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Updated: 48 min 53 sec fa

Streaming senza blocchi: PIA sblocca Netflix e altro

Lun, 06/02/2025 - 19:10

Per uno streaming senza blocchi è necessario ricorrere a una VPN. Un servizio di questo tipo, infatti, consente di evitare blocchi geografici e censure grazie alla possibilità di ottenere l’IP di un altro Paese, scegliendo un server VPN situato in una zona geografica differente da quella da cui avviene la connessione. Si tratta di un meccanismo semplice da utilizzare (tutto viene gestito dall’app della VPN).

La soluzione giusta per uno streaming senza blocchi con una VPN è rappresentata da Private Internet Access (PIA). Si tratta di uno dei servizi VPN più completi e vantaggiosi: con la promozione in corso, infatti, questo servizio ha un costo di 1,99 euro al mese andando a scegliere il piano di 24 mesi con 2 mesi aggiuntivi.

L’offerta è riscattabile tramite il sito ufficiale di Private Internet Access, linkato qui di sotto.

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VPN per uno streaming senza blocchi

Con Private Internet Access è possibile sfruttare un network di server VPN che copre 91 Paesi al mondo. Di conseguenza, è possibile accedere in modo facile e senza limitazioni a piattaforme di streaming come Netflix e simili. La connessione, inoltre, è protetta dalla crittografia e avviene senza limiti di banda, con possibilità di utilizzare più dispositivi in contemporanea.

Tutto viene gestito dall’app di Private Internet Access. Al momento dell’attivazione della connessione VPN, infatti, è sufficiente scegliere un server situato in un altro Paese, rispetto a quello da cui avviene la connessione, per ottenere un IP diverso e navigare senza blocchi. Ad esempio, chi si trova in vacanza all’estero può scegliere un server italiano per ottenere un IP italiano e accedere a Internet e tutti i vari servizi senza limitazioni.

Per utilizzare Private Internet Access sono sufficienti 1,99 euro al mese. La promozione in questione è valida andando ad attivare il piano di 24 mesi con 2 mesi gratis. L’offerta include 30 giorni di garanzia di rimborso. Per accedere subito alla promo basta premere sul box qui di sotto.

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Windows 11: rallenta la diffusione a maggio

Lun, 06/02/2025 - 18:37

Da gennaio è iniziato il trend positivo per Windows 11, ma a maggio è stata rilevata una piccola battuta di arresto a livello mondiale. Secondo i dati pubblicati da Statcounter, il sistema operativo ha perso lo 0,50% rispetto al mese di aprile. In Italia è invece diventato più popolare del vecchio Windows 10.

Inversione di tendenza o niente di preoccupante?

Le rilevazioni di Statcounter non sono affidabili al 100%, quindi potrebbero esserci errori (la metodologia di calcolo prevede l’uso di un codice di tracciamento su oltre 1,5 milioni di siti). Solo Microsoft può fornire dati statistici esatti (se verranno pubblicati).

A distanza di quasi 10 anni, Windows 10 è ancora il sistema operativo più popolare, ma il suo market share è in costante discesa da circa un anno. La quota di mercato a maggio è 53,19%, ovvero lo 0,15% in più rispetto ad aprile. Windows 11 ha invece perso lo 0,50% scendendo dal 43,72% di aprile al 43,22% di maggio.

Non è chiaro il motivo di questa inversione di tendenza, ma quasi certamente è una debacle temporanea. Il supporto per Windows 10 terminerà il 14 ottobre 2025, quindi il sorpasso potrebbe avvenire prima della fine dell’anno.

In Italia c’è stato un incremento dello 0,42% dal 42,41% al 42,83%. Il calo più evidente è stato registrato negli Stati Uniti(-3,42%), mentre l’aumento più netto è stato rilevato nel Regno Unito (+1.43%).

Microsoft continua a rilasciare build preliminari per Windows 11 24H3 e 23H2. Non ha però fornito informazioni su Windows 11 25H2 che dovrebbe arrivare in autunno. Il passaggio alla nuova versione avverrà tramite “enablement package” o un aggiornamento cumulativo, quindi non ci sarà un upgrade completo come per Windows 11 24H2. Viste le ridotte dimensioni, la procedura verrà completata in poco tempo.

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Piracy Shield non rispetta la legge europea?

Lun, 06/02/2025 - 17:26

Secondo la CCIA (Computer & Communications Industry Association), le modifiche annunciate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) al regolamento in materia di tutela del diritto d’autore online non rispettano la legge europea. Tali modifiche verranno implementate tramite la famigerata piattaforma Piracy Shield.

CCIA chiede l’intervento della Commissione europea

La delibera n. 47/25/CONS del 18 febbraio estende l’uso di Piracy Shield ai contenuti pirata diversi dagli eventi sportivi (film, serie TV e programmi di intrattenimento). Potranno inoltre essere segnalati indirizzi IP e nomi di dominio destinati “prevalentemente” alla violazione dei diritti d’autore. Gli ordini di oscuramento verranno estesi a provider VPN e DNS pubblici, mentre i motori di ricerca dovranno inoltre deindicizzare i siti pirata.

Su tali modifiche è stata avviata una consultazione pubblica. La CCIA (Computer & Communications Industry Association), che rappresenta Amazon, Apple, Cloudflare, Google, Meta e altre aziende tech, ha chiesto l’intervento della Commissione europea in base alla procedura TRIS perché Piracy Shield potrebbe violare la legge europea.

