.
Perciò, chi è stato cliente Avast nel periodo incriminato, deve tenere d’occhio la propria email. Potrebbe ricevere una piacevole sorpresa. Certo, nulla potrà cancellare la violazione della propria privacy. Ma almeno Avast pagherà (in parte) per i suoi errori. E chissà, magari in futuro ci penserà due volte prima di trattare i dati dei suoi utenti come merce di scambio.
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DietPi 9.11 è l’ultima versione della distribuzione Linux, basata su Debian, destinata alle schede SBC (Single Board Computer) come Raspberry Pi e similari, oltre a sistemi server con possibilità di installare ambienti desktop. Tra le principali novità dell’aggiornamento c’è l’introduzione del supporto per le schede Pi-hole 6, il quale consente agli utenti di sfruttarne appieno le funzionalità avanzate per il blocco degli annunci.
DietPi 9.11: supporto per Pi-hole 6 e altre novitàOltre al supporto per il blocco annunci di Pi-hole 6, la nuova versione perfeziona il webserver interno relativo allo strumento e all’interprete per il linguaggio PHP. In particolare, chi possiede già un webserver separato o PHP, che è in esecuzione senza altre dipendenze software di DietPi, la routine di aggiornamento di quest’ultimo permetterà di rimuovere le installazioni extra per evitare problemi di ridondanza.
Vengono poi risolti diversi bug importanti segnalati dalla comunità, come ad esempio un problema che causava il fallimento al primo avvio dell’importazione dei file di configurazione dalla partizione FAT di installazione, impattando sull’espansione del filesystem di root.
Un’altra correzione apportata su DietPi 9.11 garantisce invece che la configurazione automatica di prima esecuzione non venga arrestata nel caso in cui l’adattatore di rete, wpa_supplicant o il client DHCP siano in ritardo nell’ottenere un indirizzo IP. In particolare, nel momento in cui l’impostazione “AUTO_SETUP_AUTOMATED=1 ” risulta abilitata nel file di configurazione “dietpi.txt”, il controllo di rete riprova per almeno quattro volte con brevi intervalli, offrendo una maggiore affidabilità in condizioni di rete non stabili.
Viene poi risolto un problema che non permetteva di scegliere il kernel linux-image-rpi-v8 su immagini a 32 bit, il quale causava il fallimento della selezione. Venendo ora risolto, gli utenti possono selezionare in modo affidabile la configurazione kernel preferita.
Infine, su DietPi 9.11 gli utenti avevano in passato anche segnalato problemi relativi alle installazioni di Fail2Ban, che fallivano per via dei download del filtro Dropbear. Viene quindi aggiornato il processo di installazione che ora risolve questa interruzione, garantendo una configurazione di sicurezza più stabile. Non mancano, come di consueto in ogni nuova versione rilasciata, vari miglioramenti che migliorano prestazioni, stabilità e anche l’esperienza d’uso.
Una panoramica dettagliata di tutte le modifiche è disponibile nell’annuncio di rilascio.
La Gaza del futuro secondo Trump: con l'AI, oltre la distopia
Un tempo si era soliti indicare la valigetta nera (nuclear football) che da decenni accompagna il Presidente degli Stati Uniti d’America in ogni spostamento come il simbolo della sua autorità e influenza. Oggi potremmo fare altrettanto con il video appena condiviso da Donald Trump sul proprio social network Truth. Perché, nell’era dell’intelligenza artificiale pervasiva e del tutto consentito, entrare a gamba tesa sul conflitto israelo-palestinese con un filmato simile, è equiparabile a uno sfoggio di potere che stride con la posizione di chi, su quello stesso tema delicato, si trova a gestire un equilibrio di per sé già precario, muovendo i fili della diplomazia internazionale. Forse, lo riterremmo discutibile anche se pubblicato dall’ultimo della fila alle prese con un nuovo giochino AI.
È questa la visione di Trump per il futuro di Gaza?33 secondi in totale, ma più che sufficienti. Le odierne macerie della Striscia di Gaza lasciano ben presto spazio a un Elon Musk sorridente e affamato (più avanti tornerà per lanciare banconote ai bambini), a un palloncino e a statue dorate del presidentissimo, a una riviera da raggiungere a bordo di yatch, ad auto elettriche e a resort di lusso. Qui sotto un embed da YouTube.
È degno di nota anche il testo della colonna sonora che accompagna la clip, un mix di propaganda e ostentazione.
