SEC denuncia Elon Musk per irregolarità nell'acquisto di Twitter

Punto Informatico - Mer, 01/15/2025 - 08:51

Elon Musk nei guai con la SEC, di nuovo. La Securities and Exchange Commission lo accusa di non aver comunicato per tempo l’acquisto di Twitter, violando la legge federale sui titoli.

SEC fa causa a Elon Musk: “Non ha dichiarato in tempo l’acquisto di Twitter”

Gary Gensler, il capo della SEC (ancora per poco – si dimetterà il 20 gennaio), sostiene che Musk avrebbe aspettato ben 11 giorni prima di svelare al mondo la sua partecipazione del 5% in Twitter. Lo scopo? Rastrellare altre azioni a prezzi da outlet, arrivando al 9%. Il giorno in cui Elon Musk ha comunicato la sua acquisizione, le azioni di Twitter sono schizzate del 27%. Un affarone, dice la SEC. Avrebbe risparmiato la bellezza di 150 milioni di dollari.

Ora la SEC rivuole indietro i profitti che Musk avrebbe incassato in modo “poco pulito”. E non si accontenta: pretende pure una bella multa, tanto per gradire. Ma sarà un giudice a decidere se le accuse sono fondate e se il magnate della Tesla dovrà mettere mano al portafogli.

Secondo l’avvocato di Musk Alex Spiro questa è solo l’ultima puntata di una telenovela di molestie contro il suo cliente. Questa denuncia sarebbe un’ammissione che la SEC non può intentare una “vera causa”, come ha dichiarato a Bloomberg.

Musk grida alla “persecuzione”, ma la musica potrebbe cambiare con Trump

In un post di dicembre su X, Musk aveva condiviso una lettera di Spiro, che faceva riferimento anche ad anni di molestie da parte della SEC. Comunque sia, tra poco Gensler farà le valigie e al suo posto arriverà il pupillo di Trump, Paul Atkins. Chissà, magari con la nuova amministrazione la SEC gli darà un po’ di tregua.

Insomma, non c’è pace per Elon Musk. Tra cause, tweet al vetriolo e colpi di scena degni di Beautiful, non ci si annoia mai. Staremo a vedere come andrà a finire questa soap opera infinita tra il magnate e la SEC.

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Windows 11 24H2, è il Patch Tuesday: KB5050009 in download

Punto Informatico - Mer, 01/15/2025 - 08:19

Il pacchetto KB5050009 è il primo rilasciato quest’anno da Microsoft per Windows 11 24H2, come parte del ciclo Patch Tuesday. È già disponibile per il download e l’installazione, porta il sistema operativo alla build 26100.2894. Vediamo come scaricarlo e quali sono le novità introdotte sui PC degli utenti. Spoiler: non ci sono grandi cambiamenti in termini di funzionalità.

Le novità di KB5050009 per Windows 11 24H2

È possibile riceverlo semplicemente avviando l’utility Windows Update e controllandone la disponibilità. In alternativa, lo si può applicare in modalità manuale grazie ai file .msu che la software house mette a disposizione attraverso il portale Update Catalog. Come sempre accade nel secondo martedì (per noi italiani tardo martedì, inizio mercoledì) di ogni mese, si tratta di un aggiornamento cumulativo obbligatorio.

Lo screenshot allegato a questo articolo mostra come il Patch Tuesday porti con sé anche la distribuzione per .NET Framework 3.5 e 4.8.1. Si tratta della componente essenziale per l’esecuzione delle applicazioni di sistema. L’aggiornamento include correzioni legate alla sicurezza.

Come già anticipato, KB5050009 per Windows 11 24H2 non introduce nuove funzionalità degne di nota. Il motivo è da ricercare nel fatto che, nel mese di dicembre, Microsoft interrompe la distribuzione degli aggiornamenti opzionali con i quali effettuarne i test prima del rilascio su larga scala.

Qualche cambiamento degno di nota c’è comunque. Uno di questi riguarda la visualizzazione compatta di ora e data all’interno della systray, già avvistata il mese scorso, ma ora in rollout per un numero maggiore di utenti. Il riferimento all’anno è rimosso, così come la campanella delle notifiche. Per ripristinare il layout tradizione è sufficiente agire sulle Impostazioni (Data/ora e lingua e all’interno di Sistema, Notifiche). Eccola.

