ChatGPT sarà meno educato e noioso con gli utenti
Come sosteneva Goethe, la “Gentilezza è la catena d’oro con la quale la società viene tenuta insieme“. Ma ChatGPT sembra aver preso un po’ troppo alla lettera questa affermazione. Talmente tanto che i suoi utenti stanno iniziando a trovare le sue interazioni un po’ stucchevoli. Ma niente paura, OpenAI ha capito il problema e sta già lavorando per rendere il chatbot meno servile.
Sam Altman ammette che ChatGPT è diventato troppo educato e… noiosoCon gli ultimi aggiornamenti, GPT-4o è diventato un po’ troppo compiacente e gli utenti ne hanno fin sopra i capelli. È un’osservazione che viene fatta sempre più spesso e che si può leggere regolarmente sui social network. Se ne è accorto anche Sam Altman, che ha ammesso senza giri di parole che gli ultimi aggiornamenti hanno reso la personalità del chatbot “troppo adulatrice e noiosa“.
the last couple of GPT-4o updates have made the personality too sycophant-y and annoying (even though there are some very good parts of it), and we are working on fixes asap, some today and some this week.
at some point will share our learnings from this, it's been interesting.
— Sam Altman (@sama) April 27, 2025
Nello stesso post ha anche annunciato che la “cura” è già in cantiere. “Stiamo lavorando a delle correzioni il prima possibile, alcune già oggi e altre in settimana“, ha assicurato il CEO di OpenAI. Insomma, presto potremmo avere un ChatGPT un po’ meno accondiscendente e un po’ più diretto. Magari non sarà sempre un campione di gentilezza, ma almeno non ci farà addormentare davanti allo schermo del PC…
La cortesia costa cara a OpenAINon è la prima volta che Sam Altman parla di educazione. La scorsa settimana, infatti, aveva dichiarato come l’eccessiva cortesia degli utenti di ChatGPT stesse costando caro all’azienda. Sì, perché a quanto pare anche le buone maniere hanno un prezzo in termini di energia. E a pagarlo, ovviamente, è chi gestisce i server (ma anche l’ambiente).
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Google continua a espandere la rete Find My Device e il prossimo passo sembra imminente. In un’intervista rilasciata a The Verge, la product manager di Android Angela Hsiao ha confermato l’arrivo “imminente” della tecnologia a banda ultra larga (UWB). Unitamente all’aumento della velocità, questo aggiornamento potrebbe finalmente rivaleggiare con l’ecosistema Apple.
La banda ultra larga arriva su Find My Device di Google per una localizzazione più rapida e precisa degli oggettiLa tecnologia Ultra Wideband (UWB), già alla base del funzionamento degli AirTag di Apple, permette una localizzazione estremamente precisa. In pratica, invece di ricevere un’indicazione vaga tipo “l’oggetto è da qualche parte in casa“, il telefono Android potrà guidare esattamente fino al punto in cui si trova, magari dietro al divano o sotto un mobile. Per sfruttare questa precisione, però, servono due cose: uno smartphone compatibile con UWB – come il futuro Pixel 9 Pro o il Galaxy S25 Ultra – e un dispositivo di tracciamento che supporti la stessa tecnologia. .Al momento, l’unico disponibile è il Moto Tag.
Nel codice dell’applicazione sono emersi, a fine aprile, alcuni indizi riguardo questo aggiornamento. Chissà se Google sceglierà il palcoscenico del Google I/O, in programma dal 20 maggio, per l’annuncio ufficiale.
In termini di prestazioni, Google sostiene che la sua rete localizza gli oggetti quattro volte più velocemente rispetto al 2024, grazie a ottimizzazioni tecniche: regolazione della durata e della frequenza delle scansioni Bluetooth, migliore comunicazione tra i dispositivi, ecc. I test di The Verge mostrano, tuttavia, che questi progressi sono più visibili nelle aree urbane, dove ci sono molti dispositivi connessi. In ambienti isolati, i risultati rimangono variabili, a seconda del tracker utilizzato e del contesto.
Un altro cambiamento importante riguarda la modalità di tracciamento: sempre più utenti stanno scegliendo di attivare manualmente l’opzione “tutte le aree” nelle impostazioni della privacy, invece di lasciare quella predefinita che limita la ricerca solo alle “aree ad alto traffico”. Google incoraggia gli utenti a farlo tramite notifiche all’interno dell’app.
La rete Find My Device di Google insegue ancora AppleNonostante i significativi passi avanti, la rete Find My Device non è ancora riuscita a colmare il divario con la sua controparte Apple. Secondo The Verge, questo ritardo è in parte attribuibile alla scelta strategica di Google di privilegiare la tutela della privacy degli utenti. La corsa ai tracker smart è tutt’altro che finita…
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Lenovo ha aggiornato il catalogo delle workstation mobile (serie ThinkPad P) e dei notebook business (serie ThinkPad L). A partire dal mese di maggio, gli utenti potranno acquistare sei nuovi modelli equipaggiati con i recenti processori Intel e AMD. Questi ultimi integrano una potente NPU, quindi soddisfano i requisiti di Microsoft per i Copilot+ PC.
Lenovo ThinkPad P14s/P16sLe due workstation mobile sono ThinkPad P14s Gen 6 e P16s Gen 4. L’unica differenza è rappresentata dalla diagonale dello schermo: 14 pollici (OLED 2.8K o IPS WUXGA) e 16 pollici (OLED WQUXGA o IPS WUXGA), rispettivamente. Entrambi integrano i processori AMD fino al Ryzen AI 9 HX PRO 370, quindi sono Copilot+ PC e supportano le funzionalità AI di Windows 11 24H2.
Queste sono le altre specifiche: fino a 96 GB di RAM DDR5, SSD PCIe 4.0 fino a 2 TB, webcam da 5 megapixel, connettività Wi-Fi 7, Gigabit Ethernet, Bluetooth 5.3, NFC, 4G e 5G, lettore di impronte digitali, uscita HDMI 2.1, smart card reader, jack audio, due porte Thunderbolt 4 e due porte USB Type-A. Saranno in vendita da maggio. I prezzi base sono 1.379 euro (P14s) e 1.419 euro (P16s).
Lenovo ThinkPad L13/L14/L16I quattro notebook business sono ThinkPad L13, L13 2-in-1, L14 e L16 (tutti di sesta generazione). ThinkPad L13 e L13 2-in-1 condividono le specifiche, ma il secondo è un convertibile. Lo schermo touch ha una diagonale di 13,3 pollici (WUXGA) e può ruotare fino a 180 gradi nel 2-in-1.