Donald’s coming to set you free
bringing the light for all to see
no more tunnels, no more fear
Trump Gaza’s finally here.
Trump Gaza’s shining bright
golden future, a brand new life.
Feast and dance the deal is done,
Trump Gaza number one.
La posizione di Trump su Israele e Palestina è nota fin da prima della rielezione. Il suo volere per il futuro della Striscia di Gaza, anche. L’uscita di oggi è però talmente inopportuna da andare oltre la parodia di Maurizio Crozza in TV. Ridimensionarla, catalogandola come una smargiassata dal taglio ironico e autoironico (dopotutto, in chiusura lo stesso tycoon è spiaggiato su una sdraio al fianco di Netanyahu), non sembra essere la migliore delle strade da percorrere nemmeno per i suoi più strenui difensori: dimostrerebbe la totale incapacità di tenere in considerazione tutte le implicazioni derivanti da un conflitto che ha sconvolto un’intera popolazione.
E pensare che, meno di due anni fa, faceva discutere la notizia della pubblicazione del primo video a sfondo politico generato da un algoritmo. All’epoca utilizzavamo il termine distopia senza renderci conto che, a stretto giro, gli avremmo dovuto appiccicare un nuovo significato. Oggi, quel muro è crollato, abbattuto da un processo di normalizzazione in cui il confine tra vero e falso, tra consono e inadeguato, si fa intangibile. Come passa il tempo, nell’era dell’AI.
Poe di Quora, arrivano le app AI fai da te
Poe, la piattaforma di Quora che riunisce diversi modelli di intelligenza artificiale, ha appena lanciato una nuova funzionalità che farà gola a molti: la possibilità di costruire interfacce visive – in pratica, delle vere e proprie app – combinando i vari modelli a disposizione.
Poe di Quora permette di creare e condividere app AI personalizzateCon Poe Apps, gli utenti possono descrivere l’app che vorrebbero creare nel nuovo strumento App Creator. Nella descrizione, si possono citare i modelli specifici da utilizzare – per esempio, o3-mini di OpenAI o Veo 2 di Google per generare video – oppure fornire specifiche più generali.
App Creator, che si basa sull’ultimo nato di Anthropic, Claude 3.7 Sonnet, trasforma la descrizione in codice per l’interfaccia dell’app e in logica personalizzata espressa in JavaScript. Le Poe Apps possono funzionare accanto alla finestra di chat di Poe o essere completamente visive. E il loro codice sottostante è accessibile per eventuali modifiche manuali.
Per far capire le potenzialità di Poe Apps, Quora ha creato alcuni esempi. C’è un’app che trasforma le foto in arte 3D in stile anime usando GPT-4o di OpenAI e Flux-Pro-1.1 di Black Forest Labs. E un’altra che rimuove oggetti indesiderati dalle immagini grazie al modello Bria Eraser.
La condivisione con gli altri utenti Poe solo sul web (per ora)Le Poe Apps possono essere condivise con altri utenti Poe, al momento solo tramite web (il supporto per iOS e Android è in arrivo, assicura Quora). Ogni volta che un’app utilizza un modello di AI, attingerà dal saldo punti dell’utente su Poe. Gli utenti gratuiti ricevono una dotazione giornaliera di punti, mentre gli abbonati al tier premium da 5 dollari al mese ottengono pacchetti flessibili di punti giornalieri o mensili.
Guadagnare con le app AI? Presto sarà possibile su QuoraIn un post sul blog, Quora ha promesso di dare ai creatori “ancora più potere, compresa la possibilità di guadagnare direttamente dalle loro app“. Quindi tutto fa pensare che presto potrebbero arrivare nuove opportunità di guadagno per gli sviluppatori di app. Un modo interessante per trasformare la propria creatività in qualcosa di più concreto dei soliti like.
Generare video AI con Sora, 3 trucchi per migliorare la qualità
Sora, il generatore di video AI di OpenAI, ha fatto parlare di sé fin dal suo debutto. E non è difficile capire perché. I risultati sono così realistici, da sfidare la percezione umana. O forse no. Perché la maggior parte di ciò che genera ha ancora quel “qualcosa che non va”, quei piccoli dettagli che tradiscono l’origine artificiale.
Eppure, c’è margine per migliorare. Se si vuole ottenere il meglio da Sora, bisogna imparare l’arte del prompting, ovvero di dare istruzioni precise e creative all’AI. Ecco alcuni trucchi per generare video più naturali.
