Firefox 140: nuova funzione salva-RAM e motori di ricerca personalizzati
Mantenere molte schede aperte rallenta il computer, si sa. Ma Mozilla ha trovato la soluzione. Su Firefox 140 arriva una funzione molto attesa. Ora è possibile liberare la memoria RAM occupata dalle schede senza doverle chiudere definitivamente.
Firefox 140 è qui: finalmente si possono mettere in pausa le schede senza chiuderleLa funzione si chiama “Unload Tab” e fa esattamente quello che dice: libera la memoria occupata dalla scheda, ma la mantiene visibile nella barra. Quando si clicca sopra, si ricarica istantaneamente. Basta fare clic destro su una scheda (o su una selezione di schede) e scegliere “Unload Tab”. Il computer respira, e gli utenti continuano a lavorare tranquilli, tutti contenti.
Motori di ricerca personalizzati e schede verticali più intelligentiL’altra grande novità riguarda la ricerca. Fino a ieri bisognava accontentarsi dei motori preimpostati da Mozilla. Ora è possibile aggiungere qualsiasi motore di ricerca personalizzato come DuckDuckGo o Brave, semplicemente facendo clic destro su un campo di ricerca di un sito web. Oppure si può aggiungere manualmente dalle impostazioni. Firefox 140 dà finalmente la libertà di scegliere.
Chi usa le schede verticali (e dopo averle provate è difficile tornare indietro) può ora trascinare un divisore per ridimensionare la sezione delle schede bloccate.
Mozilla ha deciso di dire addio a Pocket, rimuovendo completamente l’integrazione dal browser. L’icona nella barra degli strumenti e la presenza nella nuova scheda sono sparite. Gli utenti affezionati potrebbero sentirne la mancanza, ma l’interfaccia risulta decisamente più pulita.
Una versione ESR ricca di novitàFirefox 140 segna anche l’arrivo di una nuova versione ESR (Extended Support Release), pensata per le aziende che danno la priorità alla stabilità rispetto alle ultime funzionalità. Questa volta però la ESR è particolarmente ricca. Include schede verticali, raggruppamento schede, una sidebar ridisegnata e protezioni avanzate per la privacy come il bounce tracking protection.
Altri miglioramentiIl traduttore di pagine intere ora è più intelligente: traduce prima il testo che si sta leggendo, velocizzando l’esperienza. Gli utenti in Italia, Polonia e Austria possono finalmente utilizzare il completamento automatico degli indirizzi. Chi usa Firefox in arabo trova ora un dizionario integrato per il correttore ortografico.
E per gli sviluppatori web, Mozilla ha aggiunto il supporto per le CookieStore API e i Service Workers nella navigazione privata, oltre alla possibilità di rimuovere il pulsante dedicato alle estensioni dalla barra principale.
Google Earth è una macchina del tempo per tornare indietro di 20 anni
Google Earth diventa una macchina del tempo, ora si può tornare indietro di anni con un clic. La novità nasce da un fenomeno social che ha conquistato milioni di persone lo scorso anno. Su TikTok è esplosa la moda del “viaggio nel tempo virtuale”. Gli utenti di tutto il mondo si sono messi a esplorare Google Maps per ritrovare i propri cari nelle foto storiche di Street View o per vedere come sono cambiati i luoghi del cuore.
Google ha colto al volo questo trend e ha deciso di portare le immagini storiche di Street View direttamente su Google Earth. Ora si può esplorare il mondo non solo dall’alto, ma anche camminare virtualmente per le strade di ieri.
Google Earth viaggia nel tempo: come rivedere il mondo di 20 anni fa con le immagini storiche di Street ViewIl lancio arriva in un momento speciale: Google Earth compie 20 anni. Era il 2005 quando la piattaforma debuttò e divenne subito virale, raggiungendo 100 milioni di download nella prima settimana. Un successo che continua ancora oggi, con oltre 2 miliardi di ricerche di luoghi nell’ultimo anno.
Grazie all’integrazione su Google Earth non si dovrà più saltare tra Google Maps e Google Earth per esplorare la storia di un posto. Tutto è riunito in un’unica interfaccia.
Google però è andata oltre il semplice tuffo nel passato. Negli Stati Uniti, i professionisti del settore possono già sfruttare i nuovi strumenti di intelligenza artificiale pe l’analisi del tessuto urbano. Prendiamo Austin, in Texas, come esempio. Gli urbanisti possono ora visualizzare la copertura arborea della città, identificare le zone che avrebbero bisogno di più verde per combattere il caldo, e analizzare le temperature superficiali per pianificare interventi mirati.
Con le immagini storiche, Google Earth diventa uno strumento potente per architetti, storici, giornalisti e chiunque abbia bisogno di documentare i cambiamenti nel tempo. È possibile seguire l’evoluzione di un cantiere, documentare i danni di un disastro naturale, o semplicemente rivedere com’era il mondo prima che tutto cambiasse.
