Meta presenta LlamaCon, la prima conferenza sull'AI generativa
Meta ha annunciato martedì che ospiterà la sua primissima conferenza per sviluppatori dedicata all’intelligenza artificiale generativa. L’evento, battezzato LlamaCon in onore della famiglia di modelli di AI generativa Llama di Meta, si terrà il 29 aprile. L’azienda promette di condividere “le ultime novità sullo sviluppo dei (suoi) modelli open source per aiutare gli sviluppatori a creare app e prodotti straordinari“.
Prima conferenza Meta sull’AI generativa: arriva LlamaConMeta ha abbracciato da diversi anni un approccio “aperto” allo sviluppo di sistemi AI, nel tentativo di favorire un ecosistema di app e piattaforme. Non è stato reso noto quante app o servizi siano stati costruiti sulla base di questa strategia, ma l’azienda ha dichiarato in precedenza che colossi come Goldman Sachs, Nomura Holdings, AT&T, DoorDash e Accenture utilizzano Llama.
Meta afferma di avere centinaia di milioni di download del modello e almeno 25 partner che ospitano Llama, tra cui Nvidia, Databricks, Groq, Dell e Snowflake. A quanto pare, però, Meta è rimasta davvero spiazzata dall’ascesa improvvisa di DeepSeek.
Gira voce che negli uffici di Meta ci sia preoccupazione perché R1 di DeepSeek potrebbe fare meglio della nuova versione di Llama, che dovrebbe uscire tra qualche settimana. Non a caso, i tecnici di Meta si sarebbero messi a studiare come la startup cinese sia riuscita a tagliare così tanto i costi di gestione e implementazione dei suoi modelli, nella speranza di applicare queste “lezioni” anche allo sviluppo di Llama.
Gli investimenti miliardari di Meta nell’AIMeta ha dichiarato di recente che quest’anno investirà fino a 80 miliardi di dollari nell’AI, tra assunzioni di personale specializzato e la costruzione di nuovi data center dedicati all’AI. Il CEO Mark Zuckerberg, ha annunciato in precedenza che l’azienda prevede di lanciare diversi modelli Llama nei prossimi mesi, tra cui modelli di “ragionamento” sulla falsa riga di o3-mini di OpenAI e modelli con capacità multimodali native. Ha anche accennato a capacità “agentive”, suggerendo che i futuri modelli Llama saranno in grado di intraprendere autonomamente determinate azioni.
Le battaglie legali di MetaMeta si trova anche nel bel mezzo di una causa legale che accusa l’azienda di aver addestrato i suoi modelli su materiali di libri protetti da copyright senza autorizzazione. Ma i problemi non finiscono qui. A complicare ulteriormente i piani su Llama ci sono anche diversi paesi dell’Unione Europea, che hanno praticamente costretto l’azienda a rimandare – e in alcuni casi addirittura a cancellare del tutto – i suoi progetti di lancio dei modelli. Il motivo? Le solite grane sulla privacy dei dati, ovviamente.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}AI sviluppa enzima che decompone anche la plastica PET
Gli enzimi sono i catalizzatori più straordinari che la natura abbia mai creato. Spesso, i chimici si arrovellano per trovare alternative non enzimatiche altrettanto efficienti. Peccato che gli enzimi abbiano comunque dei limiti. L’evoluzione diretta ha prodotto qualche variante utile di enzimi che già conosciamo, ma ampliare lo spettro d’azione resta una sfida notevole.
Nuovo enzima creato grazie all’AI per decomporre la plasticaMa ecco che entra in scena l’intelligenza artificiale. Un team di ricercatori è riuscito a creare un enzima capace di digerire la plastica. Gli scienziati si sono concentrati sulla rottura dei legami estere, che uniscono catene di carbonio attraverso un atomo di ossigeno. Aggiungendo una molecola d’acqua, l’estere si spezza, lasciando una catena con un gruppo alcool e l’altra con un acido organico. Sembra facile, ma dietro questa reazione apparentemente banale si cela un intricato balletto molecolare.
Durante il processo di rottura, una parte dell’estere finisce per legarsi chimicamente a un aminoacido dell’enzima stesso. Quel legame va poi rotto da un’altra reazione, altrimenti l’enzima si blocca. Per orchestrare questa danza, gli enzimi naturali posizionano strategicamente gli aminoacidi nel loro sito attivo, sfruttando il pH per scambiare protoni avanti e indietro. Un meccanismo di precisione atomica, con almeno quattro fasi distinte.
I ricercatori hanno fatto lavorare a pieno regime i loro strumenti AI per il design proteico, come RFDiffusion e PLACER. Dei primi 129 enzimi progettati, solo due hanno mostrato una blanda attività catalitica. Aggiungendo PLACER al flusso di lavoro, il numero di enzimi attivi è triplicato. Ma non è bastato: gli enzimi si bloccavano dopo una sola reazione, legandosi all’estere invece di catalizzarne la rottura.
Alternando cicli di design con RFDiffusion e screening con PLACER, il team è riuscito ad aumentare la frequenza di enzimi funzionali, fino a crearne uno con un’attività paragonabile a quella degli enzimi naturali. Hanno anche dimostrato di poter usare lo stesso approccio per progettare un enzima capace di digerire il PET, una plastica comune (quella delle bottiglie per intenderci).
