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Updated: 12 min 16 sec fa

iOS 18: Apple rivela la quota di mercato

Lun, 01/27/2025 - 09:25

Sono passati circa quattro mesi da quando Apple ha rilasciato iOS 18 per iPhone. Come di consueto ogni volta che viene distribuito un nuovo aggiornamento software, il colosso di Cupertino non rivela mai nell’immediato il grado di diffusione dell’OS, per poi comunicare i dati ufficiali a distanza di qualche tempo, come verificatosi in questo.

iOS 18: in esecuzione sul 68% di tutti gli iPhone

A quanto pare, la diffusione di iOS 18 sta procedendo abbastanza bene e piuttosto rapidamente. In base a quanto comunicato, infatti, si apprende che il 76% di tutti i dispositivi rilasciati negli ultimi quattro anni sta eseguendo iOS 18 e che il 68% di tutti i dispositivi ha installato l’OS.

La versione precedente, iOS 17, ha ancora una quota di utilizzo abbastanza interessante, con oltre il 19% di tutti i dispositivi lanciati negli ultimi quattro anni e complessivamente. Apple afferma che la quota di utilizzo è misurata dai dispositivi che hanno effettuato transazioni sull’App Store il 21 gennaio 2025.

Possiamo confrontare questi numeri con la quota di utilizzo di iOS 17 dell’anno scorso, quando il gruppo capitanato da Tim Cook aveva riferito che il 76% di tutti i dispositivi introdotti negli ultimi quattro anni faceva uso del sistema operativo e complessivamente era presente sul 66% degli iPhone.

È tuttavia bene precisare che i numeri precedenti si basavano su dispositivi che avevano effettuato transazioni sull’App Store il 4 febbraio 2024. In altri termini, iOS 18 detiene un vantaggio del 2% nonostante i numeri siano stati rivelati qualche settimana prima.

Apple ha altresì condiviso i dati sulla quota di mercato per iPadOS 18, informando che il 63% di tutti i dispositivi introdotti negli ultimi quattro anni esegue il sistema operativo e che il 53% di tutti i dispositivi ha installato l’aggiornamento.

In aggiunta a ciò c’è il fatto che circa il 28% di tutti gli iPad sta ancora eseguendo l’aggiornamento di iPadOS 17 dal 2024.

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DeepSeek fa impazzire la Silicon Valley con il suo modello R1

Lun, 01/27/2025 - 09:21

Questa settimana, la società cinese di intelligenza artificiale DeepSeek ha fatto parlare di sé rilasciando una versione open source del suo modello che ragiona R1. E in tanti, nel mondo della tecnologia, si sono lanciati in dichiarazioni roboanti su cosa ha ottenuto l’azienda e cosa significa per lo stato dell’AI.

R1 di DeepSeek divide la Silicon Valley

Marc Andreessen, il noto venture capitalist, non ha dubbi: DeepSeek ha realizzato “una delle innovazioni più sorprendenti e impressionanti mai viste prima“. Parole che hanno un certo peso specifico, considerando da chi arrivano.

Il modello R1 sembra eguagliare o superare il modello o1 di OpenAI in alcuni benchmark sull’AI. E l’azienda sostiene di averlo addestrato con soli 5,6 milioni di dollari, contro le centinaia di milioni che spendono i colossi americani. Il tutto, nonostante le sanzioni USA che vietano la vendita di chip avanzati alle aziende cinesi.

Secondo il MIT Technology Review, il successo di DeepSeek mostra come le sanzioni stiano spingendo le startup cinesi a innovare puntando su efficienza, collaborazione e condivisione delle risorse. Tuttavia, il Wall Street Journal riporta che Liang Wenfeng, boss di DeepSeek, ha detto al premier cinese che le restrizioni USA sono ancora un ostacolo.

Ma c’è anche chi, come Neal Khosla di Curai, grida al complotto. Per lui, DeepSeek è una “psyop” del Partito Comunista Cinese che finge costi bassi per attirare tutti e danneggiare la competitività USA nel campo dell’AI. Accuse senza prove, sottolinea una nota: il padre di Khosla è un investitore di OpenAI…

Intanto, c’è chi teme che DeepSeek possa far tremare Wall Street: se i cinesi fanno modelli top a basso costo e senza chip avanzati, a che servono i miliardi investiti dalle aziende USA? Ma Garry Tan, CEO di Y Combinator, ribalta la prospettiva: per lui, il successo di DeepSeek è un bene per i rivali americani. Se addestrare modelli diventa più facile ed economico, crescerà la domanda di utilizzo reale dell’AI, assicurando che tutta la potenza di calcolo venga sfruttata.

Yann LeCun: “La vera lezione è l’open source”

Yann LeCun, Chief AI Scientist di Meta, invita a non vedere la cosa come una sfida Cina-USA. La vera lezione, per lui, è che i modelli open source stanno superando quelli proprietari. DeepSeek ha beneficiato della ricerca aperta e dell’open source, come PyTorch e Llama di Meta. Ha avuto nuove idee e le ha costruite sul lavoro altrui. Essendo il suo lavoro pubblico e open source, tutti ne possono trarre vantaggio.

Intanto, il dibattito spinge i consumatori a provare il prodotto: l’assistente AI di DeepSeek è la app gratuita più scaricata su Apple Store, davanti a ChatGPT. La sfida è aperta.