Google Search: misure correttive nel Regno Unito
La Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito ha proposto di assegnare a Google lo “strategic market status” in relazione al motore di ricerca e ai servizi di advertising. L’autorità antitrust ha inoltre elencato una serie di misure per migliorare la concorrenza nel mercato dei motori di ricerca. L’azienda di Mountain View ha evidenziato che potrebbero esserci conseguenze negative.
Decisione finale a metà ottobreL’indagine era stata avviata il 14 gennaio 2025 sulla base della nuova legge (Digital Markets, Competition and Consumers Act 2024) entrata in vigore il 1 gennaio 2025. La CMA ha proposto la designazione “strategic market status” per Google, equivalente alla designazione di gatekeeper sulla base del Digital Markets Act. Le parti interessate possono inviare commenti entro il 21 luglio.
L’autorità antitrust ha evidenziato che Google Search gestisce oltre il 90% delle ricerche nel Regno Unito. Durante l’indagine sono state rilevare diverse criticità. I concorrenti non possono replicare l’indice di ricerca di Google, i costi del search advertising sono troppo elevati, c’è poca trasparenza sul funzionamento del ranking, gli editori non possono controllare l’uso dei contenuti nelle risposte AI, gli accordi con i produttori dei dispositivi ostacolano la concorrenza.
La CMA ha quindi pubblicato una roadmap (PDF) relativa alle misure che Google dovrebbe implementare per migliorare la concorrenza. Quelle prioritarie sono: schermata di scelta del motore di ricerca (eventualmente anche dell’assistente AI), visualizzazione dei risultati di ricerca in modo non discriminatorio, maggiore controllo agli editori sui contenuti da usare in Search, AI Overview e Gemini, portabilità dei dati verso altri servizi.
Il termine dell’indagine è stato fissato al 13 ottobre 2025. Google può ovviamente proporre misure alternative. Nel frattempo ha pubblicato un post sul sito ufficiale per evidenziare che potrebbero esserci “significative implicazioni” per utenti e aziende nel Regno Unito. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha chiesto la vendita di Chrome per ripristinare la concorrenza nel mercato dei motori di ricerca.
Perplexity sfida Google: chi risponde meglio alle ricerche quotidiane?
Vivere senza Google per un mese sembrava impensabile fino a poco tempo fa. Eppure sempre più persone stanno sperimentando alternative come Perplexity, il celebre motore di ricerca AI. Ma questa nuova generazione di strumenti può davvero competere con il gigante di Mountain View? L’unico modo per scoprirlo, è mettere alla prova entrambi i servizi con delle ricerche reali, quelle che chiunque potrebbe fare in una giornata normale.
L’esperimento è semplice. Basta prendere le ultime ricerche effettuate su Google e ripeterle su Perplexity, confrontando non solo i risultati ma anche l’esperienza complessiva. Ad esempio, con quattro query diverse, in quattro ambiti differenti.
Google è già vecchio? Il confronto con Perplexity Round 1: I migliori film comici di sempre La ricerca su GoogleSe si prova a cercare “migliori film comici di sempre“, Google risponde con il suo approccio classico: una raffica di liste automatiche in cima alla pagina, suddivise per categorie come commedie romantiche, film poliziesco-comici e satira. Sotto, l’infinita lista di articoli da scorrere per chi vuole approfondire.
L’esperienza è familiare ma dispersiva. Ci sono troppe opzioni, troppi link, troppa scelta. Il paradosso dell’abbondanza che caratterizza Google da anni: tutto è disponibile, ma trovare esattamente quello che si cerca richiede tempo e pazienza (molta).
La risposta di PerplexityPerplexity prende una strada completamente diversa. Invece di bombardare l’utente con opzioni infinite, seleziona e presenta una lista curata di 15 film, attingendo da fonti autorevoli come, IMDb, FilmTV, MYmovies, ComingSoon. Ogni titolo include data di uscita, motivo della notorietà e una breve descrizione del perché merita il posto in classifica.
Il risultato è una lettura piacevole, che combina l’autorevolezza delle fonti con la praticità della consultazione. Non serve più saltare da un articolo all’altro. Tutto quello che serve è concentrato in una risposta coerente.
Vincitore: Perplexity
Round 2: Novità su Disney Plus L’approccio GoogleLa ricerca “novità su Disney Plus” dovrebbe essere semplice: una lista di lanci recenti e, magari, qualche anticipazione sui titoli in arrivo. Google però delude, offrendo un elenco breve e apparentemente casuale di film prodotti per la piattaforma tra il 2023 e il 2025.
La frustrazione è palpabile. Invece di usare questi risultati inadeguati, la tentazione è quella di andare direttamente sul sito Disney Plus. Google, in questo caso, non riesce nemmeno a interpretare correttamente l’intenzione di ricerca.
La precisione di PerplexityPerplexity centra perfettamente l’obiettivo. Comprende che la ricerca riguarda le novità attuali e si concentra su quello che è nuovo a giugno 2025 per Disney Plus. La risposta include una selezione serie TV e nuove stagioni di show come The Kardashians, Limitless con Chris Hemsworth, e Welcome to Wrexham.