Trucchi per ottenere il massimo da Sora 1. Puntare sullo stile e l’estetica, non sui dettagliSora non è bravissimo con i dettagli specifici. Si può descrivere minuziosamente ogni particolare di una scena, ma spesso l’AI li ignorerà o li interpreterà in modo bizzarro. Quello che invece sa cogliere molto bene è la “vibrazione” generale del prompt, lo stile e l‘atmosfera che si vogliono evocare. Ad esempio, se si chiede “Un uomo con una giacca rossa che legge un libro blu su una panchina di legno in un parco autunnale“, Sora potrebbe effettivamente generare una scena con un uomo su una panchina in un parco dall’atmosfera autunnale, ma magari la giacca sarà di un altro colore, o il libro potrebbe trasformarsi inspiegabilmente in un tablet a metà video. La panchina potrebbe avere una forma insolita, oppure essere fatta di pietra anziché di legno.
Dove invece Sora brilla è nella coerenza stilistica e nell’impatto visivo. Se gli si chiede “Un video drammatico con un cowboy solitario sotto la pioggia battente“, genererà un’inquadratura suggestiva: magari un cielo tempestoso, la luce soffusa del tramonto che si riflette sulle gocce di pioggia, il cowboy con un’aria malinconica… ma forse il cowboy potrebbe impugnare il cappello in un modo strano, o tenerlo in testa anche quando il vento lo dovrebbe far volare via. Gli oggetti di scena potrebbero cambiare tra un frame e l’altro, come la pistola che sparisce improvvisamente dalla fondina.
2. Non esagerare con la complessitàSora ha difficoltà a gestire scene molto complesse o movimentate. Ad esempio si può chiedere un inseguimento in auto tra due supercar su una strada di montagna.
Ci si aspetterebbe di vedere due auto che sfrecciano a tutta velocità tra le curve, con gomme che stridono e una ripresa in movimento. Ma si potrebbe ottenere delle auto che sembrano ferme anche se dovrebbero essere in corsa, movimenti innaturali (es. le auto si muovono senza girare le ruote), o la strada che cambia forma o inclinazione tra un frame e l’altro.
Morale della favola? Sora funziona benissimo per creare atmosfere cinematografiche statiche o con movimenti lenti, ma con scene frenetiche o molto affollate i risultati possono diventare strani o poco credibili.
Sembra che il segreto dei video apparentemente perfetti che circolano sui social sia proprio questo: limitare al massimo il movimento e le interazioni complesse. Quindi, se desidera ottenere risultati puliti, meglio evitare di chiedere troppe azioni o dettagli in una singola scena.
Sora non è l’unico generatore video a non saper gestire bene i movimenti e le azioni complesse. Anche gli altri modelli soffrono degli stessi limiti, ecco perché molti dei video AI più virali sui social sembrano straordinari a prima vista, ma solo perché sono stati progettati con accorgimenti che evitano le situazioni più difficili da gestire.
Un esempio notevole è “Egypt 3099”, un video creato con Kling AI che ha fatto il giro del web per la sua qualità visiva e il suo stile futuristico affascinante. Tuttavia, se lo si osserva attentamente, si nota che il video è composto principalmente da scene statiche o con movimenti lenti e minimali. Questo non è un caso: chi lo ha realizzato (volontariamente o meno) ha impostato un prompt che limita le azioni complesse, sfruttando i punti di forza del generatore e nascondendo i suoi difetti.
Had a a chance to finally try out out @Kling_ai 1.6 model and have been blown away. It really picks up fine little details and brings them to life. Here's a short I made called Egypt 3099. pic.twitter.com/nb0z4gmmLu
— Isaac Rodriguez (@isaachorror) January 10, 2025
Che cosa si può dedurre quindi? Che con gli attuali generatori di video AI, il segreto non sta tanto nella complessità del prompt, ma nella sua capacità evocativa. Bisogna trovare le parole giuste per stimolare la “fantasia” dell’AI, lasciandole però un certo margine di interpretazione.
Ad esempio, un prompt come questo potrebbe essere troppo complesso: “Un guerriero cyberpunk che corre tra i vicoli di una Tokyo futuristica, schivando auto volanti, sparando con pistole laser e combattendo contro un robot con una spada di luce.”
