Apple Watch Series 10: problemi con lo speaker
Apple Watch Series 10 ha un problema legato all’audio, a quanto pare. Nel corso delle ultime ore, infatti, sono pervenute molteplici segnalazioni relative a un potenziale problema con l’altoparlante dello smarwatch.
Apple Watch Series 10: l’altoparlante ha un serio problemaIn base a quanto riferito da numerosi utenti su Apple Support Community e Reddit, l’audio emesso dallo speaker diventa più basso e ovattato, anche dopo aver utilizzato la funzione per espellere l’acqua dall’altoparlante dopo il nuoto o un’altra attività in acqua, rendendo difficoltoso ascoltare chiamate e musica direttamente dallo smartwatch.
Andando più in dettaglio, in base alle testimonianze fornite dagli utenti, il problema si manifesta dopo settimane o mesi di utilizzo e sembra influenzare in particolare le chiamate in viva voce con interlocutori difficili da sentire, la riproduzione musicale e i comandi di Siri che risultano meno chiari rispetto a quando il dispositivo era nuovo e l’audio in generale che appare più basso e ovattato in confronto alle prime settimane di utilizzo.
Al momento, non è chiaro quanto sia diffuso il problema e soprattutto se si tratti di una difficoltà di natura hardware o software. Se un problema hardware riguarda un numero sufficiente di clienti, la “mela morsicata” in talune circostanze decide di lanciare un programma di assistenza che offre riparazioni gratuite. Se viene scoperto un problema software, invece, il colosso di Cupertino dovrebbe essere in grado di risolverlo con un futuro aggiornamento di watchOS.
Per il momento da parte di Apple non è giunto alcun commento a riguardo, ma di certo nel corso dei prossimi giorni la questione verrà approfondita e sarà possibile saperne di più.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Musk citato in giudizio da impiegati federali, accesso illegale ai dati
Elon Musk e la sua agenzia governativa DOGE finiscono nel mirino di oltre 100 dipendenti e ex dipendenti federali. Il motivo? Aver avuto accesso a dati personali altamente sensibili senza le dovute autorizzazioni e controlli di sicurezza. È quanto emerge da una nuova causa intentata martedì presso la Corte Federale di New York.
Impiegati federali citano in giudizio Musk per accesso illegale ai datiL’azione legale è promossa dall’Electronic Frontier Foundation e altri gruppi per la privacy, e rappresenta 103 lavoratori e vari sindacati del settore pubblico. Nel mirino c’è l’Office of Personnel Management, la principale agenzia per le risorse umane del governo.
Secondo la denuncia, l’OPM avrebbe concesso a DOGE e ai suoi collaboratori, molti dei quali ex dipendenti delle aziende di Musk, un accesso “amministrativo” ai sistemi informatici dell’OPM. E ancora peggio, senza passare per i soliti, rigidissimi controlli di sicurezza nazionale. Ora i querelanti chiedono di tagliare completamente l’accesso a DOGE e al suo team.
L’accesso di DOGE ai dati dell’OPM inoltre, violerebbe il Privacy Act, che proibisce l’accesso improprio ai dati personali, anche tra agenzie federali. Dalla causa, è emerso che gli agenti di DOGE non erano dipendenti governativi quando hanno ricevuto l’accesso alle reti informatiche dell’OPM. E si cita il caso di Edward Coristine, 19enne collaboratore di DOGE noto online come “Big Balls”, licenziato da una società di cybersicurezza dopo un’indagine interna su fughe di dati durante il suo impiego.
Gli impiegati federali a rischio epurazioni e ricattiMa i querelanti temono anche le conseguenze professionali che l’accesso di DOGE ai loro dati potrebbe provocare. Musk e il presidente Trump hanno minacciato di licenziare i dipendenti considerati “sleali”. Senza contare che la divulgazione dei loro dati finanziari potrebbe esporli a ricatti e attacchi informatici da parte di criminali e hacker stranieri.
DOGE nella bufera, intanto Musk non commentaLa causa arriva in un momento di crescente polemica sull’accesso di DOGE a dati governativi sensibili, mentre l’agenzia inizia a imporre licenziamenti di massa e altre riforme in tutto il settore pubblico. Per ora, l’obiettivo è ottenere un’ingiunzione per bloccare l’accesso. Ma secondo Mark Lemley, uno degli avvocati dei querelanti, questa è solo la “fase uno” prima di una class action.
DOGE, OPM e i rappresentanti delle società di Musk non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento di TechCrunch sulla vicenda. Ma è facile immaginare che la battaglia legale sarà lunga e aspra.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Sanremo 2025: anticipazioni sulla 2a serata, in streaming anche dall'estero
Dopo che Carlo Conti ha rotto il ghiaccio e abbiamo ascoltato tutti i 29 artisti in gara, il Festival di Sanremo 2025, alla sua 75a edizione, si prepara alla seconda serata. Prima di scoprire le anticipazioni di questa sera, devi sapere che è possibile seguire la diretta streaming anche dall’estero su Rai Play. Il prima e il dopo, incluse le serate on demand sono accessibili solo attivando una buona VPN in grado di aggirare i blocchi regionali.