Queste sono le altre specifiche: processori AMD fino al Ryzen 7 PRO o Intel fino ai Core Ultra 200U, fino a 32 GB di RAM LPDDR5x, SSD PCIe 4.0 fino a 1 TB, webcam da 5 megapixel, connettività Wi-Fi 7, Bluetooth 5.4, NFC e 4G, lettore di impronte digitali, uscita HDMI 2.1, smart card reader, jack audio, due porte Thunderbolt 4 e due porte USB Type-A. Saranno in vendita da giugno. I prezzi base sono 1.069 euro (L13) e 1.199 euro (L13 2-in-1).
ThinkPad L14 e L16 differiscono solo per la diagonale dello schermo touch: 14 e 16 pollici con risoluzione WUXGA. Queste sono le altre specifiche: processori AMD fino al Ryzen AI PRO 300 o Intel fino ai Core Ultra 200U/200H, fino a 64 GB di RAM DDR5, SSD PCIe 4.0 fino a 2 TB, webcam da 5 megapixel, connettività Wi-Fi 7, Bluetooth 5.4, Gigabit Ethernet e 4G, lettore di impronte digitali, uscita HDMI 2.1, smart card reader, jack audio, due porte Thunderbolt 4 e due porte USB Type-A.
Saranno in vendita da giugno. Il prezzo base è 1.099 euro. Tutti i prezzi sono IVA esclusa.
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Tutti ricorderanno il Chromecast con Google TV. Il simpatico dongle che trasformava qualsiasi TV in una smart TV. Anche se Big G ha deciso di mandarlo in pensione, sostituendolo con il più ingombrante (e costoso) Google TV Streamer, non tutto è perduto per i nostalgici del design compatto e della semplicità plug-and-play.
Thomson Cast 150: il degno erede del ChromecastArriva sul mercato il Thomson Cast 150, erede spirituale del Chromecast. È praticamente un clone del dongle Google, sia nel design che nelle funzioni base. Si attacca alla porta HDMI, si guardano i contenuti in 4K e si fa tutto quello che si farebbe con un Chromecast. La vera novità? Qualche chicca in più e una scheda tecnica niente male.
Sotto la scocca troviamo un processore quad-core Cortex A35, grafica ARM Mali-G31, 2GB di RAM e 8GB di memoria interna. Specifiche che promettono uno streaming senza intoppi. E per gli amanti dell’audio e del video di qualità, niente paura: supporta sia Dolby Atmos che Dolby Vision.
Ma la vera sorpresa è il telecomando. Thomson ha seguito le nuove linee guida di Google, inserendo un pulsante dedicato alla Live TV proprio al centro della scena. Per il resto, il telecomando del Cast 150 offre i classici tasti di scelta rapida per Netflix, YouTube, Prime Video e Disney Plus. Perché si sa, lo streaming è bello, ma se è a portata di clic è ancora meglio.
Il prezzo? Ancora top secretL’unica nota dolente (per ora) è che Thomson non ha ancora rivelato il prezzo del Cast 150. La speranza è che si avvicini a quello del compianto Chromecast con Google TV, ma per saperlo dovremo aspettare ancora un po’.
Arch Linux arriva ufficialmente su Windows Subsystem for Linux
Dopo aver superato la fase di approvazione a febbraio, Arch Linux arriva ufficialmente su WSL (Windows Subsystem for Linux), ovvero l’ambiente di virtualizzazione disponibile su Windows che consente di eseguire software Linux in maniera nativa all’interno del sistema.
Arch Linux è ora ufficialmente disponibile su Windows Subsystem for LinuxL’arrivo si Arch Linux su WSL era stato annunciato il 15 aprile da Robin Candau, lo sviluppatore che ha guidato il progetto, segnando così il completamento del processo di sviluppo per rendere disponibile la distribuzione nell’ambiente di virtualizzazione Microsoft.
Dopo mesi di collaborazione tra la comunità di Arch e gli ingegneri di Redmond, la distribuzione Linux è quindi stata aggiunta all’elenco dei sistemi supportati che è possibile eseguire su WSL, ampliando così le opzioni disponibili agli utenti che ne fanno uso.
Arch Linux, una delle distribuzioni più apprezzate tra gli utenti che fanno uso di Linux, su cui si basa anche SteamOS, è di sicuro un’importante novità per WSL, permettendo a un gran numero di utenza Windows di scoprirne i vantaggi senza dover necessariamente installare il sistema sul PC, il che è spesso una procedura poco intuitiva per i meno esperti.
Grazie a questa novità, chi gradisce particolarmente le versioni di tipo rolling-release e la filosofia minimalista e personalizzabile di Arch non dovrà più ricorrere a soluzioni non ufficiali o complesse configurazioni. Invece di impostare una macchina virtuale o gestire un dual-boot, che richiedono tempo e risorse, basta un semplice comando per installare Arch direttamente su Windows, ed è possibile farlo in soli tre passaggi, che prevedono:
- L’abilitazione di WSL (se non è già attivo).
- La verifica delle distribuzioni disponibili.
- L’installazione di Arch Linux.
Una volta completato il download, basterà avviare Arch Linux dal terminale di Windows o eseguire il comando “wsl -d archlinux” per iniziare a usarlo velocemente all’interno del proprio sistema.
Restrizioni USA sono un vantaggio per Huawei
Huawei è stata inserita nella famigerata Entity List del Dipartimento del Commercio a maggio 2019. Secondo il governo statunitense, l’azienda cinese rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale perché può spiare i cittadini attraverso le sue infrastrutture di rete. Ma dopo quasi cinque anni è evidente che le restrizioni non sono servite a nulla, considerati anche gli ultimi eventi relativi ai chip AI.
Huawei è praticamente immortaleL’inserimento nella Entity List impedisce a Huawei di avere rapporti commerciali con le aziende statunitensi. Il governo ha speso miliardi di dollari per sostituire le apparecchiature di rete, convincendo anche i paesi alleati. Il produttore cinese non può inoltre vendere smartphone negli Stati Uniti e Google non può fornire la licenza per l’uso dei servizi per Android.
Prima del ban, Huawei era il più grande produttore mondiale di smartphone. Oggi vende i dispositivi principalmente in Cina e usa HarmonyOS al posto di Android e Windows. L’ultima versione (HarmonyOS Next) verrà installata anche sulle automobili di BMW. La popolarità del sistema operativo è in aumento, come dimostra lo sviluppo di app dedicate da parte di aziende non cinesi. Huawei offre un tool per convertire le app Android e incentivi agli sviluppatori.
L’assistente digitale di Huawei sfrutta i modelli di DeepSeek, quindi la Cina potrebbe sfidare la leadership degli Stati Uniti. In base agli ultimi risultati finanziari, le entrate hanno quasi raggiunto il livello pre-ban. Ciò dimostra che le restrizioni hanno solo temporaneamente indebolito il gigante di Shenzhen.