La strada è ancora lunga, ma promettenteProgettare enzimi da zero, specialmente quelli simili a enzimi naturali, resta un’impresa ardua. Ma ora gran parte del lavoro può essere fatto al computer, e con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Chissà cosa potrebbe succedere se gli scienziati riuscissero a progettare un enzima essenziale per la sopravvivenza, lo introducessero in un batterio e lo lasciassero evolvere. Forse la vita stessa potrebbe insegnarci a migliorare i nostri progetti più ambiziosi.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Nvidia: RTX 5070 Ti 16% più veloce della 4070 Ti SUPER
Nonostante i benchmark ufficiali non siano ancora disponibili, sono emersi già alcuni test sintetici riguardo le prestazioni della RTX 5070 Ti rispetto i corrispettivi modelli della passata gamma. Ovviamente, i test sintetici non sono mai esaustivi, proprio perché per via della presenza di tecnologie come ray tracing e upscaling, fornire una singola metrica prestazionale diventa più complesso e i risultati non sempre risultano uguali in ogni benchmark. Risultano a ogni modo più coerenti di qualsiasi test effettuati con le API grafiche, come OpenCL, oltre a fornire già una mezza idea sulle capacità della GPU.
Nvidia: nei primi benchmark la RTX 5070 Ti supera la 4070 Ti SUPER del 16%I benchmark preliminari provengono dalla nota testata Videocardz che, per i test, ha utilizzato un sistema composto da una CPU AMD Ryzen 7 9800X3D, accompagnato da 48GB di RAM DDR5 da 6GHz. Il modello di Nvidia GeForce RTX 5070 Ti è quello di riferimento, funzionante alla frequenza di fabbrica. Nel paragone, sono stati aggiunte le RTX 5080 e la 4070 Ti SUPER, in modo da fornire già un quadro preliminare sulla differenza prestazionale con la passata generazione e con il modello più performante.
Come risulta dalle prove effettuate, in media la RTX 5070 Ti sembra essere da subito più veloce del 16,6% rispetto la precedente 4070 Ti SUPER, posizionandosi al tempo stesso più indietro del 13,2% alla RTX 5080. Si tratta di dati interessanti, soprattutto se viene considerata la prevedibile differenza di prezzo tra i due modelli. Come già è sembrato a lancio, infatti, la 5070 Ti pare proprio essere il modello più interessante di tutta la gamma, essendo anche dotato di una configurazione memoria identica alla RTX 5080.
Ovviamente, i benchmark ufficiali con i titoli offriranno molti più dati in merito alle differenze prestazionali tra la RTX 5070 Ti e la 5080, come già anticipato inizialmente, specie per quanto riguarda le prove in 2K e 4K, dove si noteranno differenze anche maggiori.
Non resta quindi che attendere ancora pochissimi giorni per scoprirlo.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}WhatsApp dovrà rispettare il Digital Services Act?
WhatsApp potrebbe essere la terza piattaforma di Meta soggetta al Digital Services Act (DSA). L’azienda di Menlo Park ha comunicato il 14 febbraio (PDF) che i canali sono utilizzati in media da 46,8 milioni di utenti attivi mensili. Il numero supera la soglia minima, per cui la Commissione europea potrebbe designare il servizio di messaggistica come VLOP (Very Large Online Platform).
Nuovi obblighi in arrivo per Meta?Il Digital Services Act è in vigore dal 17 febbraio 2024. La legge deve essere rispettata da tutte le piattaforme e da tutti i motori di ricerca, ma per VLOP e VLOSE (Very Large Online Search Engine) con almeno 45 milioni di utenti ci sono regole più stringenti. Le aziende devono quindi comunicare il numero di utenti ogni sei mesi.
Meta ha rispettato la scadenza del 17 febbraio 2025, comunicando che tra il 1 luglio e il 31 dicembre 2024 c’erano circa 46,8 milioni di utenti iscritti ai canali. Questi ultimi, a differenza delle chat, sono accessibili a tutti, quindi sono comparabili ad un social network.
Un portavoce della Commissione europea ha dichiarato che il numero di utenti supera la soglia per la designazione come VLOP. Ciò potrebbe avvenire ufficialmente nei prossimi giorni. Se il numero scenderà nuovamente sotto la soglia, la designazione verrà revocata.
Meta dovrà rispettare una serie di obblighi aggiuntivi, tra cui l’implementazione di misure per impedire la diffusione di contenuti illegali o dannosi, garantire la protezione dei minori e creare un repository delle inserzioni. L’azienda di Menlo Park deve già rispettare il DSA con Facebook e Instagram. L’aggiunta di WhatsApp incrementerà la probabilità di uno scontro tra Europa e Stati Uniti.
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Proprio oggi, gli sviluppatori hanno rilasciato KDE Plasma 6.3.1, il primo aggiornamento di manutenzione della serie 6.3 con i canonici bugfix, ottimizzazioni e miglioramenti per rendere sempre più stabile e performante l’ambiente desktop.
KDE Plasma 6.3.1: nuova carrellata di bugfix e ottimizzazioniKDE Plasma 6.3.1 corregge innanzitutto l’elenco degli aggiornamenti nel gestore dei pacchetti in modo che questo presenti un’interfaccia ordinata, ripristinando i risultati di ricerca per un servizio metereologico integrato del widget relativo, nonché aggiungendo su Welcome Center la possibilità di ricordare le dimensioni della finestra su Wayland e la sua posizione su X11 dopo ogni avvio.
Viene poi migliorata la presentazione dei risultati di ricerca nel nuovo provider meteo DWD e migliorata l’affidabilità dell’icona cestino, in modo che cambi correttamente stato quando questo viene svuotato o sono presenti dei file da eliminare.
KDE Plasma 6.3.1 corregge numerosi bug regressivi, che causavano un crash della finestra KWin e del gestore composito nella sessione X11 durante l’hotplugging o il passaggio da uno schermo HDMI all’altro. Gli sviluppatori consigliano anche gli utenti che fanno ancora uso del vecchio X11 di passare a Wayland, perché la vecchia sessione non riceve ormai più supporto dagli sviluppatori.