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Sanremo 2025: le anticipazioni della 2a serataDurante la seconda serata del Festival di Sanremo 2025 saranno tre i co-conduttori che accompagneranno Carlo Conti nella conduzione dello spettacolo. Infatti, ci saranno Bianca Balti, Cristiano Malgioglio e Nino Frassica.
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Ci saranno anche tantissimi ospiti, tra l’altro molto interessanti. Tra questi salirà sul palco dell’Ariston anche Damiano David, che ha da poco inaugurato la sua carriera da solista con un album che sarà pubblicato nel 2025. Non mancheranno anche Carolina Kostner, Vittoria Puccini, Francesco Del Gaudio e Alessandro Gervasi.
A scendere la tanto temuta scala del teatro sanremese ci sarà anche il cast del film Follemente e della fiction Belcanto. Collegamento in diretta anche BigMama che si esibirà dal Suzuki Stage di piazza Colombo. Insomma una seconda serata particolarmente ricca.
Se durante la prima del Festival di Sanremo 2025 hanno cantato tutti, questa sera canterà la prima metà degli artisti in gara. A queste esibizioni si inseriranno anche le “Nuove Proposte”: Vale LP & Lil Jolie, Settembre, Maria Tomba e Alex Wise. Il vincitore di queste sarà annunciato domani.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Apple permette di trasferire gli acquisti tra account
Apple ha pubblicato alcune pagine di supporto per spiegare come gli utenti possono migrare gli acquisti da un account all’altro. L’azienda di Cupertino ha elencato i requisiti minimi, descritto la procedura e spiegato le conseguenze dell’operazione. La funzionalità non è disponibile però in Europa, Regno Unito e India.
Come funziona la migrazioneApple consente di trasferire app, musica e altri contenuti acquistati da un account Apple secondario ad un account Apple principale. Al momento della migrazione, l’account usato per l’accesso ad iCloud e la maggior parte delle funzionalità su iPhone e iPad verrà indicato come account principale, mentre l’account usato solo per file multimediali e acquisti verrà indicato come account secondario.
È necessario accedere ad entrambi gli account. Nessuno dei due account deve essere condiviso con altre persone, quindi l’utente deve uscire dal gruppo In famiglia e disattivare la condivisione degli acquisti. Su entrambi gli account deve essere attivata l’autenticazione in due fattori. Sull’account secondario deve essere speso tutto il credito residuo perché non viene trasferito all’account principale.
Apple ha spiegato cosa succede dopo la migrazione. Tutti i metodi di pagamento associati all’account secondario migrano all’account principale e sostituiscono tutti i metodi di pagamento dell’account principale. Abbonamenti e acquisti di app, musica, film, programmi TV e libri passano all’account principale.
Vengono inoltre trasferiti (e sostituiranno quelli dell’account principale) i dati della libreria musicale, il profilo di personalizzazione, il profilo social, Apple Music Replay nell’app Apple Music, l’elenco In coda nell’app Apple TV e i dati della libreria di podcast nell’app Apple Podcasts.
Non vengono trasferiti i dati di iCloud, i consigli personalizzati di App Store, Apple TV, Apple Books e Apple Podcasts. Non sarà inoltre possibile modificare le recensioni dell’App Store. Dopo la migrazione, l’account secondario non può essere più utilizzato per file multimediali e acquisti.
Gli utenti possono annullare la migrazione, ma tutti i metodi di pagamento verranno rimossi da entrambi gli account e tutti gli abbonamenti, ad eccezione di iCloud+, verranno annullati e scadranno alla prossima data di rinnovo dopo l’annullamento della migrazione. Solo gli acquisti effettuati prima della migrazione torneranno all’account secondario. Gli acquisti effettuati dopo la migrazione continueranno ad essere associati all’account principale.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Molto più di un modem: l’Iliadbox migliora la gestione della rete domestica
La connessione internet domestica non è più necessaria solamente per collegarsi al web da PC e smartphone, ma anche da tutti gli altri dispositivi ed elettrodomestici che compongono le nostre case intelligenti. Smart TV, termostati, impianti di condizionamento, eccetera; avere tutto sotto controllo è indubbiamente un grande vantaggio e per poterlo sfruttare è necessaria non solo una connessione ultraveloce, ma anche un modem che supporti questo tipo di gestione. L’Iliadbox, incluso nell’offerta della fibra ottica di Iliad, rappresenta un’innovazione anche in questo senso.
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Comodità e sicurezza al servizio della famigliaL’Iliadbox non è solo uno dei router più potenti attualmente disponibili nel nostro Paese per il supporto allo standard Wi-Fi 7, ma è anche un vero e proprio centro di controllo per la casa intelligente. Anche grazie all’app dedicata, infatti, è possibile monitorare in tempo reale tutti i dispositivi connessi alla rete domestica, verificando così non solo lo stato della connessione, ma anche identificare gli accessi e individuare eventuali anomalie. Un approccio estremamente comodo, ma anche molto sicuro.
In termini di sicurezza, inoltre, sempre dall’applicazione mobile è possibile usufruire del servizio McAfee Safe Family. Si tratta del Parental Control con il quale proteggere la navigazione di tutti i componenti della famiglia. Tramite questo servizio, completamente gratuito, è infatti possibile bloccare la navigazione su siti web e app considerati non adatti o non sicuri, impostare limiti di tempo per l’utilizzo delle app e localizzare i dispositivi sui quali l’applicazione è stata installata ricevendo le notifiche in caso di spostamenti.