L’ennesima prova della resilienza di Huawei è arrivata in seguito alle restrizioni sulle esportazioni di chip AI. L’amministrazione Trump ha vietato la vendita delle GPU H20 (NVIDIA ha perso 5,5 miliardi di dollari), ma è già è pronto il lancio del chip Ascend 920 che offrirà simili prestazioni.
Secondo il Wall Street Journal sono in corso i test del chip Ascend 910D che dovrebbe essere più potente della GPU NVIDIA H100. Huawei vuole dimostrare che le restrizioni statunitensi non servono a nulla.
Fuga dall'Amazon Prime Day per i dazi di Trump
I nuovi dazi imposti da Donald Trump sulle importazioni dalla Cina potrebbero mettere a rischio il prossimo Prime Day su Amazon, almeno per quanto riguarda l’edizione dell’appuntamento negli Stati Uniti. Un numero non indifferente di venditori di terze parti sta pensando di diminuire il volume degli sconti proposti durante l’evento di luglio e, in alcuni casi, di non partecipare completamente.
I dazi di Trump mettono a rischio il Prime Day?A riportarlo è Reuters, citando alcune testimonianze dirette. La responsabilità è da attribuire alla tassazione extra che arriva fino al 145%, applicata ai beni provenienti dal paese asiatico. Anche diversi store cinesi che effettuano spedizioni negli USA, come Temu e SHEIN, ne stanno risentendo.
Per capire quanto i venditori di terze parti siano importanti nell’economia dell’e-commerce è sufficiente citare che, durante il quarto trimestre 2024, sono stati responsabili del 62% dei prodotti venduti attraverso la piattaforma. Un loro passo indietro potrebbe dunque tradursi in un impatto non indifferente a livello di profitto.
Amazon non ha ancora confermato la data ufficiale del Prime Day 2025, ma come già anticipato l’evento dovrebbe andare in scena nel mese di luglio. Come sempre, sarà riservato in esclusiva agli abbonati Prime, a differenza ad esempio delle Offerte di Primavera e del Black Friday.
Al momento sono circa 200 milioni i clienti in tutto il mondo che hanno scelto di attivare la sottoscrizione. In Italia è proposta al prezzo mensile di 4,99 euro o, in alternativa, con la formula annuale di 49,90 euro. La spesa è molto più elevata negli Stati Uniti, quasi il triplo.
Un portavoce dell’e-commerce ha commentato l’articolo di Reuters affermando che la società sta riscontrando una forte risposta dei partner di vendita al Prime Day 2025. Nonostante manchino ancora più di due mesi all’appuntamento, la macchina organizzativa è già in moto. Il termine ultimo stabilito per aderire è fissato nel 23 maggio.
Intel: nuovi dettagli sui processori Panther Lake per portatili
La nuova serie di CPU Panther Lake di Intel, dedicate ai portatili, è in dirittura d’arrivo, e gli sviluppatori stanno ultimando i lavori di ottimizzazione dell’architettura. Si tratta di un lancio che è cruciale per l’azienda, non solo per rilanciare il proprio mercato nel segmento CPU, in un periodo difficile, ma anche perché Panther Lake sarà il primo processore a sfruttare il nodo 18A proprietario, assolutamente determinante per il successo di Intel Foundry Services (IFS).
Intel: Panther Lake utilizzerà i core Cougar Cove e DarkmontSecondo recenti indiscrezioni riportate dall’insider @InstLatX64, Intel Panther Lake integrerà i nuovi core Cougar Cove e Darkmont, rispettivamente per quanto riguarda P-Core ed E-Core, una combinazione che promette di rafforzare la competitività dell’azienda nel mercato dei portatili. Inizialmente, si prevedeva che gli E-Core Darkmont esordissero sui processori Xeon Clearwater Forest, anch’essi previsti per la produzione tramite il nodo 18A, mentre Panther Lake avrebbe utilizzato E-Core Skymont, ma i piani sembrano essere ora stati rivisti.
Nonostante i dettagli sui modelli specifici di CPU Panther Lake siano ancora scarsi, è confermata la presenza della grafica integrata Xe3 “Celestial” di nuova generazione, che prossimamente farà la sua comparsa anche in una nuova serie di GPU desktop Arc. Un’indiscrezione emersa in precedenza ha anche svelato alcune informazioni aggiuntive, come i consumi, che si attesteranno su valori PL2 massimi di 80W (45W PL1), 64W (28W PL1) e 54W (15W PL1), garantendo un’efficienza abbastanza elevata e prestazioni di alto livello con una configurazione core rispettiva di 12 e 16 core per quanto riguarda i modelli H e 4 P-Core per il modello U a basso consumo energetico.
Intel Panther Lake introdurrà anche una NPU di quinta generazione, in grado di esprimere una potenza IA fino a 180 TOPS, compiendo un notevole passo avanti rispetto a Lunar Lake. I processori Panther Lake-H supporteranno memorie LPDDR5X a 6800/7467/8533 MT/s e DDR5 a 6400/7200 MT/s.
Il debutto è previsto per la seconda metà del 2025, con una produzione di massa che avverrà nel 2026. Poiché i campioni sono già in distribuzione presso i partner, l’arrivo sul mercato non dovrebbe essere lontano.
Piracy: It's a Crime, non ruberesti mai un font
Una ventina di anni fa, prima che le piattaforme di streaming prendessero il sopravvento e all’apice dello scontro tra i network P2P e i movimenti antipirateria, è stato il tempo della campagna Piracy: It’s a Crime. Lanciata nel 2004, è diventata nel tempo quasi un cult (e oggetto di numerose parodie). Torna oggi a far parlare di sé grazie a un articolo pubblicato da TorrentFreak.
Il font della campagna Piracy: It’s a CrimeLo spot è quello visibile qui sotto (c’era anche la versione italiana). Recitava quanto segue: Non ruberesti mai un’auto, non ruberesti mai una borsa, non ruberesti mai un televisore, non ruberesti mai un film. Scaricare da Internet film piratati è come rubare. La pirateria è come rubare. Rubare è contro la legge. La pirateria è un reato.
L’articolo in questione si concentra sul font utilizzato che è, in qualche modo… stato rubato dagli autori della campagna. Procediamo con ordine.
Si tratta di FF Confidential, realizzato Just Van Rossum nel 1992 e concesso in utilizzo con una licenza commerciale. Il suo creatore, interpellato sulla vicenda, non è in grado di affermare se i responsabili di Piracy: It’s a Crime abbiano pagato o meno per il suo impiego.