Altri bug risolti riguardano due crash intermittenti nella finestra di dialogo di selezione della schermata basata sul portale, delle regressioni che causavano il crash su KWin ore dopo il collegamento a caldo di un dock Thunderbolt, un crash di alcune app basate su Qt all’avvio quando veniva usato il tema Breeze e uno strano bug nel widget “Appunti” che causava la sovrapposizione di elementi nella visualizzazione elenco.
Ulteriori regressioni risolte su KDE Plasma 6.3.1 riguardano un arresto anomalo di KWin durante l’interazione con la combinazione Alt+ Tab durante l’utilizzo del software per il render, nonché un malfunzionamento dell’impostazione “Preferisci efficienza” e due bug della navigazione navigazione con tastiera nel widget “Alimentazione e batteria”.
Tutti i cambiamenti della nuova versione sono elencati al completo nella pagina ufficiale.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Microsoft ci ripensa, niente accesso automatico agli account
Un piccolo giallo in casa Microsoft… Il colosso di Redmond aveva annunciato alcune modifiche al sistema di accesso agli account, che avrebbero mantenuto gli utenti sempre connessi, a meno di una disconnessione volontaria o dell’uso della navigazione privata. La novità, comunicata agli utenti di Outlook.com attraverso una notifica e un articolo del supporto tecnico (poi rimosso), sembrava imminente. Ma ora Microsoft ci ripensa.
Niente accesso automatico agli account MicrosoftIn una dichiarazione rilasciata a The Verge, Alex Simons, vicepresidente corporate del team di gestione dell’identità e dell’accesso alla rete di Microsoft, smentisce i cambiamenti. “A febbraio non ci saranno modifiche alle esperienze di accesso degli utenti commerciali (Microsoft Entra) o consumer (account Microsoft)“, afferma Simons. “I rapporti dei media si basavano su informazioni incomplete pubblicate per errore da un team di prodotto Microsoft. Le notifiche errate sono state rimosse“.
Insomma, quella che sembrava una svolta epocale nel modo in cui gli utenti accedono al proprio account Microsoft è stato un errore. O forse solo un rinvio. Già, perché Simons non chiarisce quando l’azienda intenda effettivamente implementare queste modifiche, dopo le notifiche errate. Ma una cosa è certa: quando arriveranno, non sarà più chiesto se si desidera rimanere connessi. Microsoft manterrà automaticamente loggati.
Attenzione alla privacy sui PC pubbliciQuando Microsoft inizierà a mantenere automaticamente l’accesso, si dovrà prestare più attenzione quando si usa un PC pubblico. Sarà necessario utilizzare una finestra di navigazione privata o assicurarsi di disconnettersi manualmente al termine della sessione. In caso contrario, l’account rimarrà connesso, con tutti i rischi del caso.
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Le cuffie bluetooth Marshall Major IV sono un prodotto di alta qualità, con una batteria che dura oltre 80 ore e dal design iconico e pieghevole. Oggi sono disponibili su Amazon con una splendida offerta: puoi pagarle soltanto 57,37 euro invece di 149, con spedizione Prime.
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Marshall Major IV: 80 ore di musica senza filiLe oltre 80 ore di riproduzione wireless garantite sono sicuramente la caratteristica che emerge principalmente per queste cuffie on ear, ma non solo.
C’è anche il suono tipico del marchio Marshall, potente e ricco di dettagli, con bassi profondi e alti cristallini, senza contare un design progettato per garantire una vestibilità perfetta anche per lunghe sessioni di ascolto: merito dei nuovi cuscinetti auricolari ergonomici, delle cerniere 3D e dell’archetto dritto che si adattano alla forma della testa.
Grande comodità è la manopola di controllo multidirezionale per gestire facilmente la riproduzione musicale, regolare il volume e rispondere alle chiamate con un semplice tocco.
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Dal design pieghevole e compatto, le Major IV sono delle cuffie bluetooth perfette da portare sempre con te e dall’intramontabile look iconico: acquistale a soli 57,37 euro invece di 149.
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Intel continua ad aggiornare la sua architettura Arrow Lake, ovvero la base su cui è fondata l’attuale generazione di CPU Core Ultra 200S la quale non brilla esattamente in ambito videoludico, spiccando al contrario nelle attività produttive. Con il nuovo microcodice, rilasciato per la priva volta da MSI per i modelli di schede madri equipaggiate con i controller Z890 e B860, viene migliorata sia stabilità che overclock.
Intel: il nuovo microcodice migliora stabilità e overclock sulle CPU Core Ultra 200S Arrow LakeNonostante Intel avesse già pubblicato un recente microcodice, che sembrava l’ultimo, con cui ha tentato di migliorare le prestazioni nei giochi, riuscendoci comunque ma non abbastanza da colmare il gap con la concorrenza, pare che l’azienda abbia continuato a lavorare per continuare a ottimizzare le sue ultime CPU.
Il nuovo microcodice per la piattaforma LGA 1851, che riporta il numero versione 0x116, viene quindi rilasciato per la prima volta da MSI, per migliorare ulteriormente anche aspetti come l’affidabilità e l’overclock nei modelli della serie K. Come di consueto, è possibile riceverlo tramite apposito aggiornamento BIOS scaricabile direttamente dal sito del produttore, nella pagina relativa al proprio modello, o tramite la comoda utilità MSI Center.
La precedente versione del microcodice Intel per i processori Arrow Lake era stato rilasciato a dicembre aveva ottenuto qualche miglioramento, toccando anche un buon +26% in alcuni titoli, non riuscendo tuttavia a rispettare a pieno le aspettative precedenti. Dal lancio, l’azienda ha infatti lavorato microcodice dopo l’altro per tentare di migliorare la situazione prestazionale in ambito videoludico.