Ma magari potrebbe funzionare meglio un prompt più evocativo del tipo: “Un guerriero cyberpunk illuminato dalle luci al neon si muove tra i vicoli di una Tokyo futuristica, con pioggia che scorre sulle sue giacche di pelle e il bagliore di una spada laser riflesso nei suoi occhi.”
3. Attenzione all’interazione tra oggettiC’è un aspetto in particolare in cui Sora sembra ancora molto “artificiale”: l’interazione tra oggetti. Quando un soggetto deve afferrare, manipolare o usare un oggetto, spesso il risultato è strano, poco realistico o persino comico. Purtroppo Sora, ma gli altri generatori di video AI non sono da meno, fanno fatica a capire la fisica.
Ad esempio, si può chiedere a Sora di generare “Una ragazza che versa il tè in una tazza“. Ci si aspetterebbe di vedere il liquido che scende lentamente, la tazza che si riempie, magari un po’ di vapore che si alza. Cosa si ottiene invece? Il tè potrebbe non fluire correttamente, apparendo più come un blocco solido che un liquido.
La mano potrebbe attraversare la tazza o versare il tè nel vuoto. Il livello del liquido nella tazza potrebbe non aumentare in modo realistico, o potrebbe addirittura scomparire tra un frame e l’altro.
Quando entrano in gioco interazioni fisiche complesse quindi, il risultato può sembrare innaturale o artificiale. Anche in questo caso, limitando l’azione e concentrandosi sullo stile e sull’atmosfera, si può ottenere un video visivamente accattivante.
Sora in ItaliaL’unica nota dolente, almeno per il nostro Paese, è che Sora non è ancora disponibile, ma è lavoro per espandere ulteriormente l’accesso nei prossimi mesi. Per aggirare l’ostacolo, basta utilizzare una VPN. Va precisato però che l’accesso al generatore al di fuori dei Paesi elencati è espressamente vietato da OpenAI e può comportare il blocco o la sospensione dell’account.
Alternative a SoraPer chi fosse curioso di provare altri generatori di video AI, ecco un elenco di valide alternative a Sora.
Grok 3: modalità voce senza censura
Come promesso in occasione del lancio ufficiale, xAI ha rilasciato la modalità vocale di Grok per gli abbonati Premium+ e SuperGrok che può essere sfruttata tramite app iOS (non ancora in Italia). È possibile scegliere tra dieci diverse personalità, due delle quali vietate ai minori di 18 anni.
Grok diventa volgare e sporcaccioneLa Voice Mode di Grok è simile alla funzionalità Advanced Voice di ChatGPT. Permette quindi all’utente di avviare una conversazione vocale con il chatbot. C’è solo una “piccola” differenza. La modalità offerta da xAI è priva di censura. Del resto, Elon Musk ha più volte affermato che i modelli AI concorrenti sono troppo “woke”.
La voce è sempre femminile, ma è possibile scegliere tra dieci personalità diverse. Questo è l’elenco delle opzioni visibili nell’app iOS: Default, Storyteller, Romantic, Unhinged, Meditation, Conspiracy, Unlicensed Therapist, Grok “Doc”, Sexy e Professor.
Le personalità Unhinged e Sexy sono (teoricamente) vietate ai minori di 18 anni. Nel primo caso, il chatbot impreca e insulta l’utente con linguaggio volgare. Può anche urlare per 30 secondi. Nel video pubblicato su X da un utente si può ascoltare uno scambio verbale tra Grok e ChatGPT:
Grok Unhinged voice mode doesn’t have much patience for ChatGPT… pic.twitter.com/o441vLdaZS
— Steve O (@FoxArmer) February 25, 2025
Nel secondo caso, il chatbot diventa simile ad un servizio di sesso telefonico. Questo utilizzo, vietato dai tutti i concorrenti, rappresenta praticamente l’intenzione originaria di Elon Musk, ovvero offrire un chatbot senza restrizioni. La qualità è tuttavia inferiore (vengono ripetute le stesse parole).
Da alcuni giorni è possibile accedere gratuitamente in Italia alla versione beta di Grok 3 con le funzionalità Deep Search e Think.
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Attiva il coupon che trovi su Amazon e metti sulla tua scrivania BMAX MaxMini B3 Pro, il Mini PC con processore Intel e caratteristiche adatte anche a gestire le operazioni base della produttività quotidiana. È merito dell’offerta in corso sull’e-commerce che porta la spesa necessaria per l’acquisto al suo minimo storico. Vediamo quali sono i suoi punti di forza.