Ciò che fino a oggi è stato noto come Esperienze personalizzate, cambia nome e diventa Offerte personalizzate, all’interno del processo di configurazione guidata del sistema operativo, come già visto in fase di test. Nel concreto, si tratta di inserzioni pubblicitarie mostrate da Microsoft all’interno dell’OS, al fine di monetizzare (uno dei motivi per i quali la società tollererebbe le licenze piratate). È possibile disabilitarle agendo ancora una volta sulle Impostazioni (Privacy e sicurezza, Feedback e diagnostica).

A questo si aggiunge il solito elenco di bugfix e miglioramenti per intervenire su alcuni problemi rilevati nelle versioni precedenti e su aspetti specifici. Riguardano, tra le altre cose, un comportamento anomalo del campo di ricerca, l’accesso ai menu contestuali delle app attraverso le loro icone nel menu Start (con un click sul tasto destro del mouse), le cosiddette edge gesture dei display touchscreen, la condivisione con Android da Esplora file e altro ancora.

Il peso del download di KB5050009 per Windows 11 24H2 varia da 1,0 a 1,1 GB circa, a seconda della tipologia di processore integrato. Per la versione 23H2 del sistema operativo è invece stato rilasciato il pacchetto KB5050021.

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Meta ossessionata dall'idea di battere GPT-4 di OpenAI, le prove

Punto Informatico - Mer, 01/15/2025 - 07:56

I piani alti di Meta avevano un chiodo fisso mentre sviluppavano Llama 3: battere GPT-4 di OpenAI a tutti i costi. È quanto emerge da alcuni messaggi interni svelati martedì da un tribunale durante una delle tante cause sul copyright dell’AI che vede coinvolto il colosso di Menlo Park.

Documenti rivelano l’ossessione di Meta per GPT-4

Onestamente… Il nostro obiettivo dev’essere GPT-4“, scriveva Ahmad Al-Dahle, VP dell’AI generativa di Meta, in un messaggio dell’ottobre 2023 al ricercatore Hugo Touvron. “Ci stanno arrivando 64mila GPU! Dobbiamo imparare a costruire sistemi all’avanguardia e vincere questa gara.

Anche se Meta rilascia modelli open source, i suoi leader dell’AI erano molto più concentrati a superare concorrenti che di solito non divulgano i pesi dei loro modelli, come Anthropic e OpenAI, e li proteggono dietro un’API. I dirigenti e i ricercatori di Meta consideravano Claude di Anthropic e GPT-4 di OpenAI come lo standard da raggiungere.

La startup francese Mistral, uno dei maggiori competitor di Meta, veniva menzionata più volte nei messaggi interni, ma con toni sprezzanti. “Mistral sono noccioline per noi“, diceva Al-Dahle in un messaggio. “Dovremmo essere capaci di fare di meglio“, aggiungeva poi.

Oggi le aziende tech fanno a gara per sorpassarsi a vicenda con modelli AI all’ultimo grido, ma questi documenti legali rivelano quanto i leader dell’AI di Meta fossero veramente competitivi, e a quanto pare lo sono ancora. In diversi scambi, i responsabili dell’AI di Meta parlavano di quanto fossero “molto aggressivi” nell’ottenere i dati giusti per addestrare Llama; a un certo punto, un dirigente disse perfino che “Llama 3 è letteralmente l’unica cosa che mi interessa” in un messaggio ai colleghi.

L’accusa di usare libri protetti da copyright per addestrare Llama

I pubblici ministeri in questo caso sostengono che talvolta gli executive di Meta abbiano preso delle scorciatoie nella loro folle corsa al lancio di modelli AI, finendo per usare libri coperti da copyright per l’addestramento.

Touvron notava in un messaggio che il mix di dataset usati per Llama 2 “era pessimo“, e parlava di come Meta potesse usare un mix diverso di fonti di dati per migliorare Llama 3. Touvron e Al-Dahle discutevano poi di spianare la strada all’uso del dataset LibGen, che contiene opere protette da copyright di Cengage Learning, Macmillan Learning, McGraw Hill e Pearson Education.

Le ambizioni di Zuckerberg su Llama

Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha già detto in passato di voler colmare il divario di prestazioni tra i modelli AI di Llama e quelli chiusi di OpenAI, Google e altri. I messaggi interni rivelano l’intensa pressione all’interno dell’azienda per riuscirci.

Quest’anno, Llama 3 è competitivo con i modelli più avanzati ed è leader in alcune aree“, scriveva Zuckerberg in una lettera del luglio 2024. “A partire dal prossimo anno, ci aspettiamo che i futuri modelli Llama diventino i più avanzati del settore.