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Un servizio completo incluso nell’offerta per la fibra ottica che prevede anche le chiamate illimitate in Italia (e in più di 60 Paesi esteri). L’offerta è disponibile in promozione a 21,99€ al mese per sempre, con un risparmio di 48€ all’anno. La promozione è riservata agli utenti che hanno un’offerta mobile Iliad con attivo il servizio di pagamento automatico.
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Nonostante manchino ormai solo pochi mesi all’abbandono ufficiale di Windows 10, il sistema operativo continua a ricevere aggiornamenti: questa volta tocca al pacchetto KB5051974, distribuito da Microsoft in occasione del nuovo Patch Tuesday. È destinato alla versione 22H2 della piattaforma (l’unica ancora supportata) e la porta alla build 19045.5487.
Patch Tuesday: KB5051974 per Windows 10Trattandosi di un update cumulativo obbligatorio, il download e l’installazione avverranno in automatico per tutti gli utenti entro pochi giorni. È comunque possibile accelerare i tempi, avviando l’utility Windows Update oppure scaricando manualmente i file .msu dedicati, resi disponibili attraverso il portale Update Catalog.
Non ci sono grandi novità da segnalare in termini di funzionalità. La software house è però intervenuta sul codice con la correzione di alcuni bug che nell’ultimo periodo hanno creato diversi problemi agli utenti. Uno di questi riguarda i dispositivi audio DAC. Altri interessano un conflitto generato dalla scorciatoia per l’aperura dello Strumento di cattura (causava un malfunzionamento dell’Assistente vocale), i crash provocati da un errore legato alla memoria virtuale e il comportamento anomalo di alcuni POS con tecnologia NFC.
È degna di nota anche l’installazione e l’impostazione automatica del client Web di Outlook come programma predefinito per la gestione della posta elettronica (Posta e Calendario appartiene ormai al passato). A conti fatti, si tratta di una forzatura che farà storcere il naso a molti. Per la disinstallazione è comunque possibile affidarsi alle Impostazioni, a PowerShell oppure a una delle tante utility di terze parti dedicate alla gestione delle app.
Come noto, il supporto ufficiale per Windows 10 terminerà il 14 ottobre 2025. Ciò nonostante, la piattaforma è ancora presente sul 60,33% dei PC in circolazione che fanno uso del sistema operativo (fonte StatCounter, dati aggiornati a fine gennaio).
In occasione del Patch Tuesday di febbraio 2025, il successore Windows 11 ha ricevuto gli aggiornamenti KB5051987 per 24H2 e KB5051989 per 23H2.
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L’aggiornamento cumulativo KB5051989 è disponibile per i PC con Windows 11 23H2. Porta la piattaforma alla build 22631.4890. Il rollout ha preso il via come parte del Patch Tuesday di febbraio 2025. Si tratta di un’installazione obbligatoria, come sempre avviene nella seconda settimana del mese. La versione 24H2 del sistema operativo ha invece ricevuto il pacchetto KB5051987, mentre per Windows 10 22H2 è arrivato KB5051974.
L’update KB5051989 diponibile per Windows 11 23H2È possibile scaricarlo subito semplicemente aprendo l’utility Windows Update oppure affidandosi ai file .msu pubblicati dal portale Update Catalog. Ad ogni modo, è previsto il download automatico entro pochi giorni.
Ricordiamo che Microsoft ha fissato il termine del periodo di supporto per la versione 23H2 di Windows 11 nell’11 novembre 2025. Già da alcune settimane ha iniziato a forzare gli utenti verso il passaggio a 24H2.
Tornando all’aggiornamento odierno, KB5051989 porta con sé alcune nuove funzionalità già avvistate durante la fase di test nel corso degli ultimi mesi. Ci sono, tra le altre, l’inclusione di pulsanti per una gestione migliore dello zoom nella Lente di ingrandimento e Resume per continuare su PC a lavorare su file aperti su Android (attraverso la sincronizzazione di OneDrive).
Ancora, Esplora file accoglie diversi miglioramenti. Uno di questi riguarda la possibilità di creare rapidamente una nuova cartella effettuando un click con il tasto destro del mouse sul pannello laterale sinistro. Microsoft è poi intervenuta per correggere l’errore che impediva di ripristinare le cartelle aperte all’avvio (selezionando l’apposita opzione nelle impostazioni).
Come visto sulla versione 24H2, anche in questo caso sono state ridisegnate le animazioni visualizzate al passaggio del cursore sulla barra delle applicazioni, quelle che mostrano l’anteprima delle finestre. All’interno della systray compare poi un’icona dedicata a Windows Studio Effect (solo su PC con NPU) per gli effetti da applicare alla fotocamera.
Non mancano poi diversi bugfix, relativi a errori individuati negli ultimi mesi per l’acquisizione degli screenshot, Esplora file, dispositivi audio DAC e periferiche USB. Infine, come avviene per ogni Patch Tuesday, sul fronte della sicurezza KB5051989 per Windows 11 23H2 sistema diverse vulnerabilità. Per maggiori informazioni fare riferimento al changelog ufficiale.