Nonostante non siano ancora note tutte le migliore apportate, il nuovo microcodice contribuisce a garantire una maggior affidabilità e maggior spazio per overclock, oltre a una miglior compatibilità con le memorie RAM. Al momento, tuttavia, il nuovo BIOS non è disponibile per tutti i modelli di schede madri MSI, dato che soltanto la metà di questi può installare l’aggiornamento.
Non resta che attendere possibili benchmark per scoprire se Intel è riuscita a spremere più prestazioni anche per i giochi.
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Con un coupon su Amazon puoi ricevere subito 100 euro di sconto su questo potente Mini PC con processore Intel Core i7, 32GB di RAM DDR5 e SSD M.2 PCIe 4.0 da 1TB. Spuntando la casella “Applica coupon 100€” che trovi in pagina puoi pagarlo soltanto 519 euro invece di 619.
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Mini PC Beelink EQi12: la scheda tecnicaIl Mini PC è dotato di un processore Intel Core i7-12650H di dodicesima generazione, capace di raggiungere una frequenza di clock massima di 4,7GHz. Il chip è supportato da ben 32GB di memoria RAM DDR5 per prestazioni multitasking impressionanti e da una SSD PCIe 4.0 da 1TB che garantisce spazio e velocità d’esecuzione.
La scheda grafica integrata Intel supporta più monitor contemporaneamente in 4K e 60Hz, mentre la connettività include WiFi 6 e Bluetooth 5.2, per darti il meglio in termini di connessione wireless e per l’uso delle tue periferiche senza filo.
Tra le numerose porte citiamo USB-C, HDMI e doppia LAN Gigabit, così da poter collegare tutti i dispositivi che preferisci e anche una rete ethernet cablata per la migliore velocità.
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Con sistema operativo Windows 11 Pro preinstallato, è un Mini PC compatto, potente e adatto a qualsiasi esigenza. Spunta la casella del coupon sconto per pagarlo soltanto 519 euro invece di 619.
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Come anticipato la scorsa settimana, il produttore cinese ha portato in Europa il nuovo OnePlus Watch 3. Rispetto alla precedente generazione ci sono diversi miglioramenti in termini di design, specifiche hardware e funzionalità. Gli utenti italiani possono acquistare lo smartwatch a partire da oggi, sfruttando alcune offerte.
OnePlus Watch 3: specifiche e prezzoIl OnePlus Watch 3 ha una cassa in acciaio inossidabile e una cornice in titanio. Lo schermo OLED da 1,5 pollici ha una risoluzione di 466×466 pixel e una luminosità massima di 2.200 nits. Lungo il lato destro ci sono un pulsante e una corona rotante. Lo smartwatch ha ricevuto le certificazioni MIL-STD-810H, IP68 e 5ATM.
Il OnePlus Watch 3 offre un’autonomia fino a 16 giorni (modalità risparmio energetico), grazie alla batteria da 631 mAh e all’architettura Dual Engine. Sono infatti presenti il processore Snapdragon W5 che si occupa dei compiti più pesanti e il microcontrollore BES2800 che gestisce le attività in background.
Lo smartwatch integra un nuovo sensore che misura la temperatura del polso e un chip GPS aggiornato che migliora la ricezione del segnale in aree con edifici alti. Sono presenti anche cardiofrequenzimetro, pulsossimetro, bussola, accelerometro, barometro, giroscopio e sensore di luce ambientale.
La connettività è garantita da Wi-Fi, Bluetooth 5.3, GPS, Galileo e NFC. Microfono e altoparlante consentono le chiamate telefoniche, mentre i 32 GB di storage possono essere utilizzati per copiare i brani musicali. Può misurare i parametri di oltre 100 tipi di allenamento e quelli sulla salute. In Europa sarà disponibile anche l’elettrocardiogramma nel secondo trimestre.
Entro marzo verrà rilasciato un aggiornamento che include la funzionalità 60s Health Check-in. Premendo il pulsante laterale verrà effettuato un check-in in 60 secondi che considera sei parametri: frequenza cardiaca, livelli di ossigeno nel sangue (SpO2), benessere mentale, temperatura del polso, qualità del sonno ed età vascolare.
Il sistema operativo è Wear OS 5, quindi sono accessibili tutti i servizi Google, tra cui Gmail e Wallet. Il prezzo è 349,00 euro. Fino al 25 febbraio è possibile ricevere uno sconto di 50 euro e le OnePlus Buds Pro 3 in regalo. Dal 26 febbraio al 31 marzo sarà possibile ricevere uno sconto di 50 euro e le OnePlus Nord Buds 3 Pro in regalo.
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Elon Musk non guida il Department of Government Efficiency (DOGE), nonostante la sua nomina da parte del presidente Donald Trump. È quanto emerge da un nuovo documento legale del governo statunitense. In realtà, Musk non è nemmeno un dipendente del DOGE, anche se si presenta come il principale artefice delle sue attività.
Elon Musk non è il capo del DOGE, ma “solo” il consigliere del presidenteSecondo quanto dichiarato lunedì da Joshua Fisher, direttore dell’Ufficio dell’Amministrazione della Casa Bianca, Elon Musk è impiegato come consigliere senior del presidente, una posizione che non gli conferisce più autorità di qualsiasi altro consigliere della Casa Bianca. Cosa vuol dire? Che il miliardario non ha alcuna autorità effettiva o formale per prendere decisioni governative in prima persona. Può “solo” consigliare il presidente e comunicare le sue direttive.
La dichiarazione depositata da Fisher è frutto di una battaglia legale più ampia tra Trump e una dozzina di procuratori generali di vari stati. In pratica, accusano il presidente di aver creato un nuovo dipartimento federale senza passare dal Congresso e di aver dato a Musk troppo potere sul governo senza l’approvazione del Senato. Non è l’unica causa contro il DOGE.