Più in basso aggiunge una sezione con film (es. La Saga di Mission Impossibile) e documentari appena usciti (del National Geographic). L’organizzazione ha senso e i contenuti sono aggiornati.
Vincitore: Perplexity
Round 3: Menu di un ristorante locale La semplicità di GoogleQui Google mostra la sua forza nella ricerca locale. Un clic sul primo risultato porta direttamente alla pagina del menu del ristorante. Efficiente, diretto, senza fronzoli. Per questo tipo di ricerca specifica e locale, Google ha dalla sua anni di ottimizzazione e una rete di connessioni con le attività commerciali che difficilmente può essere replicata.
L’ambizione di PerplexitySorprendentemente, Perplexity riesce nell’impresa di fornire informazioni dettagliate anche su un piccolo ristorante locale. Scansiona le foto dei menu cartacei e produce una lista completa di antipasti, primi, secondi e dolci, completa di prezzi.
Aggiunge anche descrizioni dell’atmosfera del locale, informazioni sull’accessibilità e una guida orientativa sui costi. Sembra troppo bello per essere vero, e infatti, lo è. A un’analisi più attenta emerge il problema: Perplexity ha mescolato informazioni di tre ristoranti diversi con lo stesso nome, uno dei quali è persino chiuso. La confusione nasce dalla difficoltà nell’interpretare immagini di menu spesso sfocate e dall’incapacità di distinguere correttamente le ubicazioni.
Vincitore: Google
Round 4: Recensione di FIFA 25 I numeri di GoogleGoogle fornisce un quadro quantitativo immediato: voti 8/10 da IGN, 85/100 su Metacritic e punteggi misti dai giocatori su Steam. Per chi cerca una valutazione rapida, i numeri ci sono tutti. Ma per capire davvero se il gioco vale l’acquisto, serve scavare nelle varie recensione. L’approccio è tradizionale: Google dà gli strumenti, sta poi all’utente utilizzarli per farsi un’opinione sulle novità del gameplay e sulla qualità della modalità carriera.
L’analisi completa di PerplexityQui Perplexity dimostra tutto il suo potenziale. Invece di limitarsi ai voti, genera un report completo attingendo da fonti italiane e internazionali come IGN Italia, Everyeye, Multiplayer.it e YouTube. La recensione include pro e contro, analisi delle nuove meccaniche di gioco, confronto con FIFA 24 e persino consigli su quale modalità sfruttare al meglio.
Il tutto si conclude con un riassunto a punti degli aspetti più importanti: miglioramenti grafici, novità del gameplay, qualità delle modalità online e rapporto qualità-prezzo.
Vincitore: Perplexity
Il verdetto finale: 3 a 1 per Perplexityl punteggio finale è chiaro: Perplexity batte Big G 3 a 1. Ma più del risultato conta capire come funzionano diversamente questi due strumenti. Google è imbattibile quando si tratta di trovare informazioni precise e locali. Anni di esperienza e una rete capillare di collegamenti con attività e servizi lo rendono perfetto per ricerche mirate: si cerca un ristorante? Basta cliccare per trovare subito quello che serve.
Perplexity invece eccelle quando serve ragionare sui dati. Prende informazioni sparse da più fonti, le analizza e le trasforma in risposte complete e facili da capire. Non dà solo i risultati, ma li spiega e li organizza in modo sensato.
Il futuro della ricerca onlineQuesto confronto mostra qualcosa di più profondo. Non stiamo solo vedendo nascere un nuovo motore di ricerca, ma sta cambiando il modo stesso in cui cerchiamo le informazioni. Google ci ha abituati all’abbondanza: troviamo tutto quello che vogliamo, ma poi tocca a noi scorrere, confrontare e capire cosa ci serve davvero. Perplexity funziona all’opposto: offre meno risultati, ma puntuali e già organizzati.
La vera domanda non è se Perplexity rimpiazzerà Google. È piuttosto come questi nuovi strumenti cambieranno le nostre aspettative. Perché una volta che ci si abitua ad avere risposte pronte e ragionate, tornare alle infinite liste di link diventa frustrante. Non a caso Google sta integrando sempre di più l’intelligenza artificiale anche nel suo motore di ricerca (con AI Mode).
Probabilmente useremo entrambi: Google per trovare qualcosa di specifico, Perplexity quando vogliamo capire e approfondire. Due modi diversi di soddisfare la nostra curiosità.
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Chissà se oggi Satya Nadella e gli altri vertici di Microsoft accetterebbero ancora di aiutare OpenAI a sviluppare e potenziare ChatGPT. Sono trascorsi due anni e mezzo da quando il gruppo di Redmond ha deciso di investire nella creatura di Sam Altman e lo scenario è profondamente cambiato, tanto da portare la startup a rosicchiare quote di mercato al colosso che l’ha aiutata a crescere.