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Siamo giunti all’appuntamento con il Patch Tuesday di febbraio 2025 e Windows 11 24H2 riceve l’aggiornamento cumulativo KB5051987. Come sempre avviene nella seconda settimana di ogni mese, si tratta di un update obbligatorio, che sarà dunque automaticamente scaricato e installato sui PC degli utenti entro pochi giorni. Per la versione 23H2 della piattaforma è invece arrivato il pacchetto KB5051989, su Windows 10 22H2 è la volta di KB5051974.
Patch Tuesday: KB5051987 per Windows 11 24H2Porta il sistema operativo alla build 26100.3194. Oltre ai cambiamenti riguardanti la sicurezza, ci sono alcune nuove funzionalità. In questo articolo descriveremo quelle più importanti. Per maggiori informazioni rimandiamo alle pagine del supporto ufficiale.
Come sempre, per forzare il controllo e scaricare subito l’aggiornamento è sufficiente aprire l’utility Windows Update e verificarne la disponibilità. In alternativa è possibile eseguire l’installazione in modalità manuale, affidandosi ai pacchetti .msu messi a disposizione da Microsoft attraverso il portale Update Catalog. Il peso è piuttosto importante, superiore a 1 GB.
Ecco dunque le novità principali tra quelle introdotte da KB5051987 per Windows 11 24H2.
- Migliorate le animazioni mostrate al passaggio del cursore su un’icona nella barra delle applicazioni, per visualizzare l’anteprima delle finestre;
- sui PC con NPU è mostrata un’icona nella systray dedicata al lancio rapido della pagina Studio Effects (effetti per la fotocamera);
- Esplora file: un click con il tasto destro sul pannello laterale sinistro fa comparire il comando “Nuova cartella”, all’avvio ripristina le ultime schede aperte selezionando l’opzione apposita, Windows interviene direttamente su alcune impostazioni.
- aggiunto il font Simsun-ExtG per lil cinese semplificato.
Sono molti anche i bug corretti, riguardanti componenti come Esplora file, la modalità HDR durante l’esecuzione dei giochi, i dispositivi audio, le fotocamere USB, le passkey, lo spegnimento del PC e le connessioni Wi-Fi.
C’è poi un’altra novità, non citata dal changelog ufficiale, ma segnalata dalla sempre attenta redazione del sito Windows Latest. Si tratta di una caratteristica chiamata Resume, simile a Handoff di Apple, che permette di proseguire su desktop l’editing di un file iniziato su un dispositivo Android, a patto che sia stata attivata la sincronizzazione attraverso il cloud di OneDrive.
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97,4 miliardi di dollari. È la cifra astronomica che Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, ha messo sul piatto per acquisire il controllo di OpenAI. Un’offerta non richiesta, finanziata dalla xAI di Musk e da un consorzio di investitori esterni, come rivelato in una lettera inviata ai procuratori generali di California e Delaware.
Perché l’offerta di Musk complica i piani di Altman per convertire OpenAI in una società a scopo di lucroLa risposta del CEO di OpenAI, non si è fatta attendere. E non è stata solo un “no, grazie”, ma anche l’occasione per una stoccata pubblica a Musk. “Niente da fare, ma se vuoi ti compriamo noi Twitter per 9,74 miliardi“, ha scritto Sam Altman su X.
Tra i due non corre buon sangue. Eppure Musk è stato uno dei co-fondatori di OpenAI, prima che i rapporti si incrinassero. Ora lui e la sua xAI sono coinvolti in una causa che accusa OpenAI di comportamenti anticoncorrenziali e altre scorrettezze. Ma il rifiuto di Altman a un’offerta di acquisizione da quasi 100 miliardi non è così semplice come sembra, avvertono gli esperti di corporate governance sentiti da TechCrunch.
OpenAI sta attraversando una fase delicata. Nata come organizzazione no-profit, nel 2019 è passata a una struttura “a profitto limitato”. Ora punta a diventare una società for-profit a tutti gli effetti, una “public benefit corporation“, per attrarre più capitali.
Ma Musk, noto per affogare i suoi nemici in guai legali, potrebbe aver complicato la transizione e fatto lievitare il prezzo della parte no-profit di OpenAI con la sua offerta. I procuratori generali di Delaware e California hanno già chiesto a OpenAI maggiori dettagli sui suoi piani di conversione.
La mossa da “sabotatore” di Elon Musk“Musk sta gettando sabbia negli ingranaggi“, ha dichiarato a TechCrunch Stephen Diamond, un avvocato che ha rappresentato gli oppositori di Musk nelle battaglie di governance aziendale in Tesla. “Sta sfruttando l’obbligo fiduciario del consiglio no-profit di non sottovalutare gli asset“.
Con la sua offerta Musk ha segnalato che c’è almeno un gruppo di investitori disposto a pagare un sostanzioso premio per la parte no-profit di OpenAI. Questo mette il consiglio di amministrazione in una posizione scomoda.
I motivi per dire di no a MuskIl fatto che Musk abbia lanciato un’offerta da capogiro non significa che OpenAI debba per forza accettarla. La legge societaria dà ampi poteri ai consigli in carica per proteggersi da offerte di acquisizione ostili. OpenAI potrebbe sostenere che quella di Musk sia un tentativo di scalata ostile, visti i rapporti non proprio idilliaci tra lui e Altman. Oppure che l’offerta non sia credibile, dato che OpenAI è già nel bel mezzo di una ristrutturazione aziendale.