L’associazione chiede di valutare quattro aspetti: mancanza di garanzie procedurali e trasparenza, rischio di blocchi eccessivi e danni collaterali, basi giuridiche discutibili per la rimozione transfrontaliera e inefficacia del blocco a livello di rete. La CCIA sottolinea innanzitutto che l’accesso ai siti deve essere effettuato entro 30 minuti dalla segnalazione, senza nessuna verifica preventiva da parte di AGCOM.

Non c’è inoltre la possibilità di contestare le richieste di blocco e di presentare appello in tempi rapidi. Non sono note infine le specifiche tecniche di Piracy Shield. L’associazione evidenza anche i possibili danni collaterali, ad esempio il blocco di siti leciti che condividono lo stesso indirizzo IP dei siti pirata.

Le modifiche al regolamento consentono inoltre di emettere ordini di rimozione dei contenuti ospitati in altri Stati europei, usando come base legale il Digital Services Act (DSA). La CCIA afferma che il DSA non concede alle autorità nazionali carta bianca per adottare misure di coercizione nei confronti dei servizi di hosting in altri Stati membri.

L’associazione sottolinea infine l’inefficacia dei blocchi, in quanto possono essere facilmente aggirati e non risolve il problema alla radice. Sarebbe meglio rafforzare la collaborazione con servizi di hosting e piattaforme per eliminare i contenuti illegali alla sorgente, colpire distributori e utenti finali, migliorare trasparenza, giusto processo e meccanismo di appello.

Streaming pirata con Fire TV Stick: risposta di Amazon

Lun, 06/02/2025 - 16:14

Enders Analysis ha pubblicato un report sulla diffusione dello streaming pirata in Europa. Secondo la società di ricerca, la “colpa” sarebbe principalmente di Amazon in quanto le sue Fire TV Stick sono molto utilizzate per accedere alle IPTV. L’azienda di Seattle ha respinto le accuse.

Amazon, Meta, Google e Microsoft sono “complici”

Le Fire TV Stick supportano i file APK di Android, quindi è piuttosto semplice installare app di IPTV che permettono l’accesso allo streaming pirata, in particolare alle partite di calcio. È sufficiente sottoscrivere un abbonamento a prezzi irrisori per vedere gli eventi sportivi sulla TV.

Molti utenti non si preoccupano dei rischi, come l’invio dei dati della carta di credito e l’installazione di app che potrebbero contenere malware. Nonostante Prime Video sia uno dei servizi più piratati, Enders Analysis ritiene che Amazon faccia poco per contrastare il fenomeno. Un portavoce dell’azienda di Seattle ha smentito le accuse:

I contenuti piratati violano le nostre politiche sui diritti di proprietà intellettuale e compromettono la sicurezza e la privacy dei nostri clienti. Collaboriamo con partner del settore e autorità competenti per combattere la pirateria e proteggere i clienti dai rischi associati ai contenuti piratati. Il nostro Appstore vieta le app che violano i diritti di terze parti e avvertiamo i clienti dei rischi associati all’installazione o all’utilizzo di app provenienti da fonti sconosciute.

Amazon ha inoltre aggiunto che sono state implementate modifiche ai dispositivi Fire per ostacolare lo streaming pirata.

La società di ricerca ha evidenziato anche la “complicità” di Meta, Google e Microsoft. L’accesso illegale ai contenuti viene pubblicizzato su Facebook.

Nel report viene inoltre evidenziato che Google e Microsoft offrono tecnologie DRM (Widevine e PlayReady) troppo vecchie, quindi vengono facilmente aggirate. È necessaria una completa revisione dell’architettura, ma per le due aziende non è una priorità.

Cartello Delivery Hero-Glovo: multa di 329 milioni

Lun, 06/02/2025 - 15:37

La Commissione europea ha inflitto una sanzione complessiva di 329 milioni di euro a Delivery Hero e Glovo per aver creato un cartello, limitando la scelta ai consumatori e ostacolando la concorrenza. Le due aziende che operano nel mercato del food delivery hanno riconosciuto la loro responsabilità, quindi la multa è stata ridotta del 10%.

Tre pratiche anticoncorrenziali

La Commissione europea aveva avviato l’indagine il 23 luglio 2024, dopo le ispezioni effettuate presso le sedi delle società a giugno 2022 e novembre 2023, in seguito alle segnalazioni ricevute da un’autorità antitrust nazionale e informatori anonimi.

La tedesca Delivery Hero ha acquisito una quota di minoranza della spagnola Glovo nel 2018. Delivery Hero ha quindi ha ottenuto il controllo di Glovo nel 2022 e oggi è una sua sussidiaria. In questo intervallo di tempo, le due aziende hanno concordato tre pratiche anticoncorrenziali:

  • Accordo per non assumere i reciproci dipendenti
  • Scambio di informazioni commercialmente sensibili (strategie commerciali, prezzi, capacità, costi e caratteristiche dei prodotti)
  • Suddivisione dei mercati nazionali, eliminando le sovrapposizioni geografiche esistenti, evitando l’ingresso nei rispettivi mercati nazionali e coordinando l’ingresso nei mercati in cui nessuna delle due era ancora presente

Considerando vari elementi, tra cui il tipo di cartello, la sua durata e l’ammissione di colpevolezza, la Commissione europea ha inflitto sanzioni per 223.285.000 euro a Delivero Hero e 105.732.000 euro a Glovo.

La speranza è che ci sia ora una vera concorrenza a vantaggio dei consumatori (più scelta e prezzi inferiori) e dei dipendenti (più opportunità di lavoro).

DMA: appello di Apple contro obbligo interoperabilità

Lun, 06/02/2025 - 14:38

Apple ha presentato appello al Tribunale generale dell’Unione europea contro l’obbligo di garantire l’interoperabilità di iOS a terze parti, come previsto dal Digital Markets Act (DMA). La Commissione europea ha elencato una serie di modifiche da implementare a partire dalla fine del 2025 con iOS 19 (iOS 26).