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Monitor gaming curvo da 34 pollici a soli 249€: è Acer Nitro XZ2

Lun, 01/27/2025 - 09:16

Ti segnaliamo l’ottima offerta di Amazon che in questo momento sta proponendo Acer Nitro XZ2, il monitor da gaming curvo da 34 pollici, al prezzo stracciato di soli 249 euro. È al suo minimo storico. Si tratta di un’ottima occasione per mettere sulla scrivania un display con caratteristiche e specifiche di fascia alta, a partire dal pannello con risoluzione 3440×1440 pixel e frequenza di aggiornamento da 165 Hz.

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Acer Nitro XZ2, monitor curvo da gaming: l’offerta

I punti di forza sono davvero tanti: design ZeroFrame curato nei minimi dettagli con cornici ultrasottili per un look senza compromessi, tempo di risposta da 1 ms VRB, supporto alla tecnologia AMD FreeSync Premium, comparto audio con altoparlanti stereo integrati, rapporto di contrasto nativo fino 4.000:1, ingressi HDMI 2.0 e DisplayPort 1.4 per collegare qualsiasi dispositivo (dai PC alle console, senza dimenticare i lettori multimediali). Trovi tutte le altre informazioni che cerchi nella descrizione completa.

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Vulnerabilità permetteva di aprire milioni di Subaru

Lun, 01/27/2025 - 09:15

Due ricercatori di sicurezza hanno scoperto una vulnerabilità che consentiva di prendere il controllo di milioni di Subaru e tracciare gli spostamenti dei proprietari. Il bug, presente nel portale web del servizio Starlink (nessuna correlazione con l’omonimo servizio di SpaceX), è stato prontamente corretto dalla casa automobilistica giapponese.

Apertura e accensione da remoto

La vulnerabilità è stata scoperta il 20 novembre 2024 da Sam Curry insieme al collega Shubham Shah. Interessava le automobili connesse ad Internet tramite il servizio Starlink di Subaru e vendute in tre paesi (Stati Uniti, Canada e Giappone). Il bug consentiva di accedere all’account del proprietario del veicolo ed eseguire diverse azioni.

Erano necessarie solo alcune informazioni facilmente reperibili online e direttamente nel luogo dove risiede la vittima: nome, indirizzo email, numero di telefono, codice postale e targa. La vulnerabilità permetteva di accedere al portale web di amministrazione del servizio Starlink utilizzando l’account dei dipendenti di Subaru.

Nel codice della pagina di login era presente uno script che consentiva il recupero della password senza token di conferma. Era sufficiente conoscere l’indirizzo email del dipendente per resettare la password. Dopo aver effettuato l’accesso all’account era possibile disattivare l’autenticazione in due fattori.

Il ricercatore Sam Curry ha effettuato i test usando l’account della madre (proprietaria di una Subaru Impreza). Sfruttando il bug era possibile visualizzare la cronologia degli spostamenti con data e coordinate geografiche, tutti i dati personali degli utenti e alcuni dati del veicolo (come i Km percorsi).

La vulnerabilità consentiva inoltre di aprire/chiudere le portiere e accendere/spegnere il motore. Il proprietario del veicolo non riceveva nessuna notifica relativa all’accesso non autorizzato. In seguito alla segnalazione, Subaru ha corretto il bug in 24 ore.

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Più account WhatsApp su un iPhone: ci siamo quasi

Lun, 01/27/2025 - 08:47

Nell’ottobre 2023, Mark Zuckerberg ha annunciato la possibilità di effettuare l’accesso con due account WhatsApp contemporaneamente, sullo stesso smartphone. La caratteristica è rimasta fino a oggi un’esclusiva dei dispositivi Android, ma le cose stanno per cambiare: è in arrivo anche su iOS.

WhatsApp su iOS: più account in un solo iPhone

Ad accorgersene, come sempre, è stata la redazione del sito WABetaInfo, che ha pubblicato un articolo dedicato e lo screenshot che alleghiamo qui sotto. È tratto dalla versione beta 25.2.10.70 distribuita come parte del programma TestFlight. La funzionalità può tornare particolarmente utile, ad esempio, a chi ha un profilo personale e uno professionale, potendo così mantenere separate le conversazioni della vita privata e quelle inerenti al lavoro, evitando l’obbligo di trasportare ovunque due telefoni.

Così come già accade su Android, per poter gestire più account WhatsApp in contemporanea, sullo stesso smartphone, è necessario il supporto Dual SIM oppure alle eSIM. Le notifiche, le impostazioni e i backup (in locale e caricati sul cloud) rimangono separati e indipendenti.

Poter contare su una funzionalità ufficiale dedicata alla gestione di profili diversi costituisce un indubbio vantaggio anche per quanto riguarda la sicurezza: rende infatti superfluo ricorrere ad applicazioni di terze parti (non sempre affidabili) per svolgere il compito. Quello relativo alla privacy è un aspetto tenuto in considerazione da Meta, anche in conseguenza ai tanti passi falsi commessi in passato.

L’aggiunta di ulteriori account di WhatsApp su un unico dispositivo avviene attraverso le impostazioni dell’applicazione, mediante il processo di setup tradizionale (quello che si affronta dopo l’installazione) oppure effettuando la scansione del codice QR mostrato sul display di un altro device configurato.