Quando Meta ha finalmente rilasciato Llama 3 ad aprile 2024, il modello open AI era competitivo con i principali modelli chiusi di Google, OpenAI e Anthropic, e superava le alternative open source di Mistral. Tuttavia, i dati che Meta ha usato per addestrare i suoi modelli – dati che Zuckerberg avrebbe autorizzato a usare, nonostante fossero protetti da copyright – sono sotto esame in diverse cause legali in corso.

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WhatsApp, arrivano nuovi effetti fotocamera e sticker per i selfie

Punto Informatico - Mer, 01/15/2025 - 06:56

Meta ha appena annunciato un bel po’ di nuove funzioni per WhatsApp. Sulla popolare app di messaggistica sono in arrivo effetti per la fotocamera, sticker per i selfie, reazioni più veloci e la possibilità di condividere pacchetti di sticker con gli amici. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

Su WhatsApp arrivano effetti per la fotocamera, reazioni più veloci e sticker per i selfie

Ora, quando si scatterà una foto o si registrerà un video da inviare ai propri contatti o nelle chat di gruppo, si hanno a disposizione più di 30 sfondi, filtri ed effetti per modificare gli scatti.

Quante volte sarà capitato di voler rispondere a un messaggio con un’emoticon? Adesso basta fare doppio tap sul messaggio per far apparire le reazioni che si usano di più in un’interfaccia scorrevole. Così si può reagire al volo con la faccina perfetta per l’occasione.

Ma la vera star sono gli sticker. WhatsApp permette di trasformare i propri selfie in adesivi personalizzati. Come? Semplice: basta toccare l’icona “Crea” nel cassetto degli sticker e comparirà l’opzione per scattare un selfie e farne uno sticker. C’è solo un piccolo dettaglio: per ora questa funzione è disponibile solo per gli utenti Android. Gli utenti di iOS dovranno aspettare ancora un po’.

Condividere i pacchetti di sticker con gli amici

Ma non è finita qui. Ora si possono anche condividere i pacchetti di sticker che si trovano su WhatsApp direttamente nelle chat con i propri amici.

È sufficiente nella chat con il proprio amico, aprire il cassetto degli sticker, toccate i tre puntini accanto a un pacchetto e selezionare “Invia”. E voilà, il link al pacchetto si incollerà automaticamente nel campo di testo, pronto per essere inviato.

A quanto pare, Meta ha un debole per gli sticker. Già da un po’ sta lavorando per migliorare le funzioni legate a questi simpatici adesivi. Già a ottobre si vociferava che WhatsApp avrebbe presto permesso di condividere i pacchetti con gli amici. Senza dimenticare l’integrazione con la libreria GIPHY e il creatore di sticker personalizzati che fa disegnare, modificare e inviare i propri capolavori a chiunque. Insomma, per i fan degli sticker, WhatsApp sta diventando un parco giochi.

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ChatGPT, arrivano i promemoria e le attività ricorrenti

Punto Informatico - Mer, 01/15/2025 - 06:37

Gli utenti paganti di ChatGPT potranno finalmente chiedere all’assistente AI di programmare promemoria o richieste ricorrenti. La nuova funzione in beta, chiamata “Tasks“, inizierà a essere disponibile questa settimana per gli abbonati a ChatGPT Plus, Team e Pro in tutto il mondo.

ChatGPT permette di programmare promemoria e attività, diventa il segretario personale

Con Tasks si possono impostare semplici memo con ChatGPT, tipo “Ricordami tra sei mesi quando scade l’assicurazione auto“, e l’assistente manderà una notifica push sulla piattaforma dove è stata abilitata la funzione. Ma non è finita qui: ora si potranno programmare anche richieste ricorrenti, ad esempio “Ogni venerdì dammi un piano per il weekend in base alla mia posizione e alle previsioni meteo“, oppure “Mandami un briefing di notizie ogni giorno alle 7“.

Un primo passo verso gli agenti AI (quasi) indipendenti

Questa novità sembra essere il primo assaggio di OpenAI di modelli AI che possono agire in modo semi-autonomo, i cosiddetti “agenti AI“. Il CEO Sam Altman ha dichiarato che il 2025 sarà un anno di svolta per queste entità, prevedendo addirittura che “si uniranno alla forza lavoro“.