Musk, leader de facto del DOGE?Il documento sembra smentire quello che dice lo stesso Trump, che ha più volte presentato Musk come il capo del DOGE. C’è poi un altro problema: questo dipartimento non ufficiale è riuscito ad accedere a sistemi finanziari governativi sensibili, cosa mai successa prima. La situazione è ambigua: ufficialmente Musk non è a capo del DOGE, ma nella pratica ha avuto parecchia voce in capitolo nelle decisioni per tagliare i costi, oltre ad essere diventato il volto pubblico dell’iniziativa.
Di fatto la natura di questo gruppo è sempre stata sfuggente. Prima dell’insediamento di Trump, lui e Musk lo descrivevano come un’entità “esterna al governo” che poteva collaborare con le agenzie della Casa Bianca e una sottocommissione del Congresso per riesaminare legalmente la spesa pubblica. “Siamo imprenditori, non politici“, avevano dichiarato Musk e Ramaswamy al Wall Street Journal parlando dei loro progetti per il gruppo consultivo. “Serviremo come volontari esterni, non come funzionari o dipendenti federali“.
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Sora, il chiacchieratissimo generatore di video AI di OpenAI, ha fatto sognare tutti sin dal suo annuncio lo scorso anno. Anche nella versione “Turbo“, limitata a video di 20 secondi n Full HD, riesce a produrre immagini sorprendentemente realistiche con movimenti fluidi.
Come funziona Sora di OpenAI?Con Sora basta scrivere un prompt, caricare un’immagine o un video, e il sistema fa tutto il resto, rendendo la creazione video molto più semplice rispetto ai metodi tradizionali.
Una delle funzioni più interessanti è quella che permette di modificare parti specifiche del video usando semplici istruzioni in linguaggio naturale (es. “aggiungi dei gabbiani sullo sfondo“). Si possono anche selezionare i fotogrammi d’impatto e allungarli per creare scene complete, dando ritmo ed enfasi dove serve.
I loop, invece, permettono di creare video che si ripetono (in loop, appunto), perfetti se si vuole generare uno sfondo animato per una presentazione o un effetto visivo particolare. E se hanno due video diversi che vorrebbero mettere insieme? Nessun problema: si possono fondere in un unico filmato, creando transizioni originali che sarebbero complicate da realizzare con i programmi tradizionali.
Con la funzione Storyboard si possono organizzare le scene come si preferisce, spostandole lungo una linea temporale personale, un po’ come fanno i registi quando pianificano le riprese. Questo aiuta a costruire una storia più coerente e a visualizzare meglio il progetto finale. E se si ha bisogno di ispirazione per lo stile, ci sono già diverse opzioni pronte all’uso come “Cartone animato” o “Film noir”, che danno subito un aspetto professionale al lavoro.
I limiti della versione attuale di SoraMa non è tutto oro quel che luccica. Prima di tutto perché Sora in Italia non è ancora disponibile (come nel resto dell’Europa e nel Regno Unito). A meno che non si voglia usare una VPN, ma a proprio rischio e pericolo. Inoltre, è vero che il generatore è incluso con ChatGPT Plus, ma è possibile generare solo 50 video al mese a 720p e della durata di 5 secondi. Senza considerare che non consente di creare video di persone. Per avere la massima libertà, oltre che una qualità migliore, bisogna sottoscrivere il piano Pro che costa 200 dollari al mese.
Un aspetto positivo, al di là del costo, è che OpenAI ha implementato misure di sicurezza per prevenire abusi, come watermark visibili e metadati per indicare contenuti generati dall’AI, oltre a restrizioni sull’upload di certi tipi di contenuto.
Sora è senza dubbio uno strumento potentissimo, del resto se ha sedotto anche Hollywood qualche motivo ci sarà… per molti però resta un sogno ancora lontano, almeno per ora.
5 generatori di video AI alternativi da provare oraL’arrivo di Sora ha davvero cambiato le carte in tavola nel mondo dei video generati con l’intelligenza artificiale. In risposta, sono spuntati diversi concorrenti made in China, mentre nomi già noti come Runway e Pika Labs hanno dovuto aggiornare in fretta i loro prodotti per non restare indietro. Nel frattempo sono arrivati anche nuovi progetti interessanti come Haiper, Dream Machine di Luma Labs e Mochi-1, che è completamente open source.
Naturalmente, ognuno di questi strumenti ha i suoi punti di forza. Alcuni funzionano sorprendentemente bene, quasi come Sora Turbo, mentre altri sono pensati più per l’utente medio che per i professionisti.
1. RunwayRunway è stato il primo a lanciare un generatore di video AI commerciale e da allora ha continuato a migliorarlo e ad aggiungere nuove funzionalità.
Con il lancio di Gen-3, ora si possono creare video a partire da 10 secondi. Oltre al modello text-to-video, Runway ha aggiunto le opzioni image-to-video e video-to-video, l’estensione delle clip, un lip synch molto accurato e Act-One. Questa nuova funzione consente di animare un personaggio partendo da un’immagine o un video di riferimento. Caricando una “performance di guida” – ovvero un filmato di una persona che recita o si muove – l’intelligenza artificiale è in grado di replicare con precisione espressioni facciali, movimenti della bocca e altro ancora.
A settembre 2024, Runway ha stretto una partnership con Lionsgate, fornendo allo studio accesso ai suoi strumenti di AI generativa. Questa collaborazione mira a integrare l’AI nel processo creativo, assistendo in attività come lo storyboarding, la creazione di scenari di sfondo e gli effetti speciali, semplificando i flussi di lavoro di produzione e riducendo i costi.