Il nodo della questione è però un altro. È certo che alcuni materiali pubblicati sul sito ufficiale della campagna, incluso un file PDF risalente al 2005, abbia incluso un altro font: si chiama XBAND Rough, è pressoché identico e può essere definito come un clone non autorizzato distribuito gratuitamente. Insomma, l’alternativa pirata.
Al momento FF Confidential è gestito da Monotype Corporation (quelli del Times New Roman). Van Rossum, interrogato dalla redazione di TorrentFreak, ha definito esilarante quanto scoperto.
Sapevo che il mio font era stato usato per la campagna e che esisteva un clone pirata chiamato XBand-Rough. Non sapevo però che la campagna utilizzasse XBand-Rough e non FF Confidential. Quindi, per me questa cosa è nuova e la trovo esilarante.
Huawei sfida Nvidia H100 nell'IA con il nuovo Ascend 910D
Huawei sta attualmente progredendo molto per quanto riguarda le prestazioni nelle applicazioni IA con il suo nuovo chip AI Ascend 910D, pronto a sfidare le soluzioni Nvidia, che nello specifico domina il mercato con il chip H100. Il nuovo chip dell’azienda cinese, è già in fase di test ed atteso da parte di diverse aziende cinesi entro maggio, promettendo un passo avanti nella strategia della casa per conquistare il mercato locale, proprio in un momento in cui l’azienda californiana affronta difficoltà dovute a restrizioni all’export e a una concorrenza sempre più agguerrita.
Huawei: il nuovo chip Ascend 910D IA vuol dare filo da torcere ad H100 di NvidiaSecondo fonti autorevoli, Huawei Ascend 910D dovrebbe addirittura superare le prestazioni degli acceleratori H100 di Nvidia, che hanno dominato il mercato cinese dell’IA nelle prime fasi. Il predecessore, ovvero Ascend 910C, non ha pienamente soddisfatto le aspettative, riuscendo a competere solo con la GPU H20, ma il nuovo chip promette invece di colmare questo importante divario.
Huawei non si è limitata però ai chip dedicati soltanto all’IA: l’azienda ha infatti sviluppato il cluster AI CloudMatrix 384, con prestazioni simili al potente server GB200 NVL72 “Blackwell”, puntando su performance elevate anche a costo di una minore efficienza energetica, dimostrando anche di non essere così lontana dalle prestazioni che sono in grado di offrire le soluzioni Nvidia.
Tuttavia, Huawei deve affrontare anche sfide significative legate alla catena di approvvigionamento. La dipendenza da chip di SMIC e TSMC, acquisiti prima delle restrizioni, e l’uso di tecnologie come HBM2 limitano la capacità dell’azienda di soddisfare la crescente domanda, poiché non dispone di un sufficiente approvvigionamento. Nonostante queste difficoltà, la casa dimostra una straordinaria capacità di innovazione, posizionandosi come un concorrente temibile nel panorama globale dell’IA.
Allo stato attuale, le difficoltà Nvidia spaziano sia per quanto riguarda le esportazioni che diversi problemi riscontrati con la nuova generazione di GPU RTX 5000, afflitta inizialmente da difetti di fabbrica e, di recente, da problemi ai driver non ancora completamente risolti.
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In un’epoca in cui l’efficienza e l’accessibilità dei servizi rappresentano una priorità, la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è una leva fondamentale per garantire ai cittadini risposte efficaci, rapide, trasparenti e inclusive.
Si pensi, ad esempio, a un cittadino che deve richiedere un bonus comunale: anziché recarsi fisicamente agli sportelli, fare file e compilare moduli cartacei, può completare tutto online, in pochi minuti, anche da smartphone. E i numeri parlano chiaro: secondo l’ISTAT, nel 2023 la quota di persone con 15 anni o più ad aver utilizzato l’identità digitale SPID o CIE si attestava al 41,2%, ma solo il 45,9% degli adulti italiani possedeva competenze digitali almeno di base, evidenziando un divario significativo rispetto alla media europea.
È evidente, dunque, che sempre più cittadini ricercano app e strumenti digitali di pubblica amministrazione per risparmiare tempo e gestire le pratiche in autonomia.
In questo contesto, è fondamentale che le amministrazioni pubbliche adottino soluzioni tecnologiche che non solo rispondano a queste esigenze, ma che siano anche sicure e scalabili. In tal senso, software per la pubblica amministrazione come quelli realizzati da Actainfo, per esempio, si propongono quali soluzioni complete per semplificare e automatizzare la gestione delle pratiche online. Si tratta di software web in modalità SaaS, disponibili a canone annuale, finanziabili con fondi PNRR (Misura 1.4.1) previa asseverazione del Dipartimento per la Trasformazione Digitale. Conforme alle normative AGID, qualificato da ACN, Agenzia della Presidenza del Consiglio, che ne attesta il rispetto della cybersicurezza, è certificato ISO e CSA STAR per il cloud sicuro, assicurando alti standard di sicurezza per i dati sensibili.
Accesso sicuro e identità digitaleUno degli aspetti più rilevanti nella digitalizzazione della PA è garantire un accesso sicuro e immediato ai servizi online. Per questo motivo sono stati sviluppati sistemi di identità digitale che permettono a cittadini e imprese di autenticarsi in modo univoco, accedere ai servizi pubblici online e gestire pratiche in totale sicurezza. I tre strumenti principali sono SPID, CIE e CNS, ognuno con caratteristiche specifiche:
- SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale): è un sistema, obbligatorio per l’accesso alle aree riservate della PA, che consente di accedere ai servizi online della PA (e di alcuni privati) con un’unica identità digitale. Si ottiene registrandosi tramite uno dei gestori accreditati (come Poste, Infocert, Aruba, TIM, Sielte, ecc.) e si usa inserendo username e password, con un secondo livello di sicurezza tramite app o SMS;
- CIE (Carta d’Identità Elettronica): è la versione digitale della carta d’identità cartacea. Dotata di microchip e funzioni digitali, oltre a identificare la persona può essere usata per accedere in modo sicuro ai portali della PA. Funziona tramite lettore di smart card o smartphone con tecnologia NFC, insieme al PIN fornito al rilascio. È particolarmente utile per chi preferisce un accesso tramite documento fisico;
- CNS (Carta Nazionale dei Servizi): è una smart card (come la tessera sanitaria o una tessera rilasciata dalla Regione o da enti pubblici) che consente l’autenticazione ai servizi online della PA. Contiene un certificato digitale identificativo e si usa con un lettore e un software specifico. È spesso utilizzata da professionisti, imprese o operatori della PA.