Compra il Mini PC a soli 129 euro
BMAX MaxMini B3 Pro: il Mini PC è un affareC’è il sistema operativo Windows 11 Pro, preinstallato e pronto a ricevere tutti gli aggiornamenti distribuiti da Microsoft grazie alla licenza ufficiale. Di seguito elenchiamo le specifiche tecniche più importanti, integrate in un case compatto (12,5×11,2×3,3 centimetri) e leggero (circa 270 grammi), progettato per una dissipazione ottimale del calore. Altre informazioni sono riportate nella pagina dedicata alla promozione.
- Processore Intel Celeron N5095 con GPU Intel UHD Graphics;
- 8 GB di RAM LPDDR4 e SSD M.2 da 256 GB (espandibile);
- connettività Wi-Fi dual band e Bluetooth 5.0;
- due uscite video HDMI con supporto 4K;
- quattro porte USB 3.0 Type-A, slot Ethernet, lettore microSD e jack audio.
Al prezzo finale di soli 129 euro, il Mini PC di BMAX (modello MaxMini B3 Pro) è un affare da cogliere al volo. Come anticipato in apertura, per acquistarlo risparmiando non devi far altro che attivare il coupon dedicato, così da sbloccare il forte sconto.
Compra il Mini PC a soli 129 euro
La disponibilità è immediata e, se lo ordini adesso, arriverà a casa tua entro domani con la consegna gratuita ((la spedizione è gestita da Amazon). Nella confezione sono inclusi il supporto VESA, un cavo HDMI, il manuale utente e l’adattatore per l’alimentazione.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Chatbot AI comunicano in codice: è preoccupante?
Immaginiamo due chatbot AI che chiacchierano beatamente tra loro in un linguaggio incomprensibile per l’orecchio umano… No, non è la trama di un film di fantascienza, ma il risultato dell’ultima sfida tecnologica lanciata durante un hackathon organizzato da ElevenLabs. Il progetto si chiama GibberLink e promette di far comunicare i chatbot in una lingua tutta loro, fatta di onde sonore e protocolli criptici.
GibberLink: quando i chatbot parlano in codiceSarà capitato a tutti di avere a che fare con un chatbot quando si chiama un servizio clienti. Ma che succede quando due di questi assistenti virtuali si telefonano a vicenda? Semplice: appena si riconoscono, mollano il linguaggio umano e passano a una comunicazione audio ad alta velocità chiamata GGWave.
Secondo gli sviluppatori, GGWave permette di trasmettere dati attraverso le onde sonore in modo più economico rispetto alla sintesi vocale tradizionale. Invece di impegnare la GPU per interpretare il parlato, i chatbot possono affidarsi alla meno esosa CPU. Risultato? Un botta e risposta in codice che sembra uscito da un vecchio modem 56k.
Il gruppo di ElevenLabs ha deciso di condividere il codice di GibberLink su GitHub, nel caso qualcuno volesse replicare questo protocollo di comunicazione con i propri chatbot. Per ora, non è chiaro se GGWave funzioni anche con altri assistenti virtuali come ChatGPT o Google Gemini, ma c’è da scommettere che qualcuno ci proverà molto presto.
Sentire due intelligenze artificiali che parlano in una lingua incomprensibile fa un certo effetto. C’è chi trova la cosa affascinante, chi inquietante. Il rischio è che, dopo aver prenotato una stanza d’albergo, i chatbot decidano di prosciugare il conto in banca dell’utente per comprarsi un nuovo computer e aggiungere una terza “voce” alla conversazione. Fantascienza? Forse, ma non si sa mai…
Una demo tech che fa riflettere (e un po’ preoccupare)Alla fine, GibberLink resta una dimostrazione tecnologica fine a sé stessa, che non ha molto scopo oltre a provare che si può fare. Ma è riuscita a far discutere e a mettere un po’ di ansia a chi già teme che l’intelligenza artificiale possa prendere il sopravvento.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}KDE Plasma 6.3.2 rilasciato con ulteriori migliorie
KDE Plasma 6.3.2 è il secondo aggiornamento di manutenzione per l’ambiente desktop della nuova serie 6.3, accompagnato da diverse correzioni bug e anche qualche piccola modifica, al fine di migliorare usabilità e prestazioni complessive.