OpenAI sta rubando clienti aziendali a MicrosoftLa collaborazione tra le due organizzazioni prosegue, ma non si è mai retta su un equilibrio tanto precario. Se da una parte a unirle sono una partnership e accordi di lungo termine, dall’altra si trovano a competere nel territorio dell’intelligenza artificiale, in particolare per quanto riguarda le soluzioni destinate all’ambito aziendale.
È in questo specifico contesto che Microsoft sta faticando e non poco a spingere l’adozione di Copilot. Lo rivela un report appena pubblicato da Bloomberg, secondo cui alcuni importanti clienti della prima ora avrebbero abbandonato la tecnologia per passare proprio a ChatGPT.
Gli ultimi numeri ufficiali fanno riferimento a 3 milioni di utenti business paganti per OpenAI, con un incremento pari al 50% registrato in pochi mesi.
A differenza di Copilot, ChatGPT si sceglieUna crescita che assume ancor più valore se si pensa alle modalità attraverso le quali si arriva a scegliere l’una o l’altra tecnologia. Da una parte c’è Copilot, sempre più profondamente integrato all’interno del sistema operativo Windows e dunque presente sulla quasi totalità dei PC in circolazione, in qualche modo forzato. Dall’altra, invece, ChatGPT può essere considerato un servizio che non ha alcun legame nativo con una piattaforma in particolare, a cui si giunge solo di propria iniziativa.
La concorrenza non manca nemmeno per OpenAI, nel campo dei chatbot e degli agenti AI. L’organizzazione di Sam Altman beneficia però ancora oggi dell’aver debuttato per prima, proponendo una tecnologia che ha fin da subito mostrato il proprio potenziale e che promette, a breve, di innalzare ulteriormente l’asticella con il rilascio di GPT-5.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}300€ di sconto per il magico MacBook Air 13" M4 da 512GB, anche in 5 rate
MacBook Air 13″ M4 è un dispositivo di ultima generazione e con tutto il necessario per offrirti il massimo in qualsiasi situazione. Un prodotto su cui fare riferimento e che diventa un compagno di vita potendolo portare ovunque e usarlo per mille motivi diversi. Non solo potente ma anche bellissimo e in questa versione con 512GB di memoria su SSD, lo spazio non manca di certo. 300 euro di sconto su Amazon con un bel ribasso del 20%. Mettilo nel carrello con soli 1199 euro e se vuoi, paga anche in 5 rate senza interessi.
Disponibile in colorazione mezzanotte, MacBook Air 13″ M4 è un dispositivo che è perfetto per utilizzo quotidiano e anche di più. Fino a qualche anno fa, se ricordi bene, la linea Air era quella degli studenti o di chi aveva poche esigenze ma con l’arrivo dei nuovi chip di Casa Cupertino – come l’M4 in questo caso – le carte in gioco sono cambiate se non stravolte. Ora il prodotto è ideale per qualunque esigenza con 16GB di memoria unificata e prestazioni elevate tanto da far girare prodotti per editing, coding e così via.
Questo modello, come dice il nome stesso, ha un display Liquid Retina da 13,6 pollici per rimanere compatto ma offrire, allo stesso tempo, una visione ottima e ampia. Risoluzione elevata, colori vividi e dettagli sempre presenti così anche nel tempo libero i contenuti in streaming sono riprodotti alla perfezione. La tastiera è dotata di layout QWERTY italiano con retroilluminazione e Touch ID che tutela la tua privacy e rende i pagamenti e le verifiche a prova di dito. Webcam HD per videocall in qualità avanzata e batteria che ti porta al giorno dopo. La caratteristica saliente? Sfrutta Apple Intelligence in tutte le sue sfaccettature.
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L’intelligenza artificiale di Meta non si limita a essere “ispirata” dai libri su cui viene addestrata, ma li memorizza quasi per intero. E questo cambia un po’ le cose.
Meta nei guai, Llama 3.1 conosce a memoria Harry PotterI ricercatori di Stanford, Cornell e West Virginia University hanno dimostrato che una versione del modello di punta di Meta, Llama 3.1, ha memorizzato quasi completamente il primo libro di Harry Potter. Non si tratta di vaghe somiglianze o di ispirazione. Il modello è riuscito a riprodurre il 91% de “La Pietra Filosofale” quando sollecitato con brevi frammenti di testo.
I ricercatori hanno suddiviso i libri in sezioni sovrapposte di 100 “token” (unità di testo come parole o punteggiatura), presentando al modello la prima metà e chiedendogli di completare il resto. Il risultato per Harry Potter è stato schiacciante.
Quello che rende questa scoperta ancora più esplosiva sono le implicazioni legali. Se un sistema AI memorizza letteralmente un libro, il modello stesso potrebbe essere considerato una copia del libro. In pratica, ogni volta che Meta distribuisce il suo Llama 3.1 70B, potrebbe involontariamente distribuire milioni di copie pirata di Harry Potter.