Ma anche se il consiglio di OpenAI dovesse respingere l’offerta di Musk, il danno potrebbe essere fatto. Il valore potenziale di mercato degli asset della parte no-profit di OpenAI potrebbe essere lievitato. Questo potrebbe costringere OpenAI a raccogliere più capitale del previsto e complica le trattative con i suoi attuali finanziatori. Potrebbe anche diluire il valore delle quote degli investitori nel braccio for-profit, anche per i partner importanti come Microsoft.
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Arriva dai nostri colleghi de “Il Giorno” la notizia che diversi dipendenti INPS stanno denunciando una persecuzione che dura da tempo fatta di truffe telefoniche e mail phishing. Addirittura, un dipendente di Milano è arrivato a riferire: “Vibra il telefono a tutte le ore. Siamo stanchi di dover sopportare tutto questo, per uno stipendio di 700 euro al mese”. Una situazione insostenibile che li mette in pericolo costantemente.
Cosa sta succedendo e perché proprio loro? Per rispondere a queste due domande dobbiamo fare un passo indietro e tornare al 17 e 18 novembre, quando l’ente di previdenza sociale è stato vittima di un violento attacco informatico di tipo ransomware. Questa violazione ha permesso agli attaccanti di accedere ai dati personali legati all’archivio del maxi-concorso del 25 maggio 2022.
A conferma di quanto successo ci sarebbe una comunicazione ufficiale inviata ai dipendenti per avvisarli della fuga dati a cui sono stati sottoposti indirettamente. All’interno di questo archivio, ora nelle mani dei cybercriminali, si contano innumerevoli informazioni sensibili tra cui dati anagrafici come nome e cognome, dati di contatto, tra cui numeri di telefono ed email, e titoli di studio.
A essere stati violati sono i dati personali di circa 3mila operatori INPS che ora si trovano a dover far fronte a truffe telefoniche e mail phishing alquanto pericolose e insidiose. In una nota di Slc-Cgil e Uilcom-Uil si legge: “Molti colleghi ci segnalano anomale chiamate in entrata da call center da varie parti del mondo. La paura è tanta, i dati personali sono un valore prezioso. L’azienda ha fatto tutto il possibile per proteggere i dati? I sistemi di sicurezza erano adeguati?”.
INPS: truffe telefoniche e phishing, quali obiettiviI dipendenti INPS vittima di questo attacco ransomware, oggetto di truffe telefoniche e mail phishing, hanno fatto un appello: “Una vicenda sulla quale gli enti preposti alla vigilanza devono fare chiarezza perché i dati di 3mila operatori sono stati violati con conseguenze che non sono ancora prevedibili”.
Infatti, le conseguenze di questa violazione non si possono prevedere. Nondimeno, gli obiettivi dei criminali sono chiari. Ogni truffa ha lo scopo di rubare dati personali e dettagli bancari delle vittime. Questo per riuscire a finalizzare il furto di identità e di denaro.
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È un momento decisivo per la stagione dei rossoneri: Feyenoord-Milan è l’andata dei playoff di Champions League. Puoi vedere la partita in streaming su Prime Video, in modo gratuito se hai già un abbonamento Prime attivo, da tutti i tuoi dispositivi. Si gioca questa sera, mercoledì 12 febbraio, alle ore 21:00. La cornice è quella dello stadio di Rotterdam, nota come De Kuip dagli appassionati del calcio olandese.
Guarda Feyenoord-Milan in streaming
Champions League: guarda in streaming Feyenoord-MilanTornare a casa con un risultato utile sarebbe di fondamentale importanza per il Diavolo, in vista del ritorno che si disputerà a San Siro la prossima settimana. C’è in palio la qualificazione agli ottavi di finale.
Come anticipato, se vuoi vedere la partita in streaming lo puoi fare grazie alla diretta esclusiva di Prime Video. La piattaforma di Amazon ha affidato la telecronaca alla voce di Sandro Piccinini, affiancato da Massimo Ambrosini per il commento tecnico. Il collegamento è previsto dalle ore 19:30 con un approfondimenti e interviste da bordo campo, in compagnia di Clarence Seedorf, Cristian Brocchi e Gianfranco Zola.
Ecco le probabili formazioni che i due allenatori, Priske e Conceicao, dovrebbero mandare in campo al fischio di inizio. Tra i titolari rossoneri anche Gimenez, appena arrivato nella sessione del calciomercato invernale, proprio dalla squadra olandese.
- Feyenoord (4-2-3-1): Bijlow; Read, Trauner, Hancko, Smal; Beelen, Timber; Osman, Milambo, Igor Piaxao; Ueda;
- Milan (4-3-3): Maignan; Walker, Tomori, Pavlovic, Theo Hernandez; Musah, Fofana, Reijnders; Pulisic, Gimenez, Leao.
Il pronostico vede favoriti gli ospiti, nonostante la trasferta. Come da tradizione, però, in Champions League anche un singolo episodio può risultare determinante.
Guarda Feyenoord-Milan in streaming
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Reuters ha segnato un punto importante nella sua causa contro Ross Intelligence, una startup di AI per il settore legale. Il giudice Stephanos Bibas ha emesso un giudizio sommario parziale a favore del colosso dell’informazione legale.