Rischi per privacy e sicurezza

La Commissione europea aveva avviato il procedimento il 19 settembre 2024. Dopo aver ricevuto i feedback dalle parti interessate, sei mesi dopo ha pubblicato l’elenco delle modifiche necessarie per garantire l’interoperabilità tra iOS e i dispositivi di terze parti.

Apple deve offrire gratuitamente a terze parti diverse funzionalità per interattività, trasferimento dati e configurazione iniziale. Ad esempio, gli utenti europei devono poter ricevere notifiche su iPhone da altri smartwatch, effettuare il pairing di altri auricolari con l’iPhone o collegare altri visori per la realtà virtuale all’iPhone.

La Commissione europea ha pubblicato anche la timeline. Le modifiche dovranno essere implementate tra fine 2025 e fine 2026 con iOS 19 e 20 (iOS 26 e 27).

Apple aveva pubblicato un documento (PDF) per evidenziare i rischi per privacy e sicurezza. L’azienda di Cupertino ha presentato appello al Tribunale generale dell’Unione europea il 30 maggio. Un portavoce ha dichiarato:

Progettiamo la nostra tecnologia affinché funzioni in modo integrato per offrire l’esperienza unica che i nostri utenti apprezzano e si aspettano dai nostri prodotti. I requisiti di interoperabilità dell’UE minacciano questo fondamento, creando al contempo un processo irragionevole, costoso e che soffoca l’innovazione. Le aziende hanno già richiesto i dati più sensibili dei nostri utenti, dal contenuto delle notifiche alla cronologia completa di ogni rete Wi-Fi memorizzata sul dispositivo, dando loro la possibilità di accedere a informazioni personali che nemmeno Apple vede. Stiamo presentando ricorso contro queste decisioni per loro conto e per preservare l’esperienza di alta qualità che i nostri clienti europei si aspettano.

Apple ha ricevuto una sanzione di 500 milioni di euro per la violazione del DMA. Entro fine giugno dovrebbe implementare le necessarie modifiche per consentire a sviluppatori e utenti di beneficiare dei canali di distribuzione alternativi e dei metodi di pagamenti esterni. Anche contro questo obbligo è stato presentato appello.

YouTube Premium Lite, arrivano le pubblicità anche per chi paga

Lun, 06/02/2025 - 13:51

Chi paga per YouTube Premium Lite pensando di essersi liberato delle pubblicità più fastidiose, ha cantato vittoria troppo presto. Dal 30 giugno 2025, anche gli abbonati al piano economico dovranno sopportare più annunci pubblicitari.

YouTube delude gli abbonati Lite: più pubblicità dal 30 giugno

Alcuni utenti hanno ricevuto una comunicazione ufficiale da YouTube che suona più o meno così: “Grazie per essere un membro Premium Lite. Dal 30 giugno, potrebbero apparire pubblicità anche sugli Shorts, oltre che sui contenuti musicali e quando si cerca o si naviga. La maggior parte dei video continuerà a rimanere senza pubblicità.

La notizia è stata segnalata prima sui forum, e poi confermata da Deskmodder.de suggerendo che il roll out sia globale.

YouTube Premium Lite era nato come compromesso perfetto per chi voleva meno pubblicità senza sborsare i 13,99 euro del piano Premium completo. L’idea ricordava il piano Netflix Basic con pubblicità: meno funzioni, ma anche meno soldi da spendere. Il piano Lite elimina le funzioni più avanzate come download offline, riproduzione in background e YouTube Music Premium, ma prometteva di rimuovere la maggior parte degli annunci pubblicitari. Ora quella “maggior parte” si sta restringendo sempre di più.

La guerra agli adblocker che non finisce mai

Non è un segreto che YouTube stia rendendo la vita sempre più difficile a chi usa gli adblocker. Google continua a perfezionare il suo sistema di rilevamento, rendendo spesso inutili le estensioni per browser che bloccano la pubblicità. Premium Lite era stata vista da molti come la risposta di Google a chi non voleva pagare il prezzo pieno del Premium ma era disposto a spendere qualcosa pur di avere un’esperienza meno invasa dalla pubblicità.

La pubblicità arriva anche negli Shorts

La novità principale riguarda gli Shorts, che finora erano stati risparmiati dalle pubblicità per gli abbonati Lite. Ora anche questi video brevi verranno interrotti da spot pubblicitari, insieme ai contenuti musicali e alle pagine di ricerca.

Chissà se questo cambio di strategia spingerà più utenti verso il piano Premium completo o se invece li farà tornare alla versione gratuita, vanificando l’investimento di Google nel piano intermedio.

Instagram per iPad, app nativa è davvero vicina al rilascio

Lun, 06/02/2025 - 13:05

Per anni gli utenti di iPad hanno chiesto a gran voce un’applicazione di Instagram degna di questo nome, stufi della versione per iPhone. Ma secondo i rumors, Meta sta per rimediare al suo errore: l’applicazione è finalmente in fase di test.

Instagram arriva (finalmente) su iPad: app nativa in fase di test

Secondo Mark Gurman di Bloomberg, Meta starebbe testando un’applicazione nativa di Instagram per iPad. E se lo sviluppo proseguirà senza intoppi, il rilascio potrebbe anche avvenire entro la fine del 2025. Questa notizia ha suscitato le speranze di molti utenti, che recentemente si sono chiesti se, dopo 15 anni, Instagram avrebbe mai capito che esiste l’iPad…

L’assenza così lunga di un’applicazione ottimizzata per il tablet di Apple ha costretto gli utenti ad accontentarsi della versione ingrandita per iPhone, spesso sinonimo di immagini pixelate e di un layout poco ergonomico, soprattutto in modalità orizzontale. Eppure l’iPad è molto popolare, soprattutto tra i creatori di contenuti visivi.