Facendo un po’ i conti, il modello Llama 3.1 70B è stato scaricato circa un milione di volte dal suo lancio, il che significa che Meta potrebbe aver accidentalmente creato la più grande operazione di pirateria libraria della storia.
È emerso anche un dettaglio curioso. Sembra che il modello AI di Meta abbia delle preferenze di lettura. Alcuni libri, come Harry Potter, 1984 e Il Trono di Spade, sono stati memorizzati quasi parola per parola. Altri, come Twilight, sono completamente ignorati. Non è un caso. I modelli AI tendono a memorizzare meglio i contenuti che circolano molto online o che, durante la fase di addestramento, sono stati trattati con maggiore enfasi tecnica.
Il dibattito sul copyrightFinora, il dibattito si è polarizzato su due fronti. Da una parte, le aziende di AI sostengono che i loro modelli sono generativi, creano contenuti originali invece di essere sofisticati copia-incolla. Dall’altra, autori e giornalisti accusano l’AI di limitarsi a rimescolare materiale esistente rubato dai loro archivi.
Mark A. Lemley, uno degli autori dello studio, ribalta entrambe le posizioni: “La realtà è più complessa. La nostra ricerca dimostra che l’AI non è né puramente creativa né un semplice collage di contenuti esistenti“. I modelli, infatti, a volte memorizzano letteralmente interi passaggi, altre volte li rielaborano, altre ancora creano qualcosa di completamente nuovo.
Questa scoperta potrebbe aprire la strada a nuove forme di regolamentazione. Come suggerisce Grimmelmann, i tribunali potrebbero fissare delle soglie. Ad esempio, memorizzare più del 10% di un libro potrebbe costituire violazione del copyright, mentre sotto quella percentuale potrebbe essere considerato uso accettabile.
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Microsoft sta introducendo un’interessante novità per l’app Xbox su PC Windows, che permetterà di unificare i giochi in un’unica libreria. Si tratta di una nuova funzionalità consente di aggregare automaticamente i giochi installati da Steam, Battle.net, Xbox e Game Pass, eliminando la necessità di passare da un launcher all’altro per trovare ed avviare il titolo desiderato. Con un’interfaccia intuitiva, l’app aggiorna l’elenco dei giochi recenti, includendo titoli da tutte le piattaforme supportate, permettendo ai giocatori di riprendere rapidamente da dove avevano lasciato. Inoltre, per chi desidera un’esperienza più ordinata, è possibile nascondere le piattaforme non utilizzate tramite le impostazioni dell’app, mantenendo la libreria pulita e organizzata.
L’app Xbox su PC unirà i titoli Steam e Game Pass in un’unica libreriaAttualmente, questa funzione è in fase di test per gli utenti iscritti al programma Xbox Insider nella sezione dedicata al gioco su PC, ma Microsoft ha annunciato che presto sarà disponibile per tutti. Entro la stagione natalizia, la libreria unificata arriverà anche sui dispositivi portatili Windows, come ROG Xbox Ally e Ally X, consentendo ai giocatori di portare con sé l’intera collezione di giochi ovunque vadano.
Per provarla in anteprima, è sufficiente scaricare l’app Xbox Insider Hub su un PC Windows e registrarsi al programma di anteprima per la sezione gioco su PC. Una volta completata la procedura, la libreria unificata sarà visibile nell’app Xbox, permettendo di gestire e avviare agevolmente i propri giochi.
Con questa scelta, l’obiettivo di Microsoft per il futuro è ampliare il numero di piattaforme supportate, trasformando l’app Xbox in un hub centrale per tutti i giochi su PC. Questo sviluppo si inserisce in una strategia più ampia per migliorare l’esperienza di gioco su Windows, riducendo la frammentazione tipica delle diverse piattaforme digitali. L’integrazione della libreria unificata sui dispositivi portatili risponde inoltre alla crescente popolarità del gioco in mobilità, offrendo maggiore flessibilità ai giocatori. Si tratta inoltre di qualcosa che sembra anticipare il futuro arrivo di Steam nelle console, di cui tanto si è parlato diverse settimane fa.
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Grandi marchi e tanti prodotti di natura diversa in sconto su Amazon. Pratici e di interesse generale, soprattutto disponibili con prezzi eccellenti per concludere dei veri e propri affari. Questa Rubrica degli Sconti è ricca di occasioni e la parte più bella è che per molti di questi devices c’è la possibilità di pagare in rate senza interessi. Sono 10 quelli più papabili e a buon mercato e non riguardano soltanto l’elettronica nel suo senso più stretto. Se sei interessato non perdere un momento e acquista i tuoi preferiti.
Rubrica degli Sconti ricca di occasioni: sono tutte su AmazonFare acquisti a buon prezzo è l’ABC per esaudire tutti i desideri senza sperperare soldi. Se hai un budget ristretto ma riesci ad ottenere uno sconto, nulla ti vieta di acquistare anche più prodotti alla volta, no? Per questo, con questa Rubrica degli Sconti, ho deciso di racchiudere 10 offerte di Amazon che riguardano prodotti di interesse comune e che potrebbero far parte della tua lista dei desideri.