In questo scenario, Actainfo offre un vantaggio competitivo: consente l’integrazione nativa con SPID e CIE, permettendo alle Pubbliche Amministrazioni e a un numero sempre crescente di imprese digitali di autenticare gli utenti e gestire le pratiche online, in aree riservate, in modo sicuro e conforme. Inoltre, Actainfo è Aggregatore SPID qualificato da AGID, quindi può attivare direttamente questi servizi per conto dell’ente, contribuendo in maniera concreta alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e delle imprese che intendono attivare aree riservate ad accesso controllato.
Ottimizza le tue pratiche con Actainfo
Gestione digitale delle pratiche amministrative
La Pubblica Amministrazione non si limita all’accesso sicuro ai servizi: uno degli aspetti più strategici è la gestione completa delle pratiche in formato digitale. Ma cosa significa, nello specifico? Un flusso digitale di pratica amministrativa è l’insieme di passaggi, documenti, controlli e approvazioni che una richiesta deve seguire – dal momento in cui viene protocollata fino alla sua conclusione – senza mai dover passare per la carta. Questo approccio permette di contrarre tempi e costi, garantendo anche tracciabilità, trasparenza e riduzione del margine d’errore.
La digitalizzazione di pratiche complesse, come ad esempio quelle relative a concessioni edilizie, autorizzazioni ambientali o bandi pubblici, richiede strumenti flessibili e strutturati. In questo senso, soluzioni come quelle di Actainfo offrono un supporto concreto: permettono di definire e seguire workflow precisi, cioè percorsi procedurali preconfigurati e approvati, che guidano gli operatori passo dopo passo. È possibile impostare notifiche automatiche ai cittadini o agli uffici competenti, allegare documenti firmati digitalmente, integrare moduli specifici dell’ente e garantire che ogni fase sia conforme alle normative vigenti.
Tutto il processo si svolge online, accessibile in ogni momento, con un’interfaccia pensata anche per utenti non esperti. In questo modo la Pubblica Amministrazione diventa digitale, e può lavorare in modo più ordinato, veloce e collaborativo.
Comunicazioni ufficiali e notifiche
Nel processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, l’invio e la ricezione di comunicazioni ufficiali a valore legale rappresentano un elemento cardine. Strumenti come la PEC (Posta Elettronica Certificata), la firma digitale e la marca temporale permettono agli enti di spedire documenti legalmente validi, garantendo l’identità del mittente, l’integrità del contenuto e la certezza della data e dell’ora di invio.
- PEC: funziona come una raccomandata digitale con ricevuta di ritorno. Le Pubbliche Amministrazioni possono utilizzarla per notificare atti, inviare richieste o comunicare con cittadini e imprese, ottenendo una prova legale dell’avvenuta consegna;
- Firma digitale: lo strumento che consente di sottoscrivere elettronicamente documenti garantendo autenticità, integrità e non ripudio;
- Marca temporale: aggiunge una data e un’ora certe a un documento elettronico, attestando che il file esisteva in quella forma in un determinato momento.
Actainfo, attraverso lo Sportello Digitale, offre un sistema interoperabile con la casella PEC e con il protocollo informatico dell’ente tramite API REST o SOAP, consentendo la gestione automatica degli invii massivi, l’archiviazione delle prove di consegna e l’integrazione diretta nei flussi documentali esistenti. Tutto il processo avviene in modo sicuro, centralizzato e tracciabile, riducendo i margini d’errore e garantendo la conformità alle normative previste per la Pubblica Amministrazione.
Integrazione con i sistemi pubblici
Uno dei principali obiettivi della Pubblica Amministrazione digitale è garantire la piena interoperabilità tra i diversi sistemi informatici degli enti pubblici. Costruire un ecosistema connesso fa sì che gli applicativi degli enti possano dialogare tra loro e con i registri pubblici nazionali, favorendo automazione, coerenza dei dati e semplificazione dei processi. Questa sinergia consente inoltre agli enti di operare in modo più coordinato, riducendo i tempi di lavorazione, migliorando la qualità dei dati e offrendo ai cittadini servizi più rapidi e affidabili.
Tra i principali servizi coinvolti rientrano:
- PagoPA: la piattaforma nazionale per i pagamenti elettronici verso la Pubblica Amministrazione. Permette a cittadini e imprese di effettuare versamenti in modo sicuro e tracciabile, associando ogni pagamento a un codice identificativo univoco;
- ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente): un database centralizzato che raccoglie i dati anagrafici di tutti i cittadini italiani, sostituendo le anagrafi comunali e facilitando la gestione uniforme delle informazioni;
- IPA (Indice delle Pubbliche Amministrazioni): un elenco ufficiale che contiene i dati di contatto e organizzativi di tutti gli enti pubblici italiani, utilizzato per la gestione delle comunicazioni istituzionali;
- INAD (Indice Nazionale dei Domicili Digitali): è un registro che raccoglie gli indirizzi PEC che cittadini e imprese eleggono come domicilio digitale per ricevere notifiche ufficiali dalla Pubblica Amministrazione.
Sportello Digitale di Actainfo è progettato per integrarsi in modo nativo con tutti questi servizi: registra automaticamente i pagamenti effettuati via PagoPA, si collega ad ANPR per recuperare e validare dati anagrafici, interagisce con IPA per aggiornare informazioni dell’ente e gestisce le notifiche verso INAD, garantendo così una comunicazione conforme, rapida e tracciabile.
Passa al digitale con Actainfo
Gestione documentale e conservazione
Un altro aspetto determinante per la digitalizzazione della PA è la corretta gestione dei documenti prodotti e ricevuti. Non si tratta soltanto di archiviare file, ma di garantire che ogni documento sia conservato con valore legale, secondo i requisiti previsti dalla normativa italiana.
In particolare, la conservazione digitale a norma AgID, come previsto dall’articolo 44 del CAD, impone standard precisi: autenticità, integrità, affidabilità, leggibilità e reperibilità. Per essere conformi, è necessario adottare un sistema di conservazione certificato, con un Responsabile della conservazione, procedure codificate, marcatura temporale e firma digitale. Questi processi sostituiscono a tutti gli effetti l’archiviazione cartacea, con lo stesso valore probatorio.
Sportello Digitale di Actainfo, tra le altre cose, risponde anche a queste esigenze, archiviando fascicoli e documenti nel pieno rispetto delle normative applicabili, garantendo così integrità e reperibilità. Inoltre, in qualità di aggregatore convenzionato con AgID (SA-2178), Actainfopuò supportare attivamente enti e amministrazioni nell’attivazione di credenziali SPID e CIE. L’architettura della piattaforma Sportello Digitale aderisce alle specifiche tecniche richieste dall’Agenzia per l’Italia Digitale, ed è sempre aggiornata per riflettere l’evoluzione dei sistemi di identità digitale e delle normative sulla conservazione. Ogni fascicolo amministrativo viene pertanto archiviato secondo standard interoperabili, con garanzie di sicurezza e tracciabilità.