Per anni Adam Mosseri e il team di Instagram hanno continuato a ripetere la stessa storia: troppo pochi utenti iPad per giustificare lo sviluppo di un’app dedicata. Le scuse tecniche non sono mancate. Adattare un’interfaccia pensata per smartphone e foto quadrate agli schermi più grandi dei tablet non sarebbe una passeggiata. Ma dietro le spiegazioni ufficiali, molti hanno iniziato a sospettare che ci fosse dell’altro. I rapporti tesi tra Mark Zuckerberg e Tim Cook sono cosa nota, e qualcuno ha pensato che la riluttanza di Meta a investire sull’ecosistema iPad potesse essere una questione personale.

Fine dell’agonia per milioni di utenti Apple?

Intanto, chi usa un iPad per lavoro o svago ha dovuto arrangiarsi con l’app per iPhone ingrandita, un’esperienza tutt’altro che ottimale, che ha generato una frustrazione palpabile nella comunità degli utenti. Ma perché ora questo cambio di rotta? Qualcosa è cambiato in casa Meta.

L’arrivo di WhatsApp su iPad ha dimostrato che si può fare, e probabilmente ha smosso le acque anche per Instagram. Nel frattempo, gli iPad sono diventati sempre più potenti, con strumenti di sviluppo e capacità grafiche che hanno spazzato via molte delle scuse tecniche di un tempo.

Ma il vero motivo potrebbe essere un altro: TikTok. Con tutte le incertezze normative, Meta potrebbe aver fiutato l’occasione. Perché non approfittarne per rafforzare Instagram su ogni piattaforma possibile? Un’app nativa per iPad significa intercettare più utenti e tenerli incollati allo schermo più a lungo.

ChatGPT diventerà un super assistente?

Lun, 06/02/2025 - 12:39

Durante le udienze del processo relativo al monopolio di Google nel mercato della ricerca è stato mostrato un documento di OpenAI (PDF) che svela alcune interessanti informazioni su ChatGPT. L’obiettivo dell’azienda guidata da Sam Altman è sviluppare un super assistente che sfrutta le sue capacità di ragionamento. Ciò dovrebbe avvenire entro il primo semestre 2025, se la roadmap non è cambiata.

Il futuro di ChatGPT

Nel documento viene sottolineata innanzitutto la missione di OpenAI, ovvero sviluppare una AGI (intelligenza artificiale generale) a vantaggio dell’intera umanità (ma Elon Musk afferma che non è vero). Vengono quindi evidenziate le numerose capacità di ChatGPT, tra cui la generazione di codice.

L’azienda californiana vuole trasformare ChatGPT in un super assistente entro la prima metà del 2025. ChatGPT conoscerà meglio l’utente, capirà cosa gli interessa e lo aiuterà in qualsiasi compito. Grazie ai modelli o2 e o3 permetterà di eseguire attività agentiche, come le azioni online per conto dell’utente.

Un super assistente è un’entità intelligente con “T-shaped skills”, quindi è in grado di eseguire un ampio numero di compiti (anche complessi), come trovare una casa, contattare un avvocato, pianificare una vacanza, effettuare acquisti e inviare email. Sarà personalizzato e accessibile ovunque (sito, app, telefono, email, Siri).

Nel documento ci sono anche riferimenti ai concorrenti, in particolare Google. OpenAI scrive che l’azienda di Mountain View può sfruttare la popolarità di Search per incrementare l’uso di Gemini. È quindi necessario creare un indice di ricerca (il Dipartimento di Giustizia vuole imporre a Google la condivisione dei dati) e ricevere aiuto dalle autorità. Gli utenti dovrebbero essere liberi di scegliere ChatGPT come assistente predefinito anche all’interno dei browser.

macOS 26 sarà macOS Tahoe? Il sistema operativo cambia look

Lun, 06/02/2025 - 12:24

La WWDC 2025 si avvicina… e i rumors su macOS si rincorrono. Secondo Mark Gurman di Bloomberg, la prossima versione del sistema operativo potrebbe chiamarsi macOS Tahoe, come il famoso lago californiano.

macOS 26 si chiamerà Tahoe, come il lago californiano

Tahoe non sarebbe un nome casuale. A detta di Gurman, questo specchio d’acqua, che riflette perfettamente il cielo e le montagne che lo circondano, rappresenta quella “grafica sorprendente” che Apple vuole portare nelle nuove interfacce dei suoi sistemi operativi. Se le voci si rivelassero vere, saremmo di fronte al primo grande restyling di macOS dai tempi di Big Sur nel 2020. Il 9 giugno scopriremo se Gurman ci ha visto giusto oppure no.

Inoltre, Apple sta per cambiare il modo di numerare i suoi sistemi operativi. L’idea è allineare tutte le versioni all’anno di rilascio, quindi iOS 26, iPadOS 26, ecc. Tutto più logico.

Questo cambiamento, però, non riguarda macOS. Apple non ha intenzione di abbandonare la tradizione dei nomi ispirati ai luoghi iconici della California, introdotta nel 2013 con macOS Mavericks (macOS 10.9). Prima di allora, le versioni di macOS erano dedicate a grandi felini, ma con Mavericks ha voluto rafforzare il legame con la sua terra d’origine. E sembra che questa tradizione californiana, almeno per il Mac, sia destinata a continuare.