Come sempre accade in questi casi, servirà tempo per completare la fase di test, raccogliendo feedback, apportando le modifiche necessarie e  giungendo al rilascio della nuova funzionalità all’interno della versione finale. Non è possibile prevedere quanto.

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Telemarketing selvaggio: una riforma tutelerà i consumatori

Lun, 01/27/2025 - 08:31

Il Parlamento italiano sta lavorando sodo a una riforma sostanziale della normativa sulle chiamate commerciali. Il suo obiettivo è quello di rafforzare la protezione dei consumatori dal telemarketing selvaggio e quindi dalle chiamate indesiderate.

Questa iniziativa legislativa al momento è in esame presso le commissioni Trasporti e Attività Produttive della Camera. La buona notizia, salvo impedimenti o emergenze dell’ultimo minuto, è che questa riforma potrebbe giungere a compimento già entro l’estate del 2025.

Ovviamente, come sempre può accadere, l’iter legislativo ancora in corso potrebbe subire modifiche. Tuttavia, l’orientamento generale sembra essere verso un rafforzamento significativo della tutela dei consumatori contro il telemarketing selvaggio, bilanciato dalla necessità di preservare la sostenibilità economica del settore.

Principali innovazioni legislative proposte contro il telemarketing selvaggio

Il pacchetto di riforme in discussione, contro il telemarketing selvaggio e quindi le chiamate commerciali indesiderate, include misure tecniche e normative particolarmente interessanti.

  • Implementazione del sistema opt-in: questo meccanismo richiederebbe il consenso esplicito del consumatore prima di poter essere contattato per finalità commerciali, invertendo l’attuale paradigma opt-out.
  • Inasprimento del regime sanzionatorio: si prevede un’estensione della responsabilità lungo tutta la catena del valore, includendo non solo gli operatori dei call center, ma anche le aziende committenti e gli operatori di telecomunicazioni.
  • Contromisure anti-spoofing: verranno introdotte misure tecniche per contrastare la falsificazione del Calling Line Identification (CLI), detta anche spoofing.
  • Potenziamento della formazione: è previsto un rafforzamento dei programmi di formazione per il personale dei call center, con particolare focus sulla normativa a tutela dei consumatori.
  • Istituzione di un Osservatorio Nazionale: questo organismo avrà il compito di monitorare l’applicazione e l’efficacia delle nuove disposizioni normative.
La parola alle associazioni dei consumatori

Durante le audizioni parlamentari, le associazioni dei consumatori hanno partecipato facendo emergere ulteriori necessità seguite da altrettante proposte tecniche da integrare.

  • Registrazione obbligatoria delle conversazioni: questa misura mirerebbe a fornire prove tangibili in caso di pratiche commerciali scorrette.
  • Registro delle Autorizzazioni: si propone l’istituzione di un database in cui i consumatori possano indicare proattivamente la loro disponibilità a ricevere comunicazioni commerciali, in contrapposizione all’attuale Registro Pubblico delle Opposizioni, risolvendo così le fasce di inefficacia di questo sistema.
Sfide e implicazioni per il settore

La riforma contro il telemarketing selvaggio solleva questioni tecniche e operative significative per gli operatori del settore.

  1. Implementazione tecnica dell’opt-in. Sarà necessario sviluppare sistemi robusti per la gestione del consenso, probabilmente attraverso l’integrazione di database centralizzati e sistemi di Customer Relationship Management (CRM) aggiornati.
  2. Sfide tecniche anti-spoofing. L’implementazione di misure efficaci contro lo spoofing richiederà probabilmente l’adozione di protocolli di autenticazione avanzati a livello di rete, come STIR/SHAKEN (Secure Telephone Identity Revisited/Signature-based Handling of Asserted Information Using toKENs).
  3. Gestione dei dati e privacy. L’eventuale istituzione di un registro delle autorizzazioni solleverà questioni relative alla protezione dei dati personali e alla conformità con il GDPR, richiedendo un’attenta progettazione dell’architettura di sistema.
  4. Impatto sui sistemi di dialers e CRM. Gli operatori dovranno aggiornare i propri sistemi di composizione automatica e gestione dei contatti per garantire la conformità con le nuove normative.
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Paul McCartney contro l'AI, l'appello al governo UK

Lun, 01/27/2025 - 08:17

Paul McCartney è incavolato nero con l’intelligenza artificiale. Il motivo? Il governo del Regno Unito sta pensando di cambiare le regole sul copyright in modo da permettere alle aziende tech di usare le canzoni degli artisti per addestrare i loro algoritmi, senza chiedere il permesso.

Paul McCartney contro la riforma sul copyright in UK

Paul McCartney non le manda di certo a dire. In un’intervista alla BBC, ha puntato il dito contro il governo: “Noi siamo il popolo, voi siete lì per proteggerci. È il vostro mestiere, capito? Quindi, se fate una legge, assicuratevi di tutelare chi crea, chi pensa, chi fa arte. Altrimenti, ciao ciao artisti!“. Insomma, il messaggio è chiaro. Se il governo non sta dalla parte dei musicisti, è fuori strada!

Attenzione però. McCartney non è un nemico giurato dell’intelligenza artificiale. Anzi, l’anno scorso l’ha pure usata per ripulire una vecchia registrazione di John Lennon e tirare fuori l’ultima canzone dei Beatles: Now and then. Però teme che un’AI senza regole sul copyright possa essere una minaccia per gli artisti, soprattutto i più giovani.