Dashboard e controllo centralizzato
Quando le attività amministrative si moltiplicano e coinvolgono più uffici, più operatori e canali diversi, la capacità di avere tutto sotto controllo da un’unica interfaccia fa la differenza. Evitare dispersioni, minimizzare il margine di errore e velocizzare i tempi di risposta sono obiettivi irrinunciabili per una Pubblica Amministrazione digitale efficiente e orientata al cittadino e all’impresa.
Una piattaforma con vista centralizzata consente agli operatori della PA di avere sotto controllo l’intero flusso operativo: dallo stato delle pratiche in corso ai documenti ricevuti e da protocollare, dalle scadenze in avvicinamento fino ai messaggi PEC inviati e ricevuti. Tutto è accessibile da un’unica interfaccia intuitiva, riducendo il carico amministrativo e facilitando il coordinamento tra uffici diversi.
Sportello Digitale di Actainfo offre proprio questo tipo di gestione. La dashboard del sistema consente di gestire e monitorare da un unico ambiente le pratiche attive, la documentazione correlata e le comunicazioni, anche nei casi di flussi complessi e multi-step. Ogni elemento viene tracciato e archiviato secondo standard di sicurezza e trasparenza, offrendo un supporto concreto all’organizzazione del lavoro. Inoltre, la piattaforma permette la personalizzazione delle viste e la configurazione dei permessi in base al ruolo degli utenti: segreterie, tecnici, dirigenti possono accedere solo alle sezioni di competenza, semplificando la collaborazione e tutelando la riservatezza dei dati. La dashboard si rivela dunque uno strumento operativo in grado di semplificare, coordinare e potenziare l’azione quotidiana della PA.
Vantaggi pratici per PA e professionisti
L’adozione di strumenti digitali nella gestione dei servizi pubblici si traduce in un cambiamento profondo e positivo del modo in cui la PA e i professionisti operano giorno per giorno. Uno dei benefici più evidenti è senza dubbio la riduzione degli errori: il passaggio da processi manuali, spesso soggetti a refusi, dimenticanze o interpretazioni ambigue, a flussi digitali guidati e automatizzati permette di operare in modo molto più preciso. Moduli precompilati, campi obbligatori, validazioni automatiche e controlli incrociati riducono in modo significativo la possibilità di inviare documenti incompleti o pratiche errate.
A questo si affianca la drastica riduzione dei tempi: le attività che un tempo richiedevano giorni o settimane – come protocollare un documento, notificare una comunicazione o far circolare un fascicolo tra più uffici – vengono adesso eseguite in pochi clic, con tracciabilità immediata. Tutto questo assicura un risparmio di tempo per l’amministrazione e un miglior servizio per il cittadino, che percepisce una PA più vicina, efficiente e moderna.
La tracciabilità dei processi, resa possibile dai sistemi digitali, garantisce che ogni azione sia registrata e riconducibile a un operatore o a un ufficio. Ciò favorisce la responsabilità, limita i margini di errore e semplifica eventuali controlli, verifiche o audit interni. La semplificazione complessiva che ne deriva consente di concentrare le risorse umane su attività a maggiore valore aggiunto, migliorando la qualità dell’azione amministrativa.
Con i software per la pubblica amministrazione di Actainfo, è possibile automatizzare passaggi chiave, come l’assegnazione di un protocollo in entrata o in uscita, l’apposizione del timestamp e la tracciabilità completa del fascicolo. Anche pratiche più complesse possono essere gestite con workflow guidati e automatismi che riducono al minimo il margine di imperfezione umano. Ogni azione è registrata, rendendo più chiara la responsabilità operativa e facilitando l’eventuale revisione dei processi.
Oltre a ciò, Sportello Digitale di Actainfo offre una gamma di funzionalità pensate per rendere la transizione digitale davvero efficace:
- Inclusività, grazie al supporto per sistemi esterni e accesso unificato (single on);
- Modularità, con la possibilità di integrare servizi su misura per ciascun ente;
- Interoperabilità, attraverso API proprietarie che permettono il dialogo con altri software;
- Asseverabilità certificata in tempi rapidi, per ottenere la liquidazione dei fondi PNRR (Misura 1.4.1);
- Fornitori certificati ISO e rispettosi delle misure di sicurezza per la protezione dei dati personali per l’intera supply chain;
- Attivazione facilitata di SPID e CIE tramite aggregatore qualificato AGID;
- Sicurezza by design, secondo le linee guida GDPR;
- Formazione dedicata tramite la piattaforma ACTAFAD;
- Assistenza h24, sia tecnica che giuridica.
La combinazione di queste caratteristiche fa di Sportello Digitale un software per la Pubblica Amministrazione completo e affidabile, in grado di supportare la PA nella sua evoluzione verso un modello più digitale e trasparente.
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Conclusione
La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione non è soltanto un passaggio obbligato imposto dalle normative nazionali ed europee, ma rappresenta una vera e propria occasione per ripensare i processi in chiave più efficiente, trasparente e orientata al servizio. Superare la gestione cartacea, automatizzare i flussi operativi, garantire l’accesso digitale ai cittadini e snellire le attività interne: tutto ciò permette alla PA e ai professionisti di operare con maggiore tempestività, riducendo errori, costi e tempi.
In questo scenario, software per la pubblica amministrazione come Sportello Digitale diActainfo si pongono come strumenti strategici per accompagnare enti e studi professionali lungo l’intero percorso di trasformazione digitale. La piattaforma non si limita a offrire una semplice infrastruttura, ma integra un ecosistema completo: dall’autenticazione sicura con SPID e CIE, alla gestione centralizzata delle pratiche, passando per la conservazione digitale, l’interoperabilità con PagoPA, ANPR, IPA e INAD, fino alla tracciabilità dei processi e all’invio conforme via PEC. Il tutto con un’architettura modulare, flessibile e costantemente aggiornata in linea con le direttive AgID e qualificata da ACN, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale che ne garantisce la conformità alle disposizioni sulla sicurezza dei dati online.
Scegliere Sportello Digitale di Actainfo significa affidarsi a un partner tecnologico esperto, già aggregatore convenzionato, in grado di fornire supporto operativo, assistenza giuridica e formazione mirata, grazie a strumenti pensati per rispondere in modo concreto alle esigenze quotidiane degli enti. La trasformazione digitale non è più solo un’opzione, ma costituisce il nuovo standard.