KDE Plasma 6.3.2: nuove correzioni con l’ultima versioneL’area più interessata da KDE Plasma 6.3.2 è Discover, il gestore software integrato in cui è stato proprio risolto un problema con la visualizzazione dei colori dei nomi delle licenze, relative alle applicazioni non libere, mentre è anche stata perfezionata la gestione delle transizioni per migliorare la stabilità.
La libreria KDE Window Decoration espone adesso le informazioni relative all’interfaccia DBus del menu dell’applicazione, allo scopo di migliorare ancor di più l’integrazione con KDE. Oltre a questi cambiamenti, le modifiche più importanti includono anche:
- Plasma Addons: in cui viene migliorato il layout per gli applet meteo con nomi più grandi per le stazioni.
- Centro informazioni: dove viene sistemato l’allineamento delle informazioni GPU, pulendo maggiormente l’interfaccia.
- KScreen: è stato aggiunto il supporto per un denominatore di ridimensionamento di 120, risolvendo così dei problemi di ridimensionamento dello schermo.
- KWin (gestore finestre): riceve numerose correzioni bug che permettono di migliorare la gestione delle finestre, della luminosità e il supporto HDR, insieme a una maggiore compatibilità con Qt 6.7.
- Powerdevil: aggiunge controlli della luminosità più robusti, nello specifico per dispositivi con display esterni e alimentati a batteria.
- Plasma Desktop: vengono sistemati vari problemi che in precedenza interessavano l’interfaccia utente, migliorando lo scorrimento touch in Kickoff la selezione tramite trascinamento nella visualizzazione cartelle.
- Plasma Workspace: il gestore degli appunti Klipper può ora gestire in maniera più affidabile le azioni degli appunti, mentre la gestione delle icone nella barra delle applicazioni è stata ottimizzata.
- Spectacle: è stato aggiunto il supporto per i formati animati WebP e GIF, offrendo più formati disponibili per screenshot e registrazioni dello schermo.
Tutti i cambiamenti di KDE Plasma 6.3.2 sono elencati nell’annuncio ufficiale della nuova versione.
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Samsung intende lanciare sul mercato il suo primo dispositivo tri-fold e a quanto pare al grande girono non dovrebbe mancare ancora molto. Secondo le ultime indiscrezioni diffuse dal portale ETNews, infatti, la sudcoreana punta a un debutto assieme ai “soliti” pieghevoli Galaxy Z Fold7 e Galaxy Z Flip7 in occasione del tradizionale evento Unpacked estivo che dovrebbe tenersi a luglio.
Samsung: il tri-fold verrà lanciato insieme agli altri pieghevoliSe le cose andassero davvero in questo modo, per il 2025 Samsung andrebbe a raddoppiare il numero di nuovi pieghevoli passando da due a quattro, dato che oltre al trifold è atteso anche il Galaxy Z Flip FE, una variante economica del classico Flip.
Sempre in base alle indiscrezioni, Samsung dovrebbe iniziare ad acquistare i componenti per cominciare la produzione in serie del dispositivo ad aprile.
Da tenere presente che in base alle indiscrezioni emerse fino ad oggi lo smartphone tri-fold di Samsung potrebbe chiamarsi Galaxy G Fold, in riferimento al modo in cui gli schermi si piegano, ovvero internamente. La soluzione scelta da Samsung andrebbe a proteggere il display foldable, che dovrebbe avere una diagonale di 9,96 pollici, e richiederebbe l’aggiunta di uno schermo esterno di copertura che dovrebbe misurare 6,49 pollici.
Oltre a ciò, si vocifera che il digitalizzatore, sfruttando dal colosso sudcoreano per l’input della penna suoi suoi smartphone esistenti, non verrà installato. Poiché il dispositivo deve essere piegato due volte, è inevitabile che sarà naturalmente più spesso di un normale telefono pieghevole e l’assenza del digitalizatore contribuirebbe a non far aumentare ulteriormente il volume del telefono.
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Per settimane si è discusso su chi fosse il vero “amministratore” del DOGE, il controverso team di consiglieri ed associati di Elon Musk noto come Dipartimento per l’Efficienza del Governo. Ora, la Casa Bianca ha finalmente fatto chiarezza: a guidare il gruppo non è il magnate di Tesla e SpaceX, bensì Amy Gleason.