McCartney fa l’esempio di un ragazzo che scrive una canzone bellissima e un poi un giorno sente la sua canzone alla radio, ma cantata da qualcun altro. Se non c’è una legge che lo protegge, chiunque può rubargli da sotto al naso quella canzone e usarla come gli pare, senza dargli un centesimo. “I soldi vanno da qualche parte“, ha dichiarato Paul, “ma dovrebbero andare a chi crea la musica, non a qualche colosso tech!“.

Paul McCartney si batte per i diritti degli artisti

Paul McCartney quindi non ce l’ha con l’intelligenza artificiale in generale, ma con un uso scorretto dell’AI che rischia di danneggiare gli artisti, specialmente quelli emergenti. E chiede al governo britannico di fare la cosa giusta: proteggere la creatività e il lavoro di chi fa musica.

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Sony ferma la produzione di Blu-ray, MiniDisc, MD Data e MiniDV

Lun, 01/27/2025 - 08:07

Sono trascorsi ormai quasi vent’anni da quando, su queste pagine, è stato pubblicato l’articolo Blu-ray al debutto europeo. Era il 9 marzo 2006. Poco meno di due decenni, nei quali il panorama dell’intrattenimento multimediale domestico è cambiato radicalmente, soprattutto in seguito all’arrivo dello streaming. In conseguenza al trend innescato dalla crescita di piattaforme come Netflix, ma anche dalla diffusione delle soluzioni cloud per la gestione di storage e backup, Sony ha deciso di interrompere definitivamente la produzione dei supporti fisici per alcuni formati, incluso il Blu-ray.

Addio ai Blu-ray e non solo: un futuro tutto digitale?

La società giapponese lo ha reso noto con un comunicato stampa (fonte in giapponese). Fa riferimento anche ad altre tipologie di dischi e di cassette: MiniDisc, MD Data e MiniDV. La ragione è da ricercare nel forte calo della domanda registrato nel recente passato, con le vendite calate a picco, tanto da non rendere più il business profittevole.

A conti fatti, si tratta di un aggiornamento di un programma già annunciato. Lo scorso anno, infatti, Sony ha comunicato la volontà di dare il via alla fase di dismissione graduale delle linee di produzione attive nel suo impianto di Tagajo, città giapponese della prefettura di Miyagi.

Vale la pena precisare che lo stop riguarda solo i supporti vergini per la masterizzazione. Non ne saranno invece interessati quelli che escono dalla fabbrica per poi distribuire i film in alta definizione nei negozi, almeno per il momento.

Ad oggi, Sony ne offre in totale 11 versioni differenti, con capacità da 25 a 128 GB e con supporto sia a un singolo utilizzo sia alla riscrittura. Tra le altre realtà che li commercializzano c’è Verbatim. Dunque, acquistarli nel breve periodo non dovrebbe essere un problema.

Per quanto riguarda gli altri formati oggetto dell’annuncio, i MiniDisc (tornati in voga tra gli audiofili) sono stati lanciati nell’ormai lontano 1992. Il debutto dei dischi MD Data risale all’anno successivo e quello delle cassette MiniDV al 1995.

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Canvas per OpenAI o1 con rendering per codice HTML e React

Lun, 01/27/2025 - 07:05

OpenAI ha appena aggiornato la sua funzione Canvas, rendendola disponibile anche per il modello o1. Prima, Canvas era accessibile solo con GPT-4o, ma ora anche l’ultimo modello di OpenAI può usarlo.

Canvas ora funziona con OpenAI o1 e raggiunge Claude Sonnet

Sembra che OpenAI o1 ora se la giochi alla pari con Claude Sonnet, che con Artifacts finora era il top in questo campo. Peccato che Canvas non sia ancora disponibile per o1 Pro, ma solo per il modello standard. Ma c’è un escamotage: basta chiedere a o1 Pro di generare il contenuto per Canvas e poi passare a o1 standard per visualizzarlo.

Le sorprese non finiscono qui. OpenAI ha anche rilasciato le capacità di rendering per il codice HTML e React, rendendole accessibili a tutti gli utenti, compresi quelli con l’account gratuito. Queste funzioni, che erano in test da un po’, permettono di visualizzare le applicazioni React e le pagine HTML e di sperimentare con gli elementi dell’interfaccia in modo interattivo.

ChatGPT with canvas now works with OpenAI o1—and can render HTML and React. pic.twitter.com/d3T6HLyd0h

— OpenAI Developers (@OpenAIDevs) January 24, 2025

Canvas sbarca su ChatGPT per Mac

Altra novità: il supporto per Canvas arriva anche sull’app desktop di ChatGPT per macOS, per tutti i livelli di abbonamento. Gli utenti possono invocare l’opzione Canvas digitando il comando /slash nell’area del prompt.

Inoltre, OpenAI ha reso disponibile per tutti il modello o3 mini. Dopo alcune proteste da parte degli utenti, Sam Altman ha confermato che effettivamente si potranno fare centinaia di query al giorno.