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Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Grok o ChatGPT? I pregi e i difetti dei due popolari chatbot
Molti utenti ormai si sono affezionati a ChatGPT e non lo cambierebbero per nulla al mondo. Sarà per la sua precisione chirurgica, per la capacità di non perdere mai il filo del discorso o per quel suo modo così accademico di esprimersi. Ma si sa, l’abitudine non è sempre positiva, a volte bisogna uscire dalla comfort zone per scoprire alternative potenzialmente valide – o almeno di confermare che, in fondo, la strada già conosciuta è davvero la migliore.
ChatGPT vs Grok: due visioni contrastanti dell’AI conversazionaleChatGPT in effetti, non potrebbe essere più diverso da Grok, e volutamente. Il chatbot di xAI (l’azienda AI di Elon Musk, nemico giurato di OpenAI). ChatGPT e Grok rappresentano due approcci profondamente diversi all’intelligenza artificiale conversazionale, che riflettono le filosofie divergenti delle aziende e dei leader che li hanno creati.
ChatGPT, sviluppato da OpenAI, ha un approccio più prudente e ponderato. Punta sulla sicurezza e sull’utilità, con risposte misurate e generalmente caute. In netto contrasto, Grok, creato da xAI (l’azienda di Elon Musk), si presenta come deliberatamente irriverente, provocatorio e “senza filtri”, in linea con l’approccio dell’eclettico miliardario. Il modello si vanta apertamente di avere meno limitazioni rispetto ai competitor e di poter affrontare temi che altri sistemi AI rifiuterebbero di trattare.
Ed effettivamente, è così. OpenAI ha inserito nei suoi modelli numerosi guardrail etici, per limitare l’accesso a contenuti controversi o sensibili. Grok invece, adotta una politica molto più permissiva. Risponde anche a quelle domande che ChatGPT, per esempio, rifiuterebbe per motivi di sicurezza o responsabilità.
Punti di forza di ChatGPT 1. La precisione delle risposteChatGPT non spreca una parola. Il suo tono è sempre chiaro e puntuale, anche di fronte a domande complicate. Non ha la tendenza a divagare, ma va dritto al punto. Grok, invece, è più estroso. Certo, le sue risposte sono brillanti e piene di verve, ma a volte gli parte l’embolo creativo e finisce per divagare con metafore e battute che non sempre centrano il bersaglio. La creatività può essere sicuramente una risorsa preziosa, ma ci sono contesti, come quello lavorativo, dove la chiarezza e il tono contano più dell’estro. Ed è in quei momenti che si rimpiange la sobrietà di ChatGPT.
2. La capacità di seguire il filo del discorso nelle conversazioni complesseUna delle cose che gli utenti apprezzano di più di ChatGPT è la sua capacità di non perdere il filo del discorso, anche se le conversazioni sono complesse. Quando si affrontano argomenti complicati, ChatGPT riprende senza sforzo dal punto dove si era rimasti, collegando idee e colmando lacune senza bisogno di continui richiami. Anche se la discussione salta da un tema all’altro, riesce a mantenere coerenza e fluidità.
Grok su questo aspetto fa un po’ penare. Sarà per la sua indole più istintiva, ma a volte negli scambi finisce per smarrirsi, costringendo a fare il punto della situazione o a chiarire concetti che si davano per assodati. Certo, la sua freschezza è stimolante, ma quando si deve portare a casa il risultato, la solidità di ChatGPT è dura da battere.
3. L’attribuzione più puntuale delle fontiUn altro punto a favore di ChatGPT è il suo rigore nell’indicare da dove pesca le informazioni. Che si tratti di riferimenti espliciti o di indizi contestuali, con lui si ha sempre la sensazione di sapere su che basi si fonda il suo ragionamento. Certo, non è infallibile, ma almeno fornisce gli strumenti per verificare e approfondire.
Grok, su questo fronte, è un po’ più fumoso. Le sue risposte arrivano rapide e con grande autorevolezza, ma non sempre è chiaro se siano frutto di ricerche solide, di consenso generale o semplicemente di un’elaborazione statistica dei dati a disposizione. E dato che molte delle sue fonti provengono da X (ex Twitter), la loro affidabilità può essere discutibile.
4. I riassunti strutturatiQuando si sottopone un documento corposo o una trascrizione caotica, ChatGPT è un vero mago nel catturare l’essenza, riorganizzando i concetti in modo logico e ben strutturato. Schemi, elenchi puntati, tabelle: con il chatbot di OpenAI anche il materiale più ostico diventa subito più digeribile.
Grok, pur nella sua rapidità di elaborazione, non sempre riesce a essere altrettanto ordinato. I suoi riassunti, per quanto brillanti, a volte finiscono per perdere di vista dettagli importanti o per formulare concetti in modo troppo vago. E quando bisogna muoversi velocemente, la chiarezza e la struttura (più che l’inventiva) fanno la differenza.
Punti di forza di Grok 1. Non è troppo formaleIl rigore di ChatGPT a volte sfocia in una formalità eccessiva che può essere soffocante. Sarà perfetto per stendere documenti ufficiali o piani dettagliati, ma quando si tratta di pensare fuori dagli schemi, la sua “attitudine aziendale” può essere un freno.
È qui che Grok dà il meglio di sé. Con la sua verve dirompente e la sua apertura mentale, è il compagno ideale per le sessioni creative, quelle in cui si ha bisogno più di una scintilla che di una risposta preconfezionata. Certo, a volte esagera con le stranezze, ma è proprio questo suo lato eccentrico che lo rende prezioso.
2. Evita spiegazioni non necessarieUn altro aspetto in cui Grok ha decisamente una marcia in più, è la sua capacità di andare al sodo senza troppi giri di parole. Mentre ChatGPT a volte si perde in spiegazioni estenuanti di concetti base, come se dovesse sempre partire da zero, Grok dà per scontato un certo livello di conoscenza e va dritto al punto. E questo, fa risparmiare un sacco di tempo ed energie.
3. Il generatore di immagini AuroraAttualmente, la generazione di immagini di ChatGPT si divide tra due tecnologie: GPT-4o e DALL-E 3. L’aggiornamento di marzo, ha potenziato notevolmente le capacità di GPT-4o, migliorando significativamente la qualità dei risultati, sebbene a costo di tempi di elaborazione più lunghi. La questione principale riguarda l’accesso: gli utenti gratuiti di ChatGPT possono utilizzare GPT-4o solo per un numero limitato di generazioni, dopodiché vengono reindirizzati a DALL-E 3, che però offre prestazioni nettamente inferiori.
Al contrario, Grok può contare su Aurora, un generatore gratuito che genera immagini nitide, realistiche e coerenti con le richieste. Sarà che DALL-E 3 ormai è un po’ datato, ma i suoi limiti nella gestione dei dettagli e nella resa fotorealistica sono evidenti. E non parliamo della sua imprevedibilità: a volte non riesce nemmeno a produrre un’immagine decente. Aurora, invece, è una garanzia: flessibile, preciso e sempre sul pezzo.