Un’interfaccia tutta nuova e più trasparenze

La WWDC 2025 dovrebbe quindi essere l’occasione per Apple di presentare questa nuova versione di macOS, che adotterà un design completamente nuovo ispirato a visionOS, il sistema utilizzato nell’Apple Vision Pro.

Questo significa che l’interfaccia grafica di macOS potrebbe abbandonare molte delle sue scelte tradizionali per adottare elementi più moderni e coerenti con l’ecosistema futuro di Apple: più trasparenze e sfumature, simili a quelle già viste su visionOS; nuove icone, più tridimensionali o dinamiche; nolori più morbidi o reattivi al contesto; e soprattutto una navigazione rivista, che unifichi l’esperienza d’uso tra i vari dispositivi Apple.

L’invito ufficiale alla conferenza, con le sue grafiche sfumate e fluide, sembra suggerire proprio questa direzione.

Giovani contro Trump: "I decreti sul clima violano la Costituzione"

Lun, 06/02/2025 - 11:36

Una battaglia generazionale è appena iniziata nei tribunali americani. Ventidue giovani, dal Montana alla Florida, hanno deciso di non restare a guardare mentre il loro futuro viene messo all’asta per i combustibili fossili. La loro arma? La Costituzione americana.

22 giovani portano Trump in tribunale per i decreti anti-clima

Trump ha firmato tre decreti esecutivi che hanno mandato su tutte le furie questa nuova generazione di attivisti. Il primo dichiara una fantomatica “emergenza energetica nazionale”, il secondo ordina di “scatenare l’energia americana” accelerando lo sviluppo di petrolio e gas, il terzo vuole rilanciare l’industria del carbone.

I ragazzi sostengono che con questi ordini l’amministrazione Trump sta consapevolmente portando avanti un’agenda che aumenterà l‘inquinamento da gas serra che già sta stressando il clima globale in modo pericoloso.

Non si tratta di proteste astratte. Eva Lighthiser, la querelante principale, ha 19 anni e viene dal Montana. “I decreti sui combustibili fossili di Trump sono una condanna a morte per la mia generazione“, ha dichiarato. “Non sto facendo causa perché voglio, ma perché devo. La mia salute, il mio futuro e il mio diritto di dire la verità sono tutti in gioco.

I giovani americani contro l’era fossile di Trump

I giovani hanno scelto un terreno di battaglia molto specifico: i diritti costituzionali. L’accusa è che i decreti violano i loro diritti costituzionali alla vita e alla libertà, mentre minano i mandati del Congresso pensati per proteggere la salute pubblica e la sicurezza ambientale.

La causa, chiamata Lighthiser v. Trump, è stata depositata nel tribunale federale del Montana, dove vive la maggior parte dei querelanti. Non è una scelta casuale: proprio in Montana questi stessi ragazzi hanno già vinto una battaglia storica nel 2023, quando un giudice ha stabilito per la prima volta che uno stato aveva la responsabilità costituzionale di proteggere le persone dai cambiamenti climatici.

Our Children’s Trust, l’organizzazione che rappresenta i giovani, ha dichiarato che il quadro legale stabilito dalla causa Juliana ha ispirato più di 60 cause guidate da giovani in tutto il mondo. Anche se la famosa causa Juliana contro il governo federale è stata alla fine respinta dalla Corte Suprema, ha creato un modello che ora viene replicato ovunque.

Cosa vogliono davvero i giovani?

I ragazzi non chiedono la luna. Vogliono che il tribunale dichiari i decreti di Trump “illegali, incostituzionali e invalidi” e che impedisca alle agenzie federali di metterli in pratica. Vogliono fermare quello che considerano un attacco sistematico al loro futuro.

La realtà dei fatti, secondo loro, è semplice: l’energia eolica e solare sono ora le forme di energia più economiche e sicure negli Stati Uniti, al di là del costo per la salute pubblica, l’economia e il clima. Eppure i decreti le bloccano del tutto, legando il paese a una dipendenza ancora più profonda dai combustibili fossili.

Perplexity sui Galaxy S26 al posto di Google Gemini?

Lun, 06/02/2025 - 11:27

L’assistente AI di Perplexity potrebbe sostituire Gemini sui Galaxy S26. Secondo le fonti di Bloomberg, la novità sarebbe frutto dell’investimento di Samsung nella startup di San Francisco. L’accordo potrebbe rappresentare anche un punto a favore di Google. L’azienda di Mountain View è stata accusata di voler estendere il monopolio nella ricerca AI.

Perplexity in Bixby e Samsung Internet

Gemini è preinstallato sui Galaxy S25 in virtù dell’accordo sottoscritto tra le due aziende. Durante il processo sui rimedi che verranno imposti a Google per ripristinare la concorrenza nel mercato dei motori di ricerca è emerso che Samsung riceve enormi somme di denaro da Google, oltre ad una percentuale sui guadagni pubblicitari.

Secondo le fonti di Mark Gurman (giornalista di Bloomberg), il produttore coreano potrebbe “tradire” l’azienda di Mountain View, come anticipato a metà aprile. Samsung avrebbe pianificato un investimento in Perplexity che prevede l’integrazione delle sue tecnologie AI nei futuri Galaxy S26, in particolare nel browser Samsung Internet e in Bixby. L’assistente potrebbe essere impostato come predefinito al posto di Gemini.

Per la startup di San Francisco sarebbe la seconda partnership di rilievo dopo quella con Motorola. Samsung dovrebbe partecipare al nuovo round di investimenti (circa 500 milioni di dollari) che porterà la valutazione di Perplexity a 14 miliardi di dollari.