Operator è solo l’inizio, altri agenti AI in arrivo

Secondo le indiscrezioni Operator – appena lanciato – sarebbe solo l’inizio di una serie di strumenti basati su agenti AI che OpenAI ha in cantiere. Si vocifera che questo potrebbe avere a che fare con quel famoso agente per sviluppatori software di cui si parla da tempo. Qualcuno ricorderà quel misterioso tweet dell’account di ChatGPT dell’anno scorso che accennava al “software che crea software”. Insomma, ci aspettano sviluppi interessanti.

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Apple Music: i vantaggi che la rendono superiore a soli 10,99€

Lun, 01/27/2025 - 07:00

Apple Music è tra i servizi di streaming musicale più completi e apprezzati sul mercato. Proprio per questo sceglierlo può rivelarsi vantaggioso sotto diversi aspetti. Avvia la prova gratuita a questo link. Dopo il primo mese pagherai solo 10,99€ al mese, senza vincoli.

Prova ora Apple Music

Uno dei principali punti di forza di questa piattaforma è l’eccellente qualità audio offerta. Il servizio supporta lo streaming lossless fino a 24-bit/192 kHz. Questa tecnologia garantisce un’esperienza di ascolto di altissimo livello per gli appassionati più esigenti. Inoltre, grazie al supporto all’Audio Spaziale e Dolby Atmos, crea un’esperienza di ascolto immersiva e tridimensionale per i brani compatibili.

La qualità di Apple Music emerge anche dando un’occhiata al suo vasto catalogo musicale. Con oltre 100 milioni di brani disponibili, questa piattaforma vanta uno dei cataloghi più ampi nel settore dello streaming musicale. Questa vastità, confermata dalle costanti uscite e novità, assicura agli utenti di trovare praticamente qualsiasi artista o album desiderino ascoltare.

Apple Music è perfettamente integrata e offre funzionalità esclusive

In quanto a integrazione ed esclusività Apple Music fa scuola a tutte le piattaforme disponibili sul mercato. Per gli utenti di dispositivi Apple questa è la prima scelta per ascoltare musica, integrata perfettamente con l’intero ecosistema, rappresentando un notevole vantaggio:

  • controllo vocale tramite Siri;
  • sincronizzazione automatica tra dispositivi;
  • compatibilità con HomePod.

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A questo si aggiungono anche funzionalità esclusive e caratteristiche uniche tra cui:

  • Apple Music Sing che permette di cantare in karaoke regolando il volume delle voci;
  • Apple Music Classical che offre una sezione dedicata alla musica classica, inclusa nel piano di abbonamento;
  • Importazione di brani personali che consente di caricare e sincronizzare facilmente la propria libreria musicale su tutti i dispositivi;
  • Interfaccia utente curata che offre un design pulito e attraente con copertine animate e interfaccia intuitiva per un’esperienza visiva piacevole durante l’ascolto;
  • Scoperta musicale personalizzata che grazie ad algoritmi avanzati raccomanda playlist personalizzate, stazioni radio e nuova musica in base ai propri gusti;
  • Assenza di pubblicità che permette di ascoltare musica senza interruzioni.
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Perplexity vuole comprare TikTok e cede 50% al governo USA

Lun, 01/27/2025 - 06:35

Colpo di scena. Perplexity AI ha presentato una nuova proposta per fondersi con TikTok. E questa volta, il governo degli Stati Uniti potrebbe ottenere fino al 50% di proprietà della nuova entità. A dare la notizia in anteprima è stata l’Associated Press.

Perplexity ci riprova: nuova offerta per TikTok

Non è la prima volta che Perplexity avanza proposte del genere. In passato aveva già suggerito di creare una nuova società unendo le forze con TikTok US e altri investitori. La novità questa volta sta nei dettagli: il governo otterrebbe la sua parte solo dopo un’offerta pubblica iniziale (IPO) dal valore minimo di 300 milioni di dollari. In più, ByteDance, l’attuale società madre cinese di TikTok, potrebbe comunque mantenere una quota di partecipazione nell’azienda.

Pare che Perplexity abbia rivisto la sua offerta in base ai feedback dell’amministrazione Trump. Il presidente, infatti, aveva detto di voler vedere gli Stati Uniti ricevere il “50% di proprietà“. Peccato che non fosse chiaro se intendesse il governo o gli investitori americani.

Oracle in corsa per TikTok?

Nel frattempo, un altro report suggerisce che la Casa Bianca stia negoziando un accordo che vedrebbe Oracle (che già fornisce l’infrastruttura per il traffico americano di TikTok) prendere il controllo. Ma quando gli è stato chiesto, Trump ha detto di aver parlato con “molte persone di TikTok“, ma “non con Oracle“.

TikTok, una saga infinita

Insomma, la saga di TikTok continua. L’app era brevemente sparita lo scorso weekend, a causa di una legge che obbligava ByteDance a venderla o a essere bandita negli Stati Uniti. Poi è “resuscitata” dopo che Trump ha firmato un ordine esecutivo per estendere la scadenza della vendita. Ora, con questa nuova offerta di Perplexity, la partita si fa ancora più interessante. Chissà come andrà a finire.

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Basta brutte sorprese: Luce e Gas bloccati per 1 anno con Octopus

Lun, 01/27/2025 - 06:30

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Vuoi imparare una nuova lingua? Ecco l'offerta giusta per il 2025

Lun, 01/27/2025 - 06:03

Se hai preso la decisione di imparare una nuova lingua, ti segnaliamo l’offerta per il nuovo anno di Mondly, che propone il piano a vita a 89,99 euro per effetto del 96% di sconto rispetto al prezzo consigliato. Il pagamento è da intendersi unico, con accesso a vita alle lezioni di tutte le 41 lingue disponibili.