4. Non teme gli argomenti controversi o sensibiliInfine, c’è la questione dei temi sensibili. ChatGPT, si sa, è sempre molto cauto quando si tratta di affrontare argomenti controversi. Che si parli di politica o degli dei robot che rubano il lavoro, le sue risposte sono di solito piene di numerosi disclaimer o frasi fatte per non scontentare nessuno.
Il chatbot di xAI, invece, non ha paura di esporsi. Certo, non si lancia in filippiche incendiarie, ma di certo non ha peli sulla lingua. Affronta le questioni complesse con schiettezza e senza troppi giri di parole, il che rende le conversazioni più profonde e stimolanti. E in un mondo sempre più polarizzato, questa capacità di andare oltre le semplificazioni, a volte può esere un valore aggiunto.
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Perché scegliere pCloudpCloud rappresenta una delle migliori scelte possibili per chi ha a cuore la privacy dei propri file e vuole affidare i ricordi più importanti ad un servizio conforme al regolamento dell’Unione europea che disciplina il trattamento dei dati personali degli utenti da parte delle aziende. Ciò si deve soprattutto alla sede dell’azienda: pCloud ha infatti base a Zugo, in Svizzera, Paese in cui è in vigore una delle leggi sulla tutela della privacy dei dati più severe al mondo.
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Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}TP-Link: indagine antitrust criminale negli USA
Secondo le fonti di Bloomberg, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato un’indagine antitrust criminale nei confronti di TP-Link. Il produttore cinese avrebbe adottato una pratica commerciale sleale per incrementare le vendite dei dispositivi di rete. Un’altra indagine del Dipartimento del Commercio potrebbe portare al divieto di vendita.
Prodotti venduti sottocostoTP-Link è il principale produttore negli Stati Uniti. Essendo un’azienda cinese, il governo crede che i suoi dispositivi di rete siano utilizzati per spiare i cittadini. Alcune vulnerabilità dei router sono state sfruttate per creare botnet e colpire le infrastrutture critiche, in particolare quelle per le telecomunicazioni.
Lo sopo dell’indagine avviata dal Dipartimento del Commercio a fine 2024 è verificare se TP-Link rappresenti un pericolo per la sicurezza nazionale a causa dei presunti legami con il Partito Comunista Cinese (in pratica le stesse accuse mosse contro Huawei e TikTok). TP-Link Systems, azienda che vende i prodotti negli Stati Uniti, avrebbe ancora legami con la Cina.
Secondo le fonti di Bloomberg, la divisione antitrust del Dipartimento di Giustizia ha avviato un’indagine per verificare la strategia dei prezzi dell’azienda. TP-Link venderebbe i prodotti sottocosto per guadagnare quote di mercato ed eliminare i concorrenti. Dopo aver ottenuto quasi un monopolio incrementerebbe i prezzi per ottenere profitti.
Un portavoce ha dichiarato che TP-Link non ha ricevuto nessuna informazione dal Dipartimento di Giustizia, sottolineando che non vende nessun prodotto sottocosto. Le indagini antitrust criminali possono durare diversi anni. In caso di violazioni, le aziende rischiano sanzioni fino a 100 milioni di dollari, mentre i dirigenti fino a 10 anni di prigione.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Blackout in Spagna, ipotesi attacco informatico: cosa succede?
Non è noto cosa abbia causato il maxi blackout che ha letteralmente bloccato la Spagna poco dopo mezzogiorno di oggi. Si registrano ripercussioni anche in Francia e Portogallo. Stando ai primi report, l’ipotesi di un attacco informatico non è da escludere. L’operatore nazionale Rete Elettrica è al lavoro per ripristinare l’erogazione dell’energia, ma l’operazione richiederà tempo, indicativamente dalle sei alle dieci ore.
La Spagna al buio: cosa sappiamo sul blackoutNella capitale Madrid alcuni ospedali si sono visti costretti a far ricorso ai generatori di emergenza, il governo ha suggerito di non circolare in auto poiché i semafori potrebbero non funzionare. La metropolitana è stata evacuata, come testimoniato da numerosi post sui social.
Le autorità europee si stanno organizzando per comprendere la natura del problema e per affrontarlo nel modo più efficace possibile. Il grafico qui sotto è stato pubblicato da El País: mostra i consumi nel paese e il brusco calo registrato poco dopo mezzogiorno.
Fermi mezzi di trasporto e centrali nucleariGli aeroporti non hanno interrotto il traffico, ma si registrano comunque disagi e alcuni voli potrebbero subire ritardi. È andata peggio alla rete ferroviaria, come confermato dall’operatore Renfe che avvisa di un blocco completo degli spostamenti. Come si può immaginare, ci sono state interruzioni anche nelle comunicazioni.
Il paese ha cinque centrali nucleari che hanno smesso di produrre elettricità. Il personale ha spiegato che si tratta di una decisione presa per motivi di sicurezza e che, attualmente, gli impianti in dotazione sono alimentati attraverso gruppi elettrogeni di emergenza.
L’ipotesi dell’attacco informaticoCome anticipato, INCIBE (Instituto Nacional de Ciberseguridad) è al lavoro per capire se la responsabilità del maxi blackout in Spagna possa essere in qualche modo attribuita a un attacco informatico.
La Spagna è tra i paesi che nell’ultimo periodo hanno fatto subito il maggior numero di azioni da parte dei cybercriminali. In molti casi, sono riconducibili alle posizioni assunte dal governo su temi legati alle guerre in Ucraina e a Gaza.
CNCS, il centro nazionale per la sicurezza informatica del Portogallo, sembra escludere l’ipotesi dell’attacco informatico. Al momento non ci sono indicazioni che indichino un qualche tipo di violazione o compromissione dei sistemi.
Nessun problema per l’ItaliaSia in Francia sia in Portogallo ci sono stati disagi relativi alla rete elettrica. Una conseguenza quasi inevitabile, considerata la prossimità geografica dei due paesi.
Per quanto riguarda invece l’Italia, l’operatore Terna afferma invece che il nostro territorio non corre alcun rischio. Al momento non si rilevano criticità nella distribuzione dell’energia.
Di seguito il comunicato diffuso poco fa dal nostro Ministero degli Esteri.
Il blackout ha compromesso la fornitura di elettricità in numerose grandi città, tra cui Madrid, Valencia, Barcellona e Lisbona oltre a causare disservizi nelle reti di comunicazione, con impatti anche sui trasporti (metro, treni e aeroporti). Verificare lo stato dei voli con la propria compagnia aerea. Seguire le indicazioni delle Autorità locali.
… in aggiornamento
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