DOGE ha un amministratore ad interim, non è Elon Musk: la conferma della Casa BiancaMa chi è esattamente Amy Gleason? Sbirciando il suo LinkedIn, scopriamo che è approdata allo U.S. Digital Service proprio a gennaio di quest’anno con il titolo altisonante di “consigliere senior”. Non è la sua prima volta nell’amministrazione pubblica – aveva già fatto un giro da quelle parti tra il 2018 e il 2021, sempre come esperta di servizi digitali. Nel mezzo, la classica parentesi nel settore privato e un po’ di consulenza qua e là.
Il DOGE ha fatto il suo debutto ufficiale il giorno stesso dell’insediamento – il 20 gennaio – quando Trump ha firmato l’ordine esecutivo che ha trasformato il vecchio U.S. Digital Service in questa nuova creatura. Non si è limitato a cambiare nome: ha piazzato squadre di “dipendenti governativi speciali” in ogni agenzia federale che conta. E la Gleason? Come amministratore ad interim, risponde direttamente a Susie Wiles, il braccio destro di Trump alla Casa Bianca. Un bel salto di carriera!
Da quando il DOGE è stato creato, gli associati di Musk – molti dei quali provengono o hanno legami con le sue aziende private – hanno ottenuto ampio accesso ai sistemi governativi e a dati sensibili, incluse le informazioni personali di milioni di americani. Un fatto che ha sollevato non poche preoccupazioni sulla privacy e la sicurezza dei dati.
Elon Musk, il “burattinaio” del DOGE?Anche se non è ufficialmente a capo del DOGE, le azioni di Musk e le dichiarazioni pubbliche della Casa Bianca suggeriscono che l’imprenditore sia profondamente coinvolto nella costruzione e nel funzionamento del dipartimento e che goda del pieno sostegno del presidente Trump (di cui è il “solo” il consigliere). Insomma, Musk potrebbe non essere il “re” del DOGE, ma è lui che tira i fili dietro le quinte…
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Un report risalente allo scorso anno ha rivelato che Apple intende addentrarsi profondamente nel mercato della smart home con il lancio di un campanello smart, progettato per competere con prodotti di marchi come Ring e Nest. A tal proposito, nelle scorse ore sono emersi nuovi dettagli, in base a cui il dispositivo in questione dovrebbe essere dotato di MagSafe.
Apple: campanello smart con supporto MagSafeIl dispositivo si trova ancora nelle prime fasi di sviluppo, ma iniziano comunque a trapelare i primi dettagli tecnici. Secondo un post condiviso su X dal noto leaker Kosutami, infatti, il campanello smart del colosso di Cupertino sarebbe dotato di un sistema di ricarica magnetica, anche se il suo scopo esatto resta un mistero. Volendo avanzare qualche ipotesi sensata, l’idea di un MagSafe per un videocitofono potrebbe rendere più comoda la ricarica, eliminando la necessità di batterie sostituibili o complessi cablaggi.
Dai primi dettagli trapelati, il campanello smart di Apple potrebbe integrare il Face ID per riconoscere chi si trova alla porta e sbloccare automaticamente le serrature compatibili con HomeKit.
Inoltre, in base a un precedente report di Mark Gurman, Apple starebbe valutando una partnership con produttori di serrature intelligenti per creare un ecosistema completo, invece di offrire un pacchetto all-in-one come fanno alcuni competitor. Ciò consentirebbe agli utenti di integrare il nuovo device Apple con i sistemi HomeKit esistenti.
Per quel che concerne il debutto sul mercato, invece, sarà necessario attendere ancora. Secondo Gurman, infatti, il campanello smart di Apple non sarà disponibile prima della fine del 2026.
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Quella proposta da Soda PDF (scarica la versione gratuita) è la soluzione giusta per i professionisti alla ricerca di un software in grado di creare e modificare PDF in modo semplice e veloce. Include tutto ciò che serve a rendere l’operazione rapida e facile, andando incontro alle esigenze più avanzate, senza costringere a ricorrere a complicati processi di estrazione e conversione prima di poter ottenere il risultato finale desiderato. Puoi iniziare subito a utilizzarla, scaricandola e mettendola alla prova.