2. Dream Machine di Luma LabsLuma Labs ha svelato Ray2, la sua ultima versione del suo generatore. Ray2 permette di creare video con movimenti che sembrano davvero naturali – più fluidi, veloci e coerenti. Anche la fisica degli oggetti è notevolmente migliorata, tanto che i risultati sono molto più convincenti rispetto al passato. Ray2 è stato addestrato con una potenza di calcolo dieci volte superiore al predecessore, e si vede: ora è molto più probabile ottenere un video utilizzabile al primo colpo, senza bisogno di continue correzioni.
Dream Machine sembra essere spuntata dal nulla all’inizio di quest’anno, offrendo livelli impressionanti di realismo, aderenza al prompt e movimento naturale. Offre anche una generazione iniziale di video di 5 secondi, keyframe ed estensioni.
L’ultima versione va oltre la semplice generazione di video, trasformando Dream Machine in un partner creativo. Si tratta di un’interfaccia in stile chatbot dove si può collaborare con l’IA per creare immagini, video e progetti.
3. KlingKling AI è un generatore di video AI della società Kuaishou. Riesce a creare video più lunghi degli altri strumenti simili, con movimenti molto più naturali. Segue meglio le indicazioni che gli si forniscono e sa gestire scene con diverse inquadrature.
È anche super intuitivo, il che non guasta. Si può partire da un’immagine o semplicemente descrivere cosa si vuole, e lui migliora automaticamente la qualità. I video possono durare dai 5 ai 10 secondi. Ma la vera magia è come trasmette le emozioni, sia attraverso i movimenti della telecamera che nelle espressioni dei personaggi che crea.
4. Hailuo di MiniMaxHailuo di MiniMax ha debuttato all’inizio dello scorso anno e in breve tempo è diventato uno dei migliori generatori di video AI sul mercato, grazie a movimenti realistici e un rendering video di alta qualità. Da allora ha lanciato modelli image-to-video, di generazione di testo e suono, oltre a una nuova interfaccia.
5. HaiperHaiper funziona in modo un po’ diverso dagli altri generatori video AI. Invece di permettere di controllare ogni minimo dettaglio del movimento, hanno preferito concentrarsi sulla creazione di un sistema che capisce davvero bene quello che gli si chiede di fare.
All’inizio dell’anno, a gennaio, hanno lanciato la loro app Haiper AI Video Art Generator su iPhone e iPad. L’applicazione consente di trasformare i propri video in opere d’arte vere e proprie. È un modo nuovo per esprimere la creatività senza bisogno di essere un esperto di video editing.
6.PikaPika permette di creare video dinamici da prompt testuali o immagini e di generare video con un movimento più fluido e un aspetto più realistico. Offre una serie di funzionalità progettate per migliorare la creatività e semplificare il processo di creazione video.
I controlli cinematografici della telecamera permettono di applicare movimenti avanzati per aggiungere un tocco professionale ai video. L’ultima novità di Pika sono i Pikadditions, che permettono di integrare elementi unici in video esistenti, consentendo l’aggiunta di componenti sorprendenti e fantastici per migliorare la creatività.
7. Mochi-1 di GenmoMochi-1 è un modello open-source che è stato adattato e perfezionato dalla comunità da quando è stato rilasciato da Genmo. Il generatore permette di creare video abbastanza velocemente e può funzionare su un PC da gioco di fascia alta – gli altri funzionano tutti sul cloud. Può anche essere personalizzato e adattato per lavorare con i brand e requisiti specifici.
Genmo prevede di rilasciare Mochi 1 HD prima della fine dell’anno, che supporterà la generazione video a 720p con una maggiore fedeltà e un movimento ancora più fluido. Inoltre, sta lavorando sulle capacità image-to-video per offrire agli utenti un controllo più preciso sugli output.
Per chi è interessato a esplorare le capacità di Mochi 1, Genmo offre un playground ospitato dove gli utenti possono generare video dai propri prompt. Gli sviluppatori possono anche accedere ai pesi e al codice sorgente del modello attraverso piattaforme come Hugging Face e GitHub.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Conto aziendale Vivid: tanti vantaggi e fino al 10% di cashback sulle spese
La scelta di un nuovo conto business per liberi professionisti, aziende e imprese di vario tipo passa per un’analisi attenta delle caratteristiche del conto stesso che, oltre a un’operatività completa (e digitale), deve poter garantire dei bonus aggiuntivi in grado di fare la differenza.
È il caso del Conto Vivid che rappresenta una delle opzioni più interessanti disponibili oggi sul mercato. Per i nuovi clienti che scelgono questo conto, infatti, è possibile sfruttare un tasso di interesse del 4% per i primi 2 mesi e poi fino al 3%, in base al piano scelto su piani selezionati).
In più c’è il cashback fino al 10% (la percentuale varia in base al negozio dove si effettua l’acquisto; su Amazon, ad esempio, si può arrivare all’aliquota massima). Per un quadro completo sulle opzioni disponibili è possibile accedere al sito ufficiale di Vivid da cui si potrà completare l’apertura del conto.
Conto aziendale con Vivid: ecco perché sceglierloIl Conto Vivid si articola su più livelli:
- per i liberi professionisti c’è il piano Standard a canone zero oltre al piano Prime da 7,90 euro al mese
- per le aziende ci sono i piani Free Start, a canone zero, Basic, da 7 euro al mese, e Pro, da 19 euro al mese
- per le imprese sono disponibili i piani dedicati Enterprise e Enterprise+ a partire da 79 euro al mese
I piani a pagamento sono sempre disponibili con 2 mesi di prova gratuita. I prezzi indicati sono IVA esclusa.
Con Vivid è possibile, quindi, accedere a un’offerta completa e personalizzabile, ricca di vantaggi e in grado di garantire un’operatività completa, con carte virtuali e fisiche, la possibilità di effettuare bonifici SEPA in uscita senza commissioni.