Samsung e Perplexity avrebbero inoltre avviato discussioni sullo sviluppo di un sistema operativo basato sull’intelligenza artificiale e di un agente AI che sfrutta le capacità degli assistenti di Perplexity e altre aziende.

L’eventuale accordo permetterebbe a Google di dimostrare che non ha nessun monopolio nel mercato della ricerca AI, come ipotizzato dal Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti.

Google TV, nuovo timer spegne la TV quando ci si addormenta

Lun, 06/02/2025 - 10:33

È stata una di quelle giornate infinite. Si arriva a casa sfiniti e l’unica cosa che si vuole fare è sprofondare sul divano con qualche episodio della propria serie preferita. Si accende la TV, si lancia Netflix o quello che capita, e ci si mette comodi.

Dopo tre quarti d’ora però le palpebre iniziano a cedere, e quando il secondo episodio arriva a metà, si è già partiti per il mondo dei sogni… I più fortunati si svegliano il mattino dopo con il torcicollo e la TV ancora accesa. Gli altri vengono svegliati nel cuore della notte da una scena rumorosa, oppure si ritrovano con gli occhi aperti all’alba mentre scorrono ancora i titoli di coda.

Il risultato è sempre lo stesso: la TV è rimasta accesa per ore senza motivo, e la prossima bolletta della luce sarà una batosta. Per chi ha questa abitudine c’è una soluzione semplice: impostare un timer per spegnere automaticamente il televisore. Peccato che per chi ha un dispositivo con Google TV, farlo è una vera rottura di scatole. Ma le cose stanno per cambiare. Google ha finalmente deciso di affrontare questo problema che tormenta migliaia di persone che si addormentano regolarmente davanti allo schermo.

Il nuovo timer di Google TV spegne la TV al momento giusto

Al momento, il timer integrato di Google TV è nascosto nelle impostazioni, tanto che molti non ne conoscono l’esistenza. E anche chi lo trova, spesso ne rimane deluso. Si può solo impostare un conto alla rovescia, vedere quanto tempo manca e basta.

Ma alcune righe di codice scoperte da Android Authority suggeriscono che Google stia lavorando per rendere questa funzione molto più utile. Potrebbero esserci timer intelligenti legati al contenuto in riproduzione, notifiche di fine timer più visibili e opzioni per spegnere automaticamente la TV o interrompere la riproduzione.

Stando a quello che si vede nel codice, in futuro potremo fare tutto quello che ci si aspetta da un timer che si rispetti: annullarlo se si cambia idea, metterlo in pausa se ci si deve alzare un attimo, e riavviarlo quando si torna.

La cosa più utile però saranno le notifiche che appariranno sullo schermo quando manca poco allo spegnimento. Così se si sta ancora guardando il film, si può aggiungere altro tempo senza dover rifare tutto da capo. Dai dettagli emersi, sembra che gli avvisi arriveranno a 5 minuti e 45 secondi dal momento fatale. Questa tempistica è un po’ strana, onestamente – non sarebbe stato meglio 1 minuto? Forse quei “45 secondi” si riferiscono a qualcos’altro che ancora non capiamo.

Quando arriverà il nuovo timer?

Per ora si tratta solo di codice nascosto nelle viscere del sistema, quindi tocca aspettare. Potrebbero volerci settimane, ma anche mesi prima di vedere queste funzioni sulle nostre TV. Non è escluso che Google le rilasci insieme alle altre novità di Google TV previste con Android 16.

Attenzione alla truffa del Mi Piace: l'allarme della Polizia Postale

Lun, 06/02/2025 - 10:23

Le Forze dell’Ordine e gli esperti di sicurezza informatica hanno registrato un boom della truffa del Mi Piace. Si tratta di un dato preoccupante perché questo raggiro utilizza come esca alti guadagni in cambio di like. Tuttavia, accettando questo lavoro ben presto la vittima si troverà senza denaro, perdendone del suo.

Proprio per questo la Polizia Postale ha lanciato l’allarme: “Attenzione alla truffa del ‘mi piace’. I cybercriminali aggiungono le potenziali vittime a gruppi Telegram e propongono facili guadagni con il solo compito di mettere ‘mi piace’ a video su piattaforme online come YouTube, Instagram e TikTok“.

La Polizia Postale ha poi spiegato come si sviluppa questa truffa: “Successivamente, se si seguono le indicazioni, i malfattori inviano piccole somme di denaro per acquisire la fiducia degli utenti e poi completano la truffa esortandoli a effettuare investimenti con la promessa di guadagni ancora più elevati o richiedendo soldi come commissione per poter sbloccare i guadagni maturati“.

Come difendersi dalla Truffa del Mi Piace

La Polizia Postale ha pubblicato alcuni consigli che permettono ad ogni utente di riconoscere e difendersi dalla truffa del Mi Piace o simili: “Poni particolare attenzione alle offerte di lavoro per le quali non hai fatto specifica richiesta o che vengono diffuse sui vari social network e diffida di chi promette facili guadagni e successivamente richiede l’invio di denaro“.

Inoltre, è importantissimo selezionare le giuste impostazioni all’interno delle app di messaggistica istantanea. Nello specifico, alla voce “Chi può aggiungermi ai gruppi” è consigliato selezionare “I miei contatti”. Su WhatsApp è anche possibile bloccare i messaggi di account sconosciuti quando superano un numero elevato.

Infine, è necessario accedere alle più recenti informazioni in merito a raggiri e truffe online. Come in questo caso, sapere che la Polizia Postale ha lanciato l’allarme circa la truffa del Mi Piace permette all’utente di stare in allerta e non rispondere a messaggi da parte di sconosciuti.