Reuters vince la prima battaglia in tribunale su AI, copyright e fair useRoss Intelligence aveva sviluppato un motore di ricerca per la ricerca legale simile a Westlaw, il servizio di punta di Reuters. Ma per farlo, aveva utilizzato senza licenza i contenuti coperti da copyright di Westlaw, come le note redazionali scritte dagli avvocati di Reuters.
Nel 2020, Reuters ha fatto causa a Ross per violazione del copyright. La startup si è difesa invocando il “fair use“, cioè l’uso legittimo di materiale protetto. Ma nel 2021 è stata costretta a chiudere i battenti. Non aveva più fondi per andare avanti mentre infuriava la battaglia legale.
Ora, il giudice Bibas ha dato ragione a Reuters. Nella sua decisione, ha scritto che “Nessuna delle possibili difese di Ross regge” contro le accuse di violazione del copyright. In particolare, ha respinto la difesa del “fair use”, basandosi sul fatto che l’uso dei contenuti di Westlaw da parte di Ross ha danneggiato il valore di mercato dell’opera originale, creando un concorrente diretto.
Le prove schiaccianti del “copia-incolla”Il giudice ha anche sottolineato come Ross abbia effettivamente copiato i contenuti di Westlaw. Dopo che Reuters aveva rifiutato di concedere la licenza, Ross si era rivolta a un’altra società, LegalEase, acquistando 25.000 memo con domande e risposte scritte da avvocati utilizzando le note di Westlaw. Confrontando uno per uno 2.830 memo, note e opinioni giudiziarie, il giudice ha concluso che le prove della copia erano “così evidenti che nessuna giuria ragionevole potrebbe concludere diversamente“.
Reuters esulta, ma la partita sull’AI e il copyright è appena iniziata. Altre cause simili contro colossi come OpenAI e Microsoft sono in corso, e potrebbero arrivare a conclusioni diverse. Molto dipenderà da come i giudici interpreteranno il concetto di “fair use” applicato all’AI generativa, che è diversa da quella “non generativa” usata da Ross.
Cosa succederà ora?C’è chi teme che queste cause possano portare a una vera e propria “strage” delle aziende che sviluppano AI, se non potranno più utilizzare liberamente i dati protetti da copyright per addestrare i loro modelli. Altri sostengono che sia necessario trovare un equilibrio tra la tutela del copyright e la libertà di innovazione.
INPS lancia l'allarme phishing per nuove email fake
INPS, l’ente per la previdenza sociale in Italia, sulle sue pagine ufficiali, ha lanciato un allarme phishing. Si tratta di pericolose email fake che sembrano ufficiali, ma che in realtà sono state realizzate appositamente dai cybercriminali per rubare dati personali e denaro alle vittime che crollano nella trappola. Di cosa si tratta realmente?
Nello specifico, l’ente ha spiegato che ci sono email false che fingono comunicazioni ufficiali distributori di link corrotti. Nella mail il destinatario legge che “il sistema automatico INPS ci ha indicato che lei soddisfa tutti i requisiti e le condizioni per recuperare l’importo di 715 EURO sulle tasse e/o contributi pagati nell’anno 2022″.
La comunicazione continua spiegando che sono stati fatti diversi tentativi per accreditare l’importo, ma senza successo. Questa è la leva perfetta per spingere l’utente a cliccare sul link contenuto nella mail che gli permetterebbe di aggiornare le informazioni bancarie per ottenere questi 715€ in accredito.
INPS e Phishing: non cliccare “Continua sulla pagina dedicata”L’avvertimento di INPS è quello di non cliccare mai su “Continua sulla pagina dedicata” perché rimanda a una pagina di phishing dove i dati inseriti finiscono nelle mani dei criminali. Questa tecnica continua a mietere parecchie vittime che cadono nella trappola del logo ufficiale e della possibilità di ottenere denaro.
Inoltre, queste campagne phishing permettono ai criminali di finalizzare il furto di identità. Attraverso i dati sensibili delle vittime riescono a realizzare ulteriori truffe, ancora più specifiche e insidiose. Alla peggio, i criminali utilizzano quelle informazioni per operazioni illegali, così da nascondere la loro vera identità.
Il consiglio è quello di non cliccare mai sui link contenuti in email sospette. Questo anche quando sembra una comunicazione ufficiale di INPS. Esistono canali ufficiali che tutti possono contattare per chiedere chiarimenti in merito a email e messaggi ricevuti.
È bene ricordare che l’ente di previdenza sociale non comunica mai tramite email informazioni così importanti. Inoltre, non chiede mai informazioni sensibili e dettagli di pagamento linkando pagine dirette all’accesso del profilo dell’utente.
Apple Maps cambia il Golfo del Messico in Golfo d'America
Alla fine anche Apple è capitolata. Ha seguito le orme di Google è ha ribattezzato il Golfo del Messico in “Golfo d’America” nella sua app Mappe. Il cambio di nome è già attivo per gli utenti statunitensi. Secondo Bloomberg, presto sarà esteso a livello globale.
Apple Maps mostra il Golfo d’America al posto del Golfo del MessicoTutto è partito a gennaio, quando il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per modificare il nome del golfo. Questa settimana, la novità è entrata ufficialmente nel database federale dei nomi geografici, il Geographic Names Information System.