Il servizio proposto da Vivid aggiunge anche:
- un tasso di interesse del 4% sulla liquidità non vincolata per 2 mesi, poi fino a 3% su alcuni piani selezionati
- cashback fino al 10% per le spese con carta
Per un quadro completo sul conto e per scegliere la versione più adatta alle proprie necessità basta seguire il link qui di sotto.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Ubuntu: le edizioni LTS potrebbero includere più driver Intel
Gli sviluppatori Canonical stanno attualmente valutando la possibilità di poter includere un numero maggiore di pacchetti che riguardano i driver grafici Intel, all’interno degli stack HWE che consentono l’abilitazione e il supporto hardware. Ciò è sicuramente dovuto a una maggior presenza da parte dell’azienda di Santa Clara nel settore delle schede grafiche, dove ha ormai presentato da alcuni anni le sue proposte, tra cui figurano le recenti Arc Battlemage.
Ubuntu: più driver grafici Intel nelle edizioni LTSLa disponibilità di un numero maggiore di driver grafici Intel nelle edizioni LTS di Ubuntu, ovvero quelle che permettono di garantire un supporto a lungo termine, garantirebbe un supporto più esteso e completo a una maggior parte di componenti hardware, tra cui figurano per l’appunto le più recenti GPU dedicate di Intel, oltre che i futuri modelli.
Gli stack HWE della distribuzione Linux includono già le versioni aggiornate di Mesa e dello stesso kernel, con cui è possibile far funzionare i driver open source sia Intel, che anche Nvidia e AMD. Gli sviluppatori vorrebbero tuttavia includere negli stack anche i pacchetti che consentono sia l’accelerazione che l’elaborazione dei contenuti multimediali.
La proposta per Ubuntu LTS è stata avanzata da un ingegnere Canonical, e prevederebbe l’inclusione dei pacchetti Intel Level Zero, i quali a loro volta comprendono componenti come Compute Runtime e Intel Graphics Compilerò. Insieme ai pacchetti Level Zero dovrebbero anche esserci ulteriori componenti come oneTBB Threaded Building Blocks, oneVPL, VA-API (libva), Intel Media Driver, Intel VC Intrinsics e pacchetti correlati.
Come anticipato prima, l’aggiunta di tali pacchetti rappresenterebbe un’enorme comodità per gli utenti che hanno deciso di acquistare una GPU Arc per l’accelerazione video con le librerie più diffuse, come oneAPI, Level Zero e OpenCL compute. Ovviamente si tratta di pacchetti utili anche per l’hardware Intel meno recente, come la prima generazione di Arc, dato che permetterà di abilitare ulteriori migliorie anche in quel caso.
Qui è possibile consultare la proposta avanzata per Ubuntu.
Huawei MatePad Pro 13.2 con schermo OLED PaperMatte
Huawei ha annunciato il lancio globale di tre prodotti, tra cui il nuovo MatePad Pro 13.2 con schermo OLED PaperMatte. Si tratta di un tablet di fascia alta che potrebbe essere un’alternativa all’iPad Pro da 13 pollici. L’azienda cinese ha comunicato anche l’arrivo in Italia del Mate XT Ultimate Design e del Band 10.
Huawei MatePad Pro 13.2 (2025)Il MatePad Pro 13.2 ha uno schermo OLED flessibile da 13,2 pollici (2880×1920 pixel e refresh rate di 144 Hz) con tecnologia PaperMatte. Dal nome si deducono le due principali caratteristiche. La sensazione durante la scrittura e il disegno con la stilo M-Pencil è simile a quella della carta. Il trattamento anti-riflesso garantisce inoltre una visione ottimale dei contenuti.
Queste sono le altre specifiche: processore Kirin T92, 12 GB di RAM, 512 GB di storage, fotocamere posteriori da 50 e 8 megapixel (standard e ultra grandangolare), fotocamera frontale da 16 megapixel, connettività Wi-Fi 6 e Bluetooth 5.2, GPS e Galileo, porta USB Type-C, sei altoparlanti, quattro microfoni, lettore di impronte digitali, batteria da 10.100 mAh con ricarica rapida (100% in 65 minuti).
La cornice centrale è in lega di magnesio aeronautico, mentre la cover posteriore è in fibra di vetro. Dimensioni e peso sono 289,1×196,1×5,5 millimetri e 580 grammi, rispettivamente. Gli accessori sono Smart Magnetic Keyboard e M-Pencil (supporta 16.384 livelli di pressione).
Il sistema operativo è HarmonyOS 4.3. Il prezzo del tablet è 1.199,00 euro. Fino al 24 marzo è possibile ricevere uno sconto di 250 con il codice AMKTMP13250 e due omaggi: M-Pencil e mouse Bluetooth.
Huawei Band 10Il nuovo Huawei Band 10 ha uno schermo AMOLED da 1,47 pollici (368×194 pixel), cassa in alluminio o polimero, cinturini intercambiabili in fluoroelastomero, accelerometro, giroscopio, bussola, sensore di luce ambientale e cardiofrequenzimetro.
Lo smartwatch può misurare tutti i parametri relativi alla salute e alle attività sportive, tra cui frequenza cardiaca, aritmia, livello di ossigeno nel sangue, livello di stress, apnee notturne e oltre 100 tipi di allenamento. Il prezzo non è stato comunicato.
Internet all'estero: basta attivare una eSIM prima di mettersi in viaggio
Prima di partire per un viaggio all’estero, in particolare al di fuori dell’UE, è essenziale assicurarsi di avere la possibilità di sfruttare una connessione Internet. Per farlo, è sufficiente acquistare una eSIM prima di partire, scegliendo un servizio in grado di garantire i Giga necessari nel Paese che sarà la meta del proprio viaggio, sia esso una vacanza o un viaggio di lavoro.