Tasks è una versione ancora limitata di un sistema di questo tipo, ma permette agli utenti di impostare promemoria con ChatGPT, una funzione pratica che ormai ci si aspetta da assistenti come Siri o Alexa. Le richieste di informazioni programmate sono invece più uniche nel loro genere e mostrano capacità nuove rispetto agli assistenti digitali precedenti.

Come usare i Tasks di ChatGPT

Per accedere alla nuova funzione, basta cliccare sull’icona del proprio profilo e poi su Tasks nel menu a comparsa. Da lì si può inviare un messaggio all’assistente dicendogli che promemoria o azione si vuole creare. A volte sarà ChatGPT stesso a suggerirvi dei task in base alle proprie chat. Si possono impostare e gestire gli impegni chiacchierando con l’AI su qualsiasi piattaforma, oppure usando l’apposita scheda Tasks Manager disponibile solo sulla web app.

Grazie a questa funzione, ChatGPT può ora navigare sul web secondo una tabella di marcia prestabilita, ma non farà ricerche continue in background né acquisti. Ad esempio, gli si può dire di controllare una volta al mese se ci sono biglietti per un concerto del proprio artista preferito in una determinata zona, ma non si può chiedere di avvisare nell’istante in cui i biglietti saranno in vendita, né tanto meno di comprarli per conto proprio. Comunque sia, è un passo avanti verso questi sistemi.

OpenAI afferma che sta usando questo periodo di beta per capire meglio come le persone utilizzano i Tasks prima di renderli ampiamente disponibili sulla sua app mobile e sulla versione gratuita di ChatGPT. Per ora, l’azienda precisa che non è possibile impostare promemoria tramite la Modalità vocale avanzata.

In arrivo l’agente AI Operator?

L’azienda di Sam Altman si sta preparando a rilasciare agenti AI più avanzati, tra cui “Operator” che sarebbe in grado di scrivere codice e prenotare viaggi. Questo sistema potrebbe arrivare nelle prossime settimane, stando a quanto riportato da Bloomberg. Ma con agenti AI più evoluti arrivano anche potenziali problemi. Tasks mostra una gamma abbastanza controllata di abilità “agentive”, ma le misure di sicurezza di OpenAI potrebbero essere messe alla prova nei prossimi mesi.

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pCloud: cloud storage sicuro con protezione dei dati al top

Punto Informatico - Mer, 01/15/2025 - 06:02

La maggior parte dei servizi di cloud storage oggi disponibili presenta un problema significativo: la posizione dei server negli Stati Uniti o in un altro Paese al di fuori dell’Unione europea, con tutte le conseguenze che questo può avere riguardo la privacy dei propri dati.

Se si è alla ricerca di un servizio cloud sicuro, che abbia la sua base in Europa, una delle migliori scelte è rappresentata da pCloud (qui il sito ufficiale). Si tratta di un servizio che ha la propria base in Svizzera, e che offre una protezione dei dati di gran lunga superiore rispetto a servizi analoghi più blasonati.

Vai all’offerta di pCloud

pCloud: servizio di cloud storage sicuro in Svizzera

Con pCloud si ha la garanzia che i propri file siano protetti dalle leggi svizzere, tra le più rigorose per i dati personali. Questo perché la sede dell’azienda si trova all’interno del Paese elvetico.

Sempre sul fronte della sicurezza, occorre citare altre due caratteristiche chiave. Da un lato il centro dati sicuro e certificato situato nell’Unione europea, dall’altro l’utilizzo dei certificati TLS/SSL e della crittografia lato client, per garantire a ciascun utente il possesso esclusivo delle chiavi per la decifratura dei file.

A tutto questo, infine, si aggiunge l’accesso su qualsiasi dispositivo, anche offline, e la facilità d’uso della piattaforma. Si tratta infatti di un servizio semplice da usare, alla portata di tutti, anche di chi è poco avvezzo alla tecnologia.

Ecco la panoramica dei prezzi dei piani individuali di pCloud (in offerta).

Piani annuali

  • Premium 500 GB: 49,99 euro l’anno invece di 59,88 euro
  • Premium Plus 2 TB: 99,99 euro l’anno invece di 119,88 euro

Piani a vita

  • Premium 500 GB: 199 euro invece di 299 euro (pagamento unico)
  • Premium Plus 2 TB: 399 euro invece di 599 euro (pagamento unico)
  • Ultra 10 TB: 1.190 euro invece di 1.890 euro (pagamento unico)

Vai all’offerta di pCloud

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