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Una delle grandi promesse formulate ancor prima del lancio pubblico di IT-Wallet è quella relativa alla possibilità di aggiungere anche la carta di identità ai documenti salvati nell’app IO. Oggi, trascorsi più di sei mesi dal lancio della funzionalità, rimane un’utopia. E nemmeno è dato a sapere se sarà mai possibile farlo.
Il silenzio di Butti su app IO e carta di identitàRipeschiamo l’argomento per segnalare le parole di Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica. Nei giorni scorsi ha concesso un’intervista alla redazione del Giornale, affrontando il tema e celebrando i passi in avanti compiuti negli ultimi anni sul fronte dei servizi digitali offerti ai cittadini.
Una domanda in particolare ha richiamato la nostra attenzione: In futuro gireremo senza carta di identità e patente cartacee anche in Europa?. La risposta si può sintetizzare come il più classico dei no comment.
È già possibile usare da noi la patente sul wallet anche offline. Nei prossimi anni, con IT-Wallet e il wallet europeo a pieno regime, chi vorrà (anche qui nessun obbligo) potrà usare i documenti digitali al posto di quelli fisici.
A dire il vero, la patente di guida è valida solo per circolare in Italia (rimandiamo all’articolo dedicato). Per quanto riguarda invece il wallet europeo, il sottosegretario si riferisce a EU-Wallet, in arrivo entro il 2026.
Le speranze di poter vedere la carta di identità comparire nel Portafoglio dell’app IO sono comunque ancora vive. Butti conferma la volontà di continuare a sviluppare il sistema IT-Wallet, qualunque cosa significhi. L’accoglienza da parte dei cittadini è stata buona, con 9,2 milioni di documenti già caricati: quella attivata con maggiore frequenza è la tessera sanitaria.
A proposito, in Italia sono già oltre 53 milioni le CIE (carta di identità elettronica) emesse dal Ministero dell’Interno e prodotte dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
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Come previsto pochi giorni fa è arrivato l’annuncio ufficiale. Microsoft e Meta hanno collaborato per realizzare il Quest 3S Xbox Edition. L’azienda di Redmond entra quindi nel mercato della realtà virtuale attraverso terze parti. La stessa strategia adottata per portare la piattaforma Xbox sulle console portatili di ASUS.
Quest 3S Xbox Edition: specifiche e prezzoIl Meta Quest 3S Xbox Edition è un’edizione molto limitata del visore. Microsoft sottolinea che il numero di unità è basso (non è noto il numero) e che una volta finite non arriveranno altre unità. Può essere già acquistata sullo store online di Meta, oltre che tramite Best Buy (USA), Argos (UK) e EE (UK). Come si può intuire sarà disponibile solo in Regno Unito e Stati Uniti.
Il visore è in pratica un modello personalizzato del Quest 3S. Si distingue innanzitutto dai colori. Meta ha usato quelli di Xbox, ovvero Carbon Black e Velocity Green, sia per il visore che per i controller Touch Plus. Nella confezione è presente anche la fascia per il fissaggio alla testa (Elite Strap) e un Xbox Wireless Controller (già associato al visore).
Queste sono le specifiche hardware: processore Snapdragon XR2 Gen 2, 8 GB di RAM, 128 GB di storage e schermo con risoluzione di 1832×1920 pixel per occhio (lenti Fresnel), refresh rate di 90/120 Hz e campo visivo di 96 gradi in orizzontale e 90 gradi in verticale. La batteria da 4.324 mAh offre un’autonomia fino a 2,5 ore.
All’avvio verrà mostrata direttamente l’interfaccia dell’app Xbox. Gli utenti potranno sfruttare tre mesi gratuiti di Meta Horizon+ e Xbox Game Pass Ultimate. È possibile scegliere tra quattro dimensioni dello schermo per giocare in streaming tramite Xbox Cloud Gaming. Il prezzo è 399,99 dollari negli Stati Uniti e 379,99 sterline nel Regno Unito.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Ad abbandonare X11 sarà anche Kubuntu 25.10
Sulla scia di quanto deciso dagli sviluppatori di Ubuntu e GNOME, anche Kubuntu 25.10, previsto per il rilascio 9 ottobre 2025, abbandonerà definitivamente le sessioni desktop X11 predefinite a favore del moderno Wayland, allo scopo di garantire tecnologie e protocolli più moderni, offrendo la miglior esperienza possibile.
Kubuntu 25.10 dice addio a X11 sulla scia di Ubuntu 25.10 e GNOME 49Quella di Kubuntu 25.10 non si tratta naturalmente di una sorpresa, considerato quanto annunciato dagli sviluppatori di Ubuntu per la versione 25.10, spinti a loro volta dalla decisione intrapresa da quelli GNOME. Analogamente, gli sviluppatori KDE Plasma stanno pianificando di eliminare gradualmente il supporto X11, senza una scadenza precisa ma possibilmente a partire da Plasma 7. La recente versione di KDE Plasma 6.4 ha già separato i codici di Wayland e X11 in pacchetti distinti, facilitando lo sviluppo e preparando il terreno per questa transizione.