Google Maps ha già adottato la dicitura “Golfo d’America” per gli utenti americani lunedì. Ma a differenza di Apple, Big G mostra nomi diversi a seconda della posizione dell’utente: in Messico il golfo resta “del Messico”, mentre negli altri paesi compare sia “Golfo del Messico” che “Golfo d’America” tra parentesi.
Bing e MapQuest restano fedeli al MessicoNon tutti però hanno seguito l’esempio di Google e Apple. Microsoft Bing e MapQuest, per esempio, continuano a chiamare il golfo con il suo nome originale, senza cedere alle pressioni della Casa Bianca. L’app Mappe di Apple è disponibile su iPhone, iPad, Mac e, in versione beta, anche sul web. Un ecosistema sempre più vasto, che ora si arricchisce di una novità geografica non di poco conto. Chissà se la mossa sia stata dettata da ragioni politiche o da semplice pragmatismo aziendale.
Un golfo, due nomi, mille polemicheLa decisione di Apple e Google fa storcere il naso a molti, ma soprattutto fa infuriare il Messico. Il paese centroamericano ha sempre rivendicato con orgoglio la “paternità” del golfo, considerandolo parte integrante della propria identità nazionale. Il presidente messicano Claudia Sheinbaum ha inviato anche una lettera a Big G chiedendo all’azienda di ripensarci.
Ma d’altronde, si sa, la toponomastica è spesso terreno di scontro geopolitico. E in un mondo sempre più polarizzato, anche il nome di un braccio di mare può diventare una bandiera da sventolare o una ferita da rimarginare. Di certo è che le app come Mappe di Apple e Google Maps hanno un potere enorme nel plasmare la nostra percezione del mondo. Con un semplice aggiornamento, possono ridisegnare confini, cancellare nomi, riscrivere la storia.
Ulteriori novità sul digitale terrestre: quali e come sintonizzarle
La piattaforma digitale terrestre è stata protagonista ancora una volta di ulteriori novità. Ci troviamo ancora a livello locale, questa volta nei MUX LOCALE 2 e MUX LOCALE 3 di Lombardia. Gli utenti che vivono in questa regione o al confine, potranno notare una modifica grafica nel logo di una delle emittenti locali disponibili su questi due multiplex.
Si tratta di TELE BOARIO, l’emittente di Darfo Boario Terme, in provincia di Brescia, sintonizzabile al Logical Number Channel LCN 81. La novità riguarda il suo logo che ora presenta in aggiunta “HD” a fianco dell’acronimo dell’emittente “TB” in verde con l’inconfondibile trifoglio. Una modifica prettamente estetica che però definisce la tecnologia delle trasmissioni.
Infatti, le programmazioni di TELE BOARIO HD avvengono in alta definizione con risoluzione video massima a 960 x 1080 pixel. Queste variazioni non hanno bisogno di azioni da parte degli utenti, ma si presentano automaticamente durante la trasmissione. Questa novità si aggiunge alle molte modifiche apportate sulla piattaforma DDT, come il recente aggiornamento della lista canali del digitale terrestre.
I multiplex lombardi del digitale terrestreVediamo quindi i multiplex lombardi del digitale terrestre aggiornati all’11 febbraio 2025 che includono questa modifica.
- Mux Locale 2 Lombardia
- 10 Telelombardia HD
- 11 Antenna 3 HD
- 12 TopCalcio24 HD
- 17 TELECOLOR
- 18 TELENOVA HD
- 19 CR1
- 71 CANALE ITALIA +
- 75 UNICA TV
- 76 TELELIBERTA’
- 78 Milano Pavia TV
- 81 TeleBoario HD
- 82 TELEREPORTER
- 84 Antenna 2
- 86 RETE 7
- 91 TRS
- 92 ITALIA 8 PRESTIGE
- 113 GIOCABET.TV
- 114 TVS Televallassina
- 191 MILANOW
- 219 CR 1
- 278 Milano Pavia TV
- Mux Locale 3 Lombardia
- 19 CR 1 HD
- 76 Telelibertà HD
- 81 Tele Boario HD
- 89 Tele Pontedilegno
- 90 Valpadana TV
- 95 Studio 1
- 99 Tele Stella
- 110 Teleshopping
- 111 My Livigno TV
- 112 Cafe TV24
- 116 Piu Valli TV2
- 119 Teleleonessa
- 177 My Livigno TV News
- 180 QTV
- 181 E Live
- 219 CR 1 HD
- 788 Radio Super
Apple Intelligence sbarca in Cina con Alibaba, no a DeepSeek
Secondo un report pubblicato da The Information, Apple avrebbe scelto Alibaba come partner per lanciare Apple Intelligence in Cina. Una mossa a sorpresa, visto che l’azienda di Cupertino aveva sondato anche altre opzioni, tra cui la startup del momento DeepSeek e il colosso ByteDance.
Apple sceglie Alibaba per il lancio dell’AI in CinaIn realtà, il primo nome sulla lista di Apple era Baidu. Ma i problemi nell’adattare i modelli del gigante cinese dei motori di ricerca si sono rivelati insormontabili. Così, dopo aver scartato DeepSeek e ByteDance, la scelta è ricaduta su Alibaba.