Mondly è un’applicazione che unisce esercizi incentrati sulla conversazioni, lezioni in realtà aumentata e riconoscimento vocale, ponendosi come obiettivo quello di preparare i suoi studenti al meglio per parlare una o più nuove lingue nel più breve tempo possibile. Grazie poi ai prestigiosi riconoscimenti ottenuti fin qui, e con oltre 125 milioni di download, è da considerarsi come una delle migliori piattaforme in questo settore.

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Imparare una nuova lingua con il piano a vita di Mondly

Iniziamo dalle lingue che si possono imparare con Mondly. Tra quelle classiche europee ritroviamo l’inglese, lo spagnolo, il francese, il tedesco e il russo. Spingendoci invece oltre i confini, si annoverano il cinese, il giapponese, il coreano e il turco. Di notevole interesse anche l’arabo, l’ebraico, il persiano, il portoghese (quello parlato in Brasile), l’afrikaans, l’hindi e l’indonesiano.

Detto questo, riveste una notevole importanza il cosiddetto metodo Mondly, che utilizza tecnologie avanzate per l’apprendimento delle lingue, con l’obiettivo di aiutare ciascun iscritto a imparare la lingua desiderata in modo efficace e rapido. Tra i principali punti di forza di questo metodo vi è il focus sulle frasi di uso comune, e non più sulle singole parole, un cambio di paradigma che consente agli studenti di memorizzare le parole più utilizzate e a prendere parte a conversazioni nel più breve tempo possibile.

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Reddit contro Musk: centinaia di community vietano link a X

Dom, 01/26/2025 - 18:54

In segno di protesta contro Elon Musk, diverse organizzazioni hanno deciso di attaccare la sua piattaforma X, che considerano un veicolo di disinformazione. Alcuni media hanno già deciso di abbandonare del tutto la piattaforma, tra cui importanti testate come The Guardian e Le Monde. Altrove, alcuni preferiscono vietare i link al social network, come avviene attualmente su Reddit.

Le community di Reddit vietano i link a X

I due saluti di Elon Musk all’insediamento di Trump continuano ad avere conseguenze spiacevoli. L’ultima è l’inizio di un movimento di massa per vietare i link a X sul forum più grande del mondo, Reddit. Quasi un centinaio di comunità di Reddit hanno già vietato i collegamenti sui loro subreddit. Secondo una ricerca della BBC, quasi un centinaio di comunità hanno già attuato questa misura, mentre più di 60 di esse hanno almeno 100.000 utenti.

Non è una decisione di Reddit, come la piattaforma ha tenuto a precisare in una dichiarazione alla BBC. La direzione ha spiegato che “ha un impegno di lunga data per la libertà di espressione e la libertà di associazione”.

Si tratta quindi di una decisione che viene dal basso e che riguarda anche comunità che pesano molto nell’ecosistema del forum. Tra queste, r/NBA (con 15 milioni di utenti), r/NFL (12 milioni di utenti) e il subreddit dedicato alle donne, r/TwoXChromosomes (con quasi 14 milioni di utenti).

E gli effetti di questo divieto devono essere sicuramente più incisivi di quanto non sembri, visto che molti subreddit più piccoli stanno applicando la stessa misura. E il medesimo approccio è in discussione anche in altre comunità. Sarà un duro colpo per Elon Musk?

Meta AI lancia editor di documenti con generatore di immagini

Dom, 01/26/2025 - 18:44

Meta AI ha reso disponibile un editor di documenti che sfrutta l’intelligenza artificiale per assistere nella scrittura.

Meta AI per generare testi e immagini con l’intelligenza artificiale

Chi si trova in un paese che ha accesso a Meta AI, può andare sul web client e iniziare a scrivere documenti con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Quando si apre un nuovo documento, ci si trova davanti a una tela bianca su cui scrivere, alcune opzioni come grassetto, corsivo, riscrittura e “immagina”, e una barra laterale dove poter chattare con Llama 3.2 di Meta per apportare modifiche al testo.

Non è chiaro da quando questo strumento sia disponibile su Meta AI. Non sembra esserci un annuncio ufficiale da parte di Meta, a parte un messaggio sulla homepage di Meta AI che dice che la funzione è ora disponibile in beta. Le pagine di aiuto per questa funzione sono apparse sei settimane fa, ma non sembra esserci alcuna copertura mediatica al riguardo.

Oltre al testo, potete usare la funzione “immagina” di Meta AI per creare immagini da inserire nel documento. Una volta finito, si può salvare il documento per dopo, copiarlo negli appunti o stamparlo direttamente. Peccato che non sembri esserci un’opzione per scaricare il file in un formato popolare come DOCX.

Versioni e modifiche: un nuovo approccio

Una novità per chi è abituato agli editor tradizionali è la funzione per vedere le modifiche effettuate. Sopra il documento, si può vedere un numero di versione, come v1, v2, ecc., che si aggiorna ogni volta che l’AI apporta una modifica al documento. Comodo, perché se non si è soddisfatti, si può sempre tornare a una versione precedente usando la freccia indietro, o andare avanti con le versioni usando la freccia in avanti.