Uno sviluppatore della distribuzione Linux derivata da Ubuntu, ha confermato che Wayland sarà predefinito nelle ISO e nelle installazioni di Kubuntu 25.10, ma chi comunque continuerà a preferire X11 potrà installarlo manualmente con il comando “sudo apt install plasma-session-x11” e selezionarlo dalla schermata di login SSDM. Una flessibilità che viene incontro a chi utilizza hardware meno recente o applicazioni dipendenti dal vecchio gestore finestre. Inoltre, gli aggiornamenti dalle versioni 25.04 a 25.10 non rimuoveranno i pacchetti Xorg, garantendo continuità.
La transizione a Wayland risponde all’esigenza di migliorare sicurezza e prestazioni, eliminando il peso del codice legacy di Xorg. Molte applicazioni X11 funzionano su Wayland grazie a XWayland, preinstallato predefinitivamente, anche se il supporto per hardware datato può variare. Altre varianti di Ubuntu, come Xubuntu e Ubuntu Budgie, probabilmente manterranno il supporto X11 per questo ciclo, ma lo rimuoveranno probabilmente in futuro.
Questo passaggio accelererà l’adozione di Wayland da parte degli sviluppatori di terze parti, favorendo un ecosistema Linux più moderno. Sebbene possa richiedere un adattamento, Kubuntu 25.10 offre opzioni per soddisfare diverse esigenze, segnando un passo deciso verso il futuro del desktop Linux.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}SSD Samsung da 1 TB per PC e PS5 (7450 MB/s): l'affare di oggi
Pochi marchi come Samsung possono garantire il perfetto connubio tra prestazioni e affidabilità quando si tratta di soluzioni per lo storage: ecco perché lo sconto del 44% su Amazon che vede protagonista l’unità SSD da 1 TB della gamma 990 PRO è imperdibile. Con form factor M.2 e interfaccia PCIe 4.0, è compatibile con PC e PS5 per ampliare la capacità di archiviazione sulla console di casa Sony.
SSD 1 TB per PC e PS5: risparmia il 44%
Samsung 990 PRO: SSD da 1 TB in forte scontoCome anticipato, le sue performance sono di livello assoluto: arriva alla velocità di 7.450 MB/s in fase di lettura e a 6.900 MB/s in scrittura. Ogni singolo aspetto è stato ottimizzato per soddisfare anche chi non accetta compromessi: dalla dissipazione del calore generato mediante la tecnologia Dynamic Thermal Guard al chip NAND. Questo si traduce in un’efficienza al top e in tempi di attesa fortemente ridotti rispetto a un disco tradizionale, sia durante il caricamento o l’elaborazione dei contenuti che nell’avvio del computer. Scopri di più nella pagina dedicata sull’e-commerce.
La disponibilità è immediata e, se effettui subito l’ordine, il pacco arriverà a casa tua già entro domani con la consegna gratis. Amazon si occupa direttamente della vendita e della spedizione. A confermare che si tratta di un must have è il voto medio assegnato da oltre 13.000 recensioni: 4,8 stelle su 5.
SSD 1 TB per PC e PS5: risparmia il 44%
Grazie allo sconto del 44%, l’SSD da 1 TB della gamma Samsung 990 PRO scende al suo prezzo minimo storico. Invece di pagarlo 179,99 euro come da listino ufficiale, lo puoi acquistare a soli 99,99 euro. Considerando le sue caratteristiche e prestazioni, si tratta di un affare da cogliere al volo.
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Kena Mobile propone un’offerta estiva che punta dritto al rapporto qualità-prezzo: 200 Giga in 4G, minuti illimitati e 200 SMS a soli 5,99€ al mese. L’attivazione è gratuita e il primo mese non si paga.
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Tra i vantaggi extra, anche l’attivazione gratuita, a condizione di fornire i consensi commerciali, e un mese gratis alla sottoscrizione. Tutto si fa online, in pochi minuti, direttamente sul sito ufficiale Kena.
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La Chief Administrative Officer della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha informato i dipendenti che non devono più utilizzare WhatsApp. L’app è stata considerata un rischio per la privacy, in quanto non è chiaro come protegge i dati degli utenti. Il portavoce di Meta ha dichiarato che nessun’altra app offre lo stesso livello di protezione.
WhatsApp nello stesso elenco di TikTokLa Chief Administrative Officer (CAO) aveva già vietato l’uso di TikTok e di alcuni chatbot AI, tra cui DeepSeek, ChatGPT e Copilot. Nello stesso elenco è finita anche WhatsApp. Nell’email inviata allo staff del Congresso è scritto che l’uso dell’app di messaggistica è un rischio per la privacy:
L’ufficio per la sicurezza informatica ha ritenuto WhatsApp un’applicazione ad alto rischio per gli utenti a causa della mancanza di trasparenza nel modo in cui protegge i dati degli utenti, dell’assenza di crittografia dei dati archiviati e dei potenziali rischi per la sicurezza connessi al suo utilizzo.