Il servizio a cui fare riferimento è Saily. Si tratta di un operatore di riferimento per chi è alla ricerca di una eSIM per avere Internet all’estero grazie a una gamma di offerte ricca e completa, con servizi attivi in tutto il mondo. Per accedere alle offerte e acquistare una nuova eSIM basta visitare il sito ufficiale di Saily tramite il box qui di sotto. Bastano pochi euro per poter accedere alle eSIM di Saily. In caso di difficoltà nell’attivazione, inoltre, è sempre possibile ottenere un rimborso dell’importo pagato.
Accedi qui alle offerte di Saily
Internet all’estero con una eSIM: perché scegliere SailySaily è il servizio giusto per avere Internet all’estero, mettendo a disposizione tante soluzioni per avere Giga anche fuori Italia con un prezzo contenuto. La procedura per accedere alle promozioni di Saily è la seguente:
- bisogna raggiungere il sito ufficiale di Saily
- dalla barra di ricerca presente in Home Page è necessario selezionare il Paese che sarà la metà del proprio viaggio
- a questo punto si accede all’elenco delle offerte, suddivise sia per durata che per quantitativo di Giga inclusi
L’utente può scegliere l’offerta desiderata e acquistare la eSIM Saily. Ora sarà sufficiente installare l’app sul proprio smartphone e seguire la procedura. Non è necessario attivare subito la eSIM: il piano tariffario potrà essere attivato subito prima di partire, in modo da avere già all’arrivo dei Giga aggiuntivi per connettersi a Internet all’estero.
Per tutti i dettagli basta seguire il link qui di sotto.
Accedi qui alle offerte di Saily
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Apple vs Meta: sfida con robot umanoidi?
Da alcuni giorni circolano indiscrezioni su possibili investimenti nel settore della robotica da parte di Apple e Meta. Il noto Mark Gurman (giornalista di Bloomberg) ha ottenuto altre informazioni sullo sviluppo (non confermato) di robot umanoidi da parte delle due aziende californiane.
Dalla realtà mista alla roboticaLo scontro tra Apple e Meta è già in corso nel settore della realtà mista. L’azienda di Menlo Park ha vinto il primo round con i visori Quest perché molto più economici del Vision Pro. L’azienda di Cupertino ha invece “sconfitto” la rivale con l’introduzione della funzionalità App Tracking Trasparency (Mark Zuckerberg medita vendetta con l’aiuto di Donald Trump).
Il terzo round potrebbe svolgersi nel campo della robotica. Entrambe sono “alle prime armi”, in quanto esistono realtà già affermate, tra cui Tesla con Optimus, Figure AI con Figure 02 e soprattutto Boston Dynamics con Atlas. Le due Big Tech californiane hanno però risorse umane con elevate competenze e soprattutto un’enorme disponibilità economica per sviluppare un robot umanoide.
Meta creerà una nuova unità all’interno della divisione Reality Labs. Sfrutterà ovviamente i sensori e le tecnologie hardware già utilizzate per i visori Quest, oltre ai modelli di intelligenza artificiale generativa (Llama). L’obiettivo a breve termine è sviluppare una piattaforma software che potrebbe essere usata anche da produttori di terze parti.
Apple ha già avviato lo sviluppo di prodotti che sfruttano la robotica e l’intelligenza artificiale. L’azienda di Cupertino dovrebbe annunciare uno schermo con braccio robotico, simile alla lampada da tavolo mostrata all’inizio del mese. Alcune tecnologie deriveranno sicuramente dal progetto (abbandonato) del veicolo a guida autonoma.
Entrambe le aziende hanno affidato il compito a dirigenti esperti nel settore. Secondo Mark Gurman, i robot umanoidi di Apple e Meta arriveranno molto presto.
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Il lavoro da svolgere di certo non manca. Ci sono ampi margini di miglioramento, soprattutto nelle zone del paese che ancora soffrono del digital divide, generando un impatto negativo diretto su chi le abita in termini di produttività, di competitività, di accesso alle informazioni e ai contenuti. Va però detto che la situazione relativa alla connettività in Italia sta cambiando e in meglio. A certificarlo è l’ultimo aggiornamento pubblicato da AGCOM per la Broadband Map, con riferimento ai dati raccolti nell’ultimo trimestre 2024.
L’aggiornamento della Broadband Map di AGCOMCiò che emerge in modo chiaro e netto, come sottolineato anche in un comunicato stampa che abbiamo ricevuto in redazione, è la forte crescita della copertura FTTH rispetto al recente passato. Le linee di tipo Fiber to the Home, dunque quelle per le quali è già avvenuta la totale e irreversibile dismissione del rame (a differenza delle FTTC di vecchia generazione, Fiber to the Cabinet), sono aumentate fino a raggiungere il 70,7% delle famiglie residenti sul territorio. L’incremento è significativo, se si considera che nel rilevamento precedente la quota era ferma al 59,6%. La tendenza interessa anche le PMI, passate dal 49% al 59%.
I cantieri aperti e portati avanti nel corso degli ultimi anni (non sempre senza difficoltà) hanno inoltre permesso di estendere la rete in fibra all’interno di oltre l’89% dei comuni di tutta Italia.
È possibile consultare la Broadband Map nella sezione dedicata del sito ufficiale AGCOM. Tiene in considerazione la migliore velocità di download disponibile in una determinata area, aggregando le informazioni relative alle connessioni FTTH, FTTC, ADSL e FWA.
Nell’occasione, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni afferma di averla arricchita con nuove funzionalità, con l’obiettivo di rendere più efficace la pianificazione e realizzazione degli interventi infrastrutturali e di agevolare l’identificazione delle aree di maggiore interesse per lo sviluppo della connettività delle PMI.
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