Per Apple, la Cina è un mercato chiave. Ma l’assenza di Apple Intelligence si è fatta sentire. Il CEO Tim Cook ha citato proprio l’assenza delle funzioni AI come una delle cause del recente calo dell’11% delle vendite di iPhone nel Paese del Dragone. Un vuoto che i produttori locali, Huawei in testa, si sono affrettati a colmare.
La notizia della partnership con Alibaba arriva alla vigilia del lancio della quarta generazione di iPhone SE. Lo smartphone “economico” di Apple è storicamente un volano per le vendite in Cina e in India, rispettivamente il primo e il secondo mercato mondiale degli smartphone.
OpenAI, il partner americano di ApplePer il lancio di Apple Intelligence negli Stati Uniti, Apple si era affidata a OpenAI. L’accordo prevede l’integrazione di ChatGPT nell’assistente vocale Siri. Ma l’azienda ha dichiarato di essere aperta ad altre partnership, anche Google con Gemini.
DeepSeek, un’occasione persa?Apple avrà fatto la scelta giusta scartando DeepSeek? La startup cinese è sulla cresta dell’onda, tant’è che viene considerata la “nuova OpenAI”. In molti si aspettavano che Apple la scegliesse per il suo sbarco in Cina. Di certo, Alibaba non è un nome di second’ordine.
Il gruppo fondato da Jack Ma è il re indiscusso dell’e-commerce in Cina e ha una presenza capillare in tutto il Paese. Una rete che potrebbe rivelarsi preziosa per diffondere Apple Intelligence tra i consumatori cinesi.
Conto business per freelance: 3 motivi per cui Finom è la scelta giusta
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Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Gboard di Google, nuova toolbar per la digitazione vocale
Google dà una svolta alla digitazione vocale su Gboard, la sua popolare app per la tastiera virtuale. L’ultima versione beta dell’app, infatti, introduce una nuova interfaccia per l’Assistant Voice Typing, che mette la funzione in primo piano grazie a una comoda barra degli strumenti.
Nuova interfaccia vocale per Gboard di GoogleLa nuova barra appare sopra la tastiera e include un pulsante a forma di microfono con i colori di Google. Può avviare e interrompere la digitazione vocale. Gli altri tre pulsanti servono per minimizzare la tastiera, tornare alla schermata precedente e visualizzare i comandi vocali supportati.
Lo spazio tra i quattro pulsanti mostra un messaggio “Parla ora” quando l’Assistant Voice Typing è pronto ad ascoltare i comandi. “In pausa” quando si preme il microfono per interrompere la digitazione. Inoltre, quando si smette di parlare, la barra suggerisce alcuni comandi vocali.
Il pulsante per minimizzare la tastiera è sostituito da un tasto backspace, e il pulsante “i” diventa una scorciatoia per riaprire la tastiera completa. Un modo rapido per correggere eventuali errori senza dover toccare lo schermo.
Una novità per pochi (per ora)La nuova interfaccia per l’Assistant Voice Typing è al momento disponibile solo per alcuni beta tester che hanno installato la versione 15.0.03.717871796 di Gboard. Ma è probabile che Google la estenda a più utenti con un futuro aggiornamento, visto il feedback positivo ricevuto finora.
Oltre al restyling grafico, Google sta potenziando l’esperienza di digitazione vocale su Gboard con il supporto a nuovi strumenti di scrittura. Un teardown dell’app ha infatti svelato sei nuovi comandi vocali che permetteranno di riscrivere i testi usando solo la voce.
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Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha annunciato il lancio di InvestAI durante l’AI Action Summit di Parigi. L’iniziativa prevede investimenti per 200 miliardi di euro nell’intelligenza artificiale per competere con Stati Uniti e Cina. Una parte della somma verrà utilizzata per la costruzione di quattro AI Gigafactories.
Partnership tra pubblico e privatoDurante il suo discorso, Ursula von der Leyen ha illustrato alcuni benefici derivanti dall’uso dell’intelligenza artificiale. Ha inoltre sottolineato che l’Europa non è in ritardo rispetto a Stati Uniti e Cina, in quanto la corsa all’AI non è finita e la leadership è ancora in palio.
L’Europa non deve però copiare gli altri, ma sfruttare i suoi punti di forza, tra cui le elevate competenze in scienza e tecnologia, oltre alla collaborazione tra diversi paesi. La Commissione ha già annunciato la creazione di 12 AI Factories con un investimento di 12 miliardi di euro (sette sono state annunciate a dicembre 2024).
Ora è necessario passare al livello successivo con le AI Gigafactories, ovvero centri di calcolo con supercomputer in grado di addestrare i modelli AI più grandi e complessi. Ogni Gigafactory avrà circa 100.000 chip AI di ultima generazione, circa quattro volte il numero di chip AI delle AI Factories.
Per la realizzazione delle prime quattro AI Gigafactories verranno stanziati 20 miliardi di euro, un decimo del totale previsto dall’iniziativa InvestAI. I modelli AI saranno open source, quindi accessibili a tutti. L’Unione europea contribuirà con 50 miliardi di euro, mentre gli altri 150 miliardi arriveranno dal settore privato attraverso la European AI Champions Initiative.
La Francia ha annunciato un investimento di 109 miliardi di euro in risposta al progetto Stargate degli Stati Uniti.
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