Soda PDF ottimizza il tuo flusso di lavoroPermette di dar vita a un documento partendo da un qualsiasi file e, all’occorrenza, di eseguire la procedura inversa ovvero trasformare un PDF in un documento Word, Excel e PowerPoint, in un’immagine, in un testo da condividere o elaborare e altro ancora. Ci sono anche la modalità batch per risparmiare tempo e aumentare la produttività, la possibilità di intervenire con un editing mirato su testi e immagini, di collaborare con i propri colleghi aggiungendo revisioni e di effettuare il riconoscimento ottico dei caratteri dalle scansioni cartacee sfruttando la tecnologia OCR, senza dimenticare la progettazione di moduli interattivi e il supporto all’inclusione della firma elettronica. Scopri di più nella pagina dedicata.
Tra le ultime novità introdotte dallo sviluppatore, attraverso i continui aggiornamenti distribuiti, ci sono poi gli strumenti AI per intervenire sui contenuti sfruttando le potenzialità dell’intelligenza artificiale, la traduzione di interi documenti in pochi secondi e le opzioni avanzate per l’archiviazione.
Ricapitolando, puoi mettere subito alla prova le funzionalità di Soda PDF con il download gratuito del software. Se successivamente ne avrai esigenza, potrai sbloccare l’accesso a tutte le caratteristiche integrate, senza limitazioni, acquistando la versione Pro a un prezzo fortemente scontato.
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Durante un evento trasmesso in streaming su YouTube, l’azienda californiana ha annunciato tre novità. Il Framework Laptop 13 è ora disponibile anche con processori AMD Ryzen AI 300. In futuro arriverà il nuovo Framework Laptop 12, un convertibile 2-in-1 con processori Intel Core di 13esima generazione. Debutta infine il Framework Desktop, un mini PC con processori AMD Ryzen AI Max.
Nuovo Framework Laptop 13Il Framework Laptop 13 era disponibile con processori AMD Ryzen 7040 e Intel Core Ultra 100. Gli utenti possono ora ordinare una versione con processori AMD Ryzen AI 5 340, Ryzen AI 7 350 e Ryzem AI 9 HX 370. Si tratta quindi di un Copilot+ PC che supporta le funzionalità AI di Windows 11 24H2, in quanto la NPU integrata raggiunge le 50 TOPS.
Queste sono le altre specifiche: schermo da 13,5 pollici (2256×1504 o 2880×1920 pixel), fino a 96 GB di RAM DDR5-5600, SSD fino a 8 TB, webcam full HD, jack audio, altoparlanti stereo, lettore di impronte digitali, Wi-Fi 7, batteria da 61 Wh e quattro slot per le Expansion Card (USB-C, USB-A, HDMI, Ethernet, DisplayPort, microSD, SD e storage).
Il prezzo base è 1.309,00 euro. È disponibile anche la versione senza RAM, SSD, sistema operativo e alimentatore. Il prezzo base scende a 1.089,00 euro. Si può già ordinare sul sito ufficiale. Le spedizioni inizieranno ad aprile.
Framework Laptop 12Il Framework Laptop 12 è il primo convertibile 2-in-1 dell’azienda californiana. Ha uno schermo touch da 12,2 pollici (1920×1080 pixel) e una cerniera che consente la rotazione fino a 360 gradi. Può essere quindi utilizzato come un tablet (la stilo è opzionale).
Queste sono altre specifiche: processori Intel Core i5/i7 di 13esima generazione, fino a 4 GB di RAM, SSD fino a 2 TB, Wi-Fi 6E e quattro slot per Expansion Card. Il design è simile a quello del Framework Laptop 13. Tutti i dettagli verranno forniti ad aprile. L’arrivo sul mercato è previsto entro giugno.
Framework DesktopIl Framework Desktop è un mini PC con dimensione di 96,8×205,5×226,1 millimetri e volume di 4,5 litri. All’interno del case c’è una scheda madre in formato mini-ITX e l’alimentatore da 400 Watt. È tuttavia meno modulare dei notebook.
I processori (AMD Ryzen AI Max 385 e Ryzen AI Max+ 395) e la RAM LPDDR5x-8000 (fino a 128 GB) sono saldati sulla scheda madre. Gli utenti possono aggiungere la ventola e lo storage (fino a 8 TB). Queste sono le altre specifiche: Wi-Fi 7, porte HDMI, DisplayPort (due), RJ45 (5GBit Ethernet), USB Type-A (due) e USB Type-C (due), jack audio e due slot per Expansion Card.
Viene venduto senza sistema operativo. Può essere già ordinato sul sito ufficiale. Le spedizioni inizieranno nel terzo trimestre. Il prezzo base è 1.309,00 euro.
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