WWDC 2025: poche novità sull'intelligenza artificiale

Lun, 06/02/2025 - 10:22

Manca una settimana all’inizio della WWDC 2025, quindi Mark Gurman (giornalista di Bloomberg) ha illustrato i possibili annunci di Apple. Ampio spazio verrà dato ai nuovi sistemi operativi, mentre l’intelligenza artificiale avrà meno risalto durante il keynote del 9 giugno. L’azienda di Cupertino ha posticipato diversi progetti al 2026.

Apple rimane dietro ai concorrenti

Durante la WWDC 2024 sono state annunciate le funzionalità AI incluse in Apple Intelligence, ma il rollout è avvenuto molto lentamente e alcune non sono ancora disponibili a distanza di un anno. Il lancio della nuova Siri, che doveva arrivare ad aprile con iOS 18.4, è stato posticipato a data da destinarsi (nel 2027, secondo Gurman).

Alla conferenza di quest’anno non sono previsti annunci eclatanti per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Quello più importante per gli sviluppatori sarà l’accesso ai modelli AI di Apple. Sono modelli di piccole dimensioni (circa 3 miliardi di parametri) che possono essere eseguiti sullo smartphone.

Tra i pochi annunci AI ci saranno probabilmente un tool per l’ottimizzazione della batteria e il supporto per Google Gemini. Apple darà maggiore risalto ai sistemi operativi con interfaccia rinnovata e nuovi nomi che indicheranno l’anno (ad esempio, iOS 19 diventerà iOS 26). La nuova versione di macOS si chiamerà Tahoe.

Oltre alla cosiddetta LLM Siri, Apple ha posticipato altri tre progetti. La nuova versione dell’app Shortcuts che permetterà di creare azioni sfruttando i modelli AI non arriverà prima del 2026. Stesso anno per Project Mulberry, un dottore AI all’interno dell’app Health. Non è noto invece quando arriverà il concorrente di ChatGPT, attualmente in sviluppo.

Secondo le fonti di Gurman, Apple ha avviato i test interni per modelli AI con 3, 7, 33 e 150 miliardi di parametri. Quest’ultimo viene eseguito sul cloud e offre prestazioni simili agli ultimi modelli GPT di OpenAI. Non ci sono però informazioni sulla disponibilità.

Con Lyca Mobile niente più sorprese con le nuove tariffe da capogiro a soli 5,99€

Lun, 06/02/2025 - 09:44

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Lyca Mobile: Internet e chiamate senza stress

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Digitale Terrestre: fai attenzione alle tv che acquisti

Lun, 06/02/2025 - 09:40

Oggigiorno è possibile acquistare televisori di tutti i tipi, le tecnologie e, soprattutto, i prezzi. Grazie al web ora è possibile accedere a tantissimi negozi online che ci permettono di acquistare da tutto il mondo. Pochi però si chiedono se tutte le Smart TV sono uguali. Gli esperti stanno sottolineando più che mai l’importanza di fare attenzione al televisore che si acquista per digitale terrestre, privacy e sicurezza.

Contrariamente a quanto pensano molti, le smart TV non sono tutte uguali. Infatti, alcune non assicurano un utilizzo trasparente dei dati personali. Nello specifico, si tratta di veri e propri sistemi operativi che accedono alle nostre informazioni sensibili, come ad esempio le credenziali di accesso alle piattaforme di streaming live e on demand.

Addirittura, gli esperti hanno attenzionato che brand sconosciuti venduti da negozi extra UE possono installare malware pericolosi all’interno delle smart TV in vendita. Tutto questo a insaputa dell’utente. Inoltre, con l’arrivo del nuovo digitale terrestre, è fondamentale procedere all’acquisto di un televisore compatibile con gli standard DVB-T2.

Digitale Terrestre e Smart TV: come acquistare in modo saggio

Come procedere quindi a un acquisto saggio e ben ponderato di una smart TV? Prima di tutto è necessario verificare che sia compatibile con le ultime tecnologie di intrattenimento del nostro Paese. Inoltre, deve essere compatibile con i futuri standard trasmissivi come DVB-T2 HEVC MAIN 10. Meglio ancora se supporta la tecnologia HbbTV del digitale terrestre.

Un altro aspetto fondamentale da tenere presente è il brand. Marchi sconosciuti non assicurano le stesse garanzie di quelli ormai conosciuti e affermati. La questione privacy e dati personali è fondamentale. Per questo è importantissimo scegliere smart TV di brand che garantiscono sicurezza e privacy.

Infine, secondo gli esperti, è bene evitare l’acquisto di televisori in negozi online extra UE perché potrebbero essere infettati da malware specializzati nel furto di identità.

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XChat arriva su X: chat di gruppo, crittografia e messaggi segreti

Lun, 06/02/2025 - 09:31

Elon Musk non molla. Dopo aver promesso per anni di trasformare X in qualcosa di più di un semplice social network, ora ci riprova sul serio con XChat, la nuova funzione di messaggistica che sta arrivando in beta per alcuni utenti paganti. Ora si spiega perché la settimana scorsa X aveva sospeso i messaggi crittografati fino a data da destinarsi. Ora la lieta sorpresa.

BREAKING: X CHAT will support more advanced group chats and VANISHING MODE! pic.twitter.com/zgcS6qZy6y

— Nima Owji (@nima_owji) April 18, 2025

Cosa aspettarsi da XChat?