L’azienda avverte nella pagina d’aiuto che le risposte di Meta AI potrebbero non essere completamente attendibili o appropriate e non dovrebbero essere usate per prendere decisioni importanti. Inoltre ammette che potrebbe raccogliere e usare informazioni come il prompt di testo, i contenuti dell’editor e le risposte generate per migliorare il funzionamento dei modelli di intelligenza artificiale.

Sam Altman investe su AI per ringiovanire le cellule

Dom, 01/26/2025 - 18:26

Sam Altman non è solo il capo di OpenAI, è anche un investitore che sostiene diverse start-up. Tra queste, Helion Energy, specializzata nella fusione nucleare, e Oklo, che costruisce piccoli reattori nucleari e Retro Biosciences, un’azienda molto promettente…

Sam Altman investe in Retro Biosciences: l’IA per sconfiggere l’invecchiamento

Sam Altman non è nuovo alla raccolta di incredibili somme di denaro attraverso la sua società OpenAI. Ma è anche un investitore individuale che investe il proprio denaro. È quanto ha fatto con Retro Biosciences, una biotecnologia alla quale ha fornito i 180 milioni di dollari che le hanno permesso di decollare.

Ora sta partecipando al nuovo round di finanziamento, che questa volta mira a raccogliere 1 miliardo di dollari, secondo il Financial Times. Per questa operazione finanziaria sono state contattate società di venture capital, uffici familiari e fondi sovrani.

L’AI sarà in grado di fare miracoli nell’assistenza sanitaria?

Il legame tra Sam Altman e Retro Biosciences non è solo finanziario. La start-up ha beneficiato dell’esperienza di OpenAI per sviluppare un modello AI su misura che consente lo sviluppo di proteine molto speciali. Queste sono in grado di trasformare temporaneamente le cellule normali in cellule staminali. Un metodo che potrebbe invertire il processo di invecchiamento.

Retro Biosciences intende lanciare una sperimentazione clinica quest’anno, con l’obiettivo di trovare un trattamento per il morbo di Alzheimer. La start-up intende inoltre sviluppare trattamenti per ringiovanire le cellule del sangue e del cervello. Si tratta di potenziali scoperte che, se diventassero realtà, potrebbero semplicemente consentire di aumentare considerevolmente la durata della vita umana. Un sogno a lungo coltivato nella Silicon Valley.

Utilizzando l’intelligenza artificiale, Retro Biosciences spera anche di compiere progressi molto più rapidi del solito nello sviluppo dei trattamenti. “La linea che tracciamo sulla sabbia è che, perbacco, il nostro primo farmaco sarà sul mercato nel 2020”, afferma entusiasta il CEO Joe Betts-LaCroix. Quindi, fantasia o realtà futura?

Falso CAPTCHA su Telegram installa malware

Dom, 01/26/2025 - 18:07

Come spesso accade, i cybercriminali approfittano degli eventi recenti per ingannare gli utenti. I ricercatori di vx-underground hanno scoperto una tattica simile a quella usata per ClickFix che permette di installare un malware sul computer tramite script PowerShell. In questo caso, il target non è Chrome, ma la versione di Telegram per Windows.

Falso canale Telegram di Ross Ulbricht

Donald Trump ha firmato il 21 gennaio il perdono presidenziale per Ross Ulbricht, fondatore di Silk Road condannato per diversi reati nel 2015. Doveva scontare due ergastoli più 40 anni di prigione, ma uscirà dopo 10 anni.

Ignoti cybercriminali hanno sfruttato l’occasione per creare un falso account di Ulbricht su X con la spunta oro assegnata alle organizzazioni verificate. In un recente post era presente il link al presunto canale Telegram ufficiale del gestore di Silk Road.

Cliccando sul link viene avviato un bot in Telegram Desktop, denominato Safeguard, che dovrebbe servire per la verifica dell’identità. In pratica sembra un CAPTCHA usato per determinare se l’utente è umano. In realtà è una mini app che copia automaticamente un comando PowerShell negli appunti (clipboard) di Windows e mostra i passi da seguire per la verifica.

L’utente deve aprire Esegui (Windows Run) e premere CTRL+ V per incollare il comando. Viene così scaricato ed eseguito uno script PowerShell che, a sua volta, scarica un archivio ZIP. Al suo interno c’è il loader di Cobalt Strike, noto tool di penetration test usato spesso per accedere da remoto al computer e rubare dati o installare ransomware.

Un portavoce di Telegram ha dichiarato che vengono rimossi milioni di contenuti pericolosi dalla piattaforma ogni giorno, ma non è chiaro se è stata eliminata la mini app incriminata.

Microsoft Copilot: Think Deeper per i non abbonati

Dom, 01/26/2025 - 17:04

Gli utenti che usano la versione gratuita di Copilot possono ora accedere a Think Deeper. La funzionalità, precedentemente offerta solo agli abbonati Pro, sfrutta il modello o1 di OpenAI per fornire migliori risposte. Un’altra novità interessa invece gli utenti che usano Word. L’azienda di Redmond ha eliminato Smart Lookup per lasciare posto a Copilot.

Think Deeper gratis per alcuni utenti

Think Deeper è una delle novità più recenti annunciate da Microsoft. Era disponibile solo per gli abbonati a Copilot Pro in Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti attraverso Copilot Labs.