Le versioni di WhatsApp per smartphone, computer e web non devono essere scaricate sui dispositivi governativi. Se è già installata, tutti i membri dello staff verranno contattati per ricevere informazioni sulla rimozione entro il 30 giugno. La CAO Catherine Szpindor ha dichiarato:
Proteggere la Camera dei Rappresentanti è la nostra massima priorità e monitoriamo e analizziamo costantemente potenziali rischi per la sicurezza informatica che potrebbero mettere a repentaglio i dati dei membri e del personale della Camera. Esaminiamo regolarmente l’elenco delle app autorizzate dalla Camera e lo modificheremo se lo riterremo opportuno.
Le app suggerite sono Microsoft Teams, Signal, iMessage, FaceTime e Wickr. Meta ha contestato la decisione attraverso il suo portavoce Andy Stone:
Siamo assolutamente in disaccordo con la descrizione della Chief Administrative Officer della Camera. Sappiamo che i membri e il loro staff usano regolarmente WhatsApp e non vediamo l’ora di garantire che i membri della Camera possano unirsi ufficialmente ai loro colleghi del Senato.
Il portavoce ha aggiunto che i messaggi su WhatsApp sono protetti dalla crittografia end-to-end per impostazione predefinita, quindi nessuno può leggerli. Il livello di protezione offerto è superiore a quello della maggioranza delle app incluse nell’elenco approvato.
Meta deve difendersi dalle accuse di monopolio della FTC. Il governo vuole la vendita di WhatsApp e Instagram. Forse le due questioni sono collegate.
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Il ricordo del lancio di Google Maps prima e di Google Earth poi, avvenuti a pochi mesi di distanza, è uno di quelli ancora oggi ben vividi nella memoria del sottoscritto. Sono trascorsi esattamente 20 anni da quando abbiamo visto comparire sui nostri schermi (per qualcuno ancora CRT) una riproduzione 3D completa del pianeta, dentro la quale immergerci per viaggiare ovunque, con un click del mouse e stando comodamente seduti alla scrivania. Oggi il gruppo di Mountain View festeggia la ricorrenza, a modo suo, celebrando il passato e guardando al futuro.
I primi 20 anni di Google EarthÈ online un sito dedicato che consigliamo di visitare. Non poteva mancare nemmeno un video (qui sotto) che ripercorre i due decenni della piattaforma, catapultandoci indietro fino al giugno 2005 mostrando la sua prima rudimentale interfaccia. All’epoca si faceva tutto da desktop: smartphone e tablet non avevano ancora fatto irruzione nella nostra quotidianità.
Nel celebrare la ricorrenza, bigG ne ripercorre la storia, elenca le novità introdotte nel tempo (foto storiche, visualizzazione migliorata e l’integrazione dell’ormai onnipresente Gemini) e quelle in arrivo, inclusa la possibilità di sfruttare Earth per pianificare la realizzazione di edifici e l’installazione di impianti per la produzione di energia da rinnovabili.
Come tutto ha avuto inizioPochi ne sono a conoscenza, ma il progetto non è nato internamente a Google. La prima versione di quello che sarebbe diventato il servizio ha origine alla fine degli anni ’90, sviluppata da Intrinsic Graphics, team specializzato in librerie per il gaming. Una genesi piuttosto casuale. La software house non aveva alcuna intenzione di lanciare una piattaforma per esplorare la Terra in 3D, ma creò una demo ispirata ai documentari Powers of Ten (1977) di Charles e Ray Eames, riproducendo il pianeta in rotazione con possibilità di ingrandirne aree specifiche tramite zoom.
Il progetto raccolse subito un successo inatteso, tanto da portare nel 1999 alla fondazione di Keyhole. A sua volta, il gruppo si impegnò nel realizzare un sistema per rendere fruibili grandi database di immagini satellitari attraverso un client via Internet. Nacque così EarthViewer, software venduto su CD. L’accoglienza a livello commerciale fu buona, tanto da stringere accordi con NVIDIA e Sony, ma il modello di business si rivelò poco efficace.
Le cose cambiarono con l’invasione dell’Iraq del 2003, quando i network televisivi iniziarono a utilizzare il servizio per illustrare le attività nei pressi di Baghdad. La visibilità portò nel giro di pochi mesi ad attivare l’attenzione di acquirenti interessati e, di lì a poco, Intrinsic Graphics passò nelle mani di Vicarious Visions.
È qui che entra in gioco Google. Oltre il 25% delle query inviate al motore di ricerca era allora legato a mappe, luoghi e indicazioni stradali. Ecco giustificato l’interesse nei confronti della tecnologia e la successiva acquisizione, nell’ottobre 2004. Trascorso meno di un anno si è giunti al lancio.
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