Le voci che circolano parlano di funzioni che mancavano da tempo: chat di gruppo, crittografia end-to-end, messaggi che si autodistruggono, possibilità di segnare i messaggi come non letti e condivisione di file. In più, sembra che i messaggi saranno protetti da un PIN a quattro cifre.

Non è un caso che X abbia annunciato giovedì di aver messo in pausa lo sviluppo dei DM crittografati. Perché continuare a lavorare su qualcosa che sta per essere sostituito? Gli utenti paganti avevano accesso ai messaggi crittografati già da qualche anno, ma XChat promette di essere tutta un’altra storia.  La crittografia era applicabile solo ai messaggi di testo e ai link, niente foto, video o file. Le chat di gruppo, infatti, non erano supportate e non offriva alcuna protezione contro gli attacchi man-in-the-middle. Inoltre, le conversazioni non venivano sincronizzate tra dispositivi diversi.

La promessa di Musk si concretizza?

Da quando ha comprato Twitter, Musk ha ripetuto più volte di voler creare qualcosa di simile a Signal su X. Se XChat manterrà le promesse, potremo finalmente vedere questa visione diventare realtà. Vedremo!

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VPN illimitata e protezione antivirus su 10 dispositivi: -60% con AVG

Lun, 06/02/2025 - 09:30

Con AVG è possibile sfruttare tutti gli strumenti giusti per proteggere il proprio dispositivo e tutti i propri dati durante la connessione a Internet. Il bundle AVG Ultimate, infatti, mette a disposizione degli utenti la possibilità di sfruttare i migliori sistemi di sicurezza dell’azienda.

Per chi sceglie il servizio, infatti, è possibile utilizzare la AVG Secure VPN, per una connessione VPN senza limiti di traffico e di banda, a cui si affianca il sistema antivirus, per la rilevazione e il blocco del software malevolo in tempo reale.

Sfruttando la promo in corso, AVG Ultimate è in sconto del 60%. Si tratta di un’occasione da cogliere al volo: con l’offerta di oggi, infatti il bundle costa 51,99 euro per un anno (con una spesa effettiva di 4,33 euro al mese), IVA inclusa.

Tutti i software sono utilizzabili su 10 dispositivi in contemporanea. Per sfruttare l’offerta basta accedere al sito ufficiale di AVG tramite il link qui di sotto.

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Perché scegliere AVG

Con AVG è possibile massimizzare la protezione e contrastare tutte le minacce informatiche. Grazie alla AVG Secure VPN, infatti, il traffico dati è criptato e le informazioni trasmesse sono al sicuro. In più, è possibile scegliere un server di connessione situato in un altro Paese, ottenere un nuovo IP ed evitare blocchi geografici online.

C’è poi il sistema di protezione contro virus, malware e altre minacce informatiche. Senza appesantire il proprio dispositivo, il tool di AVG può offrire una protezione in tempo reale, andando a bloccare il software malevolo prima che questo riesca a entrare in azione e a colpire il sistema.

L’azienda, inoltre, mette a disposizione degli utenti anche sistema anti-monitoraggio AVG AntiTrack, il tool AVG TuneUp per ottimizzare le prestazioni e la protezione contro il phishing.  Tutti gli strumenti sono utilizzabili su 10 dispositivi in contemporanea, tra computer, smartphone e tablet.

Con la promozione corso e lo sconto del 60% è possibile attivare il AVG Ultimate, accedendo a tutti gli strumenti di protezione, con un costo di 51,99 euro per un anno, senza vincoli di rinnovo e con possibilità di esercitare la garanzia “soddisfatti o rimborsati”.

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Norton 360: VPN, backup cloud e monitoraggio del dark web in un’unica app

Lun, 06/02/2025 - 09:30

Nel tuo PC c’è un po’ tutta la tua vita: documenti di lavoro, foto delle vacanze, video dei tuoi momenti più importanti e significativi, file dei tuoi studi e tanto altro ancora. Proteggi tutto questo con Norton 360, il miglior antivirus al mondo, oggi con prezzi da capogiro. Sei pronto a scoprirli?

Iniziamo dal più scelto dagli utenti, il Norton 360 Advanced: con uno sconto del 66% per 1 o 2 anni di abbonamento, lo pagherai solamente 3,75€ al mese e copre fino a 10 PC (Mac, tablet o telefoni), ti fornisce una protezione contro virus, malware, ransomware e hacker, e tanto altro ancora. Scopri di più sul sito ufficiale di Norton, oppure continua a leggere l’articolo.

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Con l’offerta attuale, Norton 360 Advanced è tuo a soli 3,75€ al mese per un anno, con uno sconto straordinario del 66%! Protegge fino a 10 dispositivi (PC, Mac, smartphone e tablet), così potrai dire addio a virus, malware e ransomware. Inoltre, grazie alla VPN integrata, la tua connessione sarà sempre protetta e privata, anche quando ti colleghi da reti Wi-Fi pubbliche.

Ma non finisce qui: Norton 360 Advanced include un Password Manager per non dover più ricordare mille combinazioni complicate, 200 GB di backup sul cloud per mettere al sicuro i tuoi file più importanti e un occhio sempre vigile sui tuoi account social grazie al Social Media Monitoring. Preoccupato per i dati che girano nel dark web? Tranquillo, ci pensa Dark Web Monitoring a segnalare eventuali fughe di informazioni. E se temi di smarrire il portafoglio o di subire un furto d’identità, Norton è pronto a darti una mano anche lì, grazie a un supporto dedicato per il ripristino dell’identità e un’assistenza completa. Insomma, con Norton 360 Advanced puoi lavorare, giocare, chattare e fare acquisti online senza più paure. Vai sul sito e attiva l’offerta.

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