La funzionalità sfrutta il modello o1 di OpenAI basato sul ragionamento. In pratica fornisce risposte più dettagliate dopo una serie di passi complessi (quindi impiega più tempo). A differenza dei modelli GPT, o1 non può accedere al web e il suo database è aggiornato fino ad ottobre 2023. È in grado però di risolvere problemi scientifici e matematici.

Nei test effettuati da Windows Latest, la funzionalità Think Deeper consente di ottenere risposte molto più complete della versione standard di Copilot. Al momento è accessibile ad un numero limitato di utenti (solo in inglese). Se disponibile verrà mostrata nel campo di input. È possibile però ricevere solo tre risposte a settimana. Anche per gli abbonati Pro c’è un limite, ma dipende dal numero di utenti che usano la funzionalità in contemporanea.

Addio a Smart Lookup in Word

A partire da Office 2016, Word permette di cercare definizioni, sinonimi e informazioni su Internet usando la funzionalità Smart Lookup (Ricerca intelligente in italiano) presente nella scheda Riferimenti o nel menu contestuale. Microsoft ha comunicato che verrà rimossa nel corso dei prossimi giorni. Gli utenti dovranno usare Copilot.

La funzionalità verrà rimossa anche dalla versione standalone di Word che non include Copilot. È quindi necessario sottoscrivere l’abbonamento a Microsoft 365, il cui prezzo è stato recentemente aumentato da 69 a 99 euro/anno (Personal) e da 99 a 129 euro/anno (Family).

X porta i video verticali in altri paesi

Dom, 01/26/2025 - 15:51

X ha annunciato l’arrivo nell’app iOS del feed per i video verticali. La scheda che permette di accedere alla nuova funzionalità è ora visibile in altri paesi. L’azienda di Elon Musk ha confermato che il rollout avverrà in maniera graduale.

Video verticali come su TikTok

La data scelta dall’annuncio (20 gennaio) da X non è casuale. Il lancio della funzionalità è avvenuto quando TikTok non era più accessibile negli Stati Uniti in seguito all’applicazione della legge che impone la vendita. Circa un’ora dopo, anche Bluesky ha introdotto un feed personalizzato solo per i video.

you better not be making a dedicated video tab when I get home

me: pic.twitter.com/ZbmLBmSbDp

— X (@X) January 20, 2025

TechCrunch ha scoperto che i video verticali, al momento disponibili solo su iOS, sono arrivati anche in Australia, India e alcuni paesi europei. Un portavoce dell’azienda ha confermato che il rollout globale è in corso e che la funzionalità verrà introdotta anche su Android.

La scheda dedicata è stata aggiunta alla barra inferiore e si trova tra quella di Grok e le notifiche. Come su TikTok, lo scrolling verso l’alto permette di passare al video successivo. Nel nuovo feed verranno mostrate anche le inserzioni pubblicitarie, quindi dovrebbe consentire a X di incrementare i profitti.

Il condizionale è d’obbligo perché le novità annunciate dopo l’acquisizione di Elon Musk non sembrano aver portato i benefici sperati. Lo stesso proprietario avrebbe evidenziato in un’email inviata al suo staff che la crescita degli utenti è stagnante e che i ricavi sono poco impressionanti (Musk ha scritto su X che non ha inviato nessuna email).

TikTok: Oracle e Microsoft possibili acquirenti?

Dom, 01/26/2025 - 11:41

Donald Trump ha prorogato la scadenza della vendita di 75 giorni con un ordine esecutivo firmato il 20 gennaio. La nuova amministrazione è ora impegnata nella ricerca di possibili acquirenti di TikTok. Secondo le fonti di NPR, tra i candidati ci sono (di nuovo) Oracle e Microsoft.

Vendita a Oracle e Microsoft parte II

Durante il suo primo mandato alla Casa Bianca, Trump aveva bandito TikTok e avviato trattative con alcune aziende statunitensi per la possibile acquisizione. Una di esse era Microsoft. Successivamente era arrivata la coppia Oracle-Walmart che avrebbe creato TikTok Global.

Il ban imposto da Trump è stato però annullato dai giudici e l’amministrazione Biden ha sospeso ogni trattativa di vendita. I dati degli utenti statunitensi sono stati comunque spostati sui server di Oracle. Dopo circa quattro anni, la storia si ripete.

Stavolta Trump vuole evitare la scomparsa di TikTok negli Stati Uniti, quindi ha avviato discussioni con diversi possibili acquirenti, tra cui Oracle e Microsoft. Le due aziende e altri investitori dovrebbero acquisire la maggioranza delle azioni, mentre ByteDance conserverebbe una quota di minoranza. Oracle gestirebbe i dati degli utenti, la distribuzione degli aggiornamenti e il famoso algoritmo del social network.

La proposta di acquisto potrebbe essere formalizzata entro i prossimi 30 giorni. Non è chiaro se questa soluzione rispetti la legge che impone la vendita di TikTok. Ci sono anche dubbi sulla valutazione dell’azienda cinese. In base alle stime dei negoziatori della Casa Bianca servono almeno 200 miliardi di dollari.

Un membro del consiglio di amministrazione di ByeDance aveva parlato di un’opzione che non richiede la vendita, mentre due senatori hanno presentato una proposta di legge per abrogare la legge approvata dal